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Laser

Italian, News magazine, 1 season, 434 episodes, 6 days, 19 hours, 7 minutes
About
Laser è un magazine di approfondimento dell’attualità politica, culturale, sociale. Interviene sulla stretta attualità di giornata, solo in casi particolari, di grande rilevanza. Dà spazio anche a tematiche di interesse pubblico o a quante vengono trascurate dai grandi media. Il taglio è storico–sociologico. I registri comprendono interviste, reportage, documentari, incontri biografici. Spazia dal locale all’internazionale, da tematiche accademiche a questioni di vita quotidiana. Presta particolare attenzione alla forma radiofonica, all’abbinamento di contenuti di sostanza con uno stile divulgativo. È il magazine di riferimento della Rete Due per réportages e documentari.
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Libero pensatore, pensatore libero. Vinicio Salati

“Laser” ripropone una intervista allo scrittore e traduttore Vinicio Salati, realizzata da Werther Futterlieb il 30 maggio 1994 e trasmessa nel programma “Questo e altro”, su RSI Rete Uno.Il ticinese Vinicio Salati racconta la sua esperienza ticinese, i viaggi, la passione del lavoro come giornalista, autore, scrittore, traduttore. Cresciuto nelle redazioni del Corriere del Ticino e poi del quotidiano socialista “Libera Stampa”, dirigerà per oltre trent’anni il settimanale “Azione”. Viene ricordato per i numerosi lavori di scrittore: tra le sue opere, “La casa vuota”, poesie, 1938; “Carota Bill”, 1989; “Lugano: bella terra ospitale”, 1990. Nel 1938 gli fu attribuito il premio Schiller. Nel 1936 fu volontario nella guerra civile spagnola. Salati non dimentica i tempi turbolenti della sua gioventù, quando fu espulso dal Liceo di Lugano, o il periodo tedesco per raggiungere l’indipendenza economica, fino ai dissidi con tutta la classe politica ticinese e le lezioni apprese dagli errori commessi. Una voce unica, un documento eccezionale di uno dei protagonisti della vita culturale ticinese e svizzera, che Laser propone in occasione del trentesimo anniversario della morte.
10/27/202427 minutes, 24 seconds
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Il sogno veneziano di Daniele Finzi Pasca 

Ha inaugurato la stagione estiva del teatro Goldoni - quella del rilancio del teatro veneziano dopo un prestigioso restauro - e dopo essere rimasta in scena per oltre 50 repliche Titizé è arrivato anche sul palco del LAC. Una nuova produzione per la compagnia Finzi Pasca che la vede impegnata nel provare a raccontare la magia di Venezia e quella del fascino delle macchine teatrali che proprio nei suoi teatri settecenteschi si è dispiegato in tutto il suo fulgore.In questo “Laser” realizzato all’interno del teatro Goldoni mentre la compagnia stava allestendo lo spettacolo, il regista ma anche i suoi collaboratori storici - e qualcuno anche recentissimo - raccontano lo sviluppo del progetto.
10/25/202426 minutes
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Perché vince Putin

È da più parti bollato come “filoputiniano”, per la sua posizione molto scettica sul ruolo dell’Occidente nella guerra tra Russia e Ucraina. Lo storico e antropologo francese Emmanuel Todd rispedisce al mittente questa etichetta, ribadisce l’atteggiamento violento e autoritario di Mosca, sia nei confronti della stampa sia verso i cosiddetti “oligarchi russi” (viene ricordato il numero statisticamente significativo di decessi in circostanze quantomeno sospette di dirigenti del settore petrolifero e del gas), ma Todd si sofferma a evidenziare la sconfitta dell’Occidente. La metodologia già utilizzata in passato e frutto dei suoi studi all’Ecole des Annales, gli aveva consentito di prevedere il crollo dell’Unione Sovietica e la grande crisi finanziaria del 2008. Ora, analizzando il declino demografico, morale ed economico delle società occidentali, ci invita a guardare la nostra società e l’incapacità di rispondere ad una crisi che sembra irreversibile. Il suo lavoro La sconfitta dell’Occidente , pubblicato in Francia da Gallimard e in Italia appena tradotto dalla casa editrice Fazi, è stato un successo editoriale.
10/24/202427 minutes, 54 seconds
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Americana e altro

Come è cambiato il racconto dell’America oggi, alla vigilia delle elezioni che vedono Donald Trump ancora protagonista? Il primo a rispondere è il premio Pulitzer nel 2023 per il Memoir Hua Hsu, autore di “Stay True. Tracce di un’amicizia” (NR Edizioni), autofiction dedicata alla sua giovinezza negli anni 90. Figlio di immigrati di Taiwan, racconta l’importanza della memoria e della rappresentazione delle cosiddette minoranze, spiegando inoltre le differenze e similitudini tra l’America di oggi e quella degli anni Novanta. A proposito di quel decennio, lo scrittore Matteo B. Bianchi approfondisce il lavoro di Douglas Coupland, che con “Generazione X” (Accento Edizioni) ha anticipato diversi temi attuali negli Stati Uniti e non solo. Infine Luca Briasco, americanista, traduttore ed editor, ripercorre la storia della letteratura americana dagli anni Novanta in poi: forse non esiste più il Grande Romanzo Americano, perché non può più esistere una visione unica - spesso legato alla legittimità del solo sguardo maschile e bianco, ma al contrario un complesso, variegato, interessante insieme di punti di vista capace di raccontare quella nazione. 
10/23/202427 minutes, 10 seconds
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Sogni e incubi americani

Robert Longo è uno dei più affermati artisti visivi americani ma è anche un attento osservatore degli sviluppi sociopolitici degli Stati Uniti. Le sue spesso monumentali opere tematizzano con incisività fatti e eventi cruciali dell’evoluzione americana.La sua notorietà decollò sullo sfondo dell’èra di Ronald Reagan, quando all’inizio degli anni ‘80 la sua serie di disegni “Men in the Cities” lo affermò come voce portante del panorama artistico internazionale e diventò iconica.Flavia Foradini lo ha incontrato alla vigilia dell’apertura di una sua grande mostra al Museo Albertina di Vienna. Nel contesto della campagna elettorale negli USA, Longo entra con semplicità nelle pieghe di alcuni tratti di un Paese diviso: in tradizioni e in stereotipi, in questioni cruciali interne, e nel rapporto degli Stati Uniti col mondo.
10/22/202427 minutes, 22 seconds
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Tra terra e cielo: lo spazzino di Friborgo

Solo radicandosi bene a terra, un’anima può elevarsi al cielo: questo è ciò che ci insegna Michel Simonet, spazzino (netturbino, operatore ecologico… lui preferisce il termine di “balayeur de rue”) del comune di Friborgo. Dalle sei del mattino alle quattro del pomeriggio, con tutti i tempi, gelo, pioggia, sole a picco, lui è lì a creare bellezza. La bellezza di strade pulite, venti chilometri al giorno percorsi con il suo carretto (o in alternativa con l’aspiratore Glutton), su cui non manca mai una rosa, issata quasi a effimera bandiera di fragile purezza, incontrando tutta la miseria e la grazia dell’umanità viandante, a cui regalare un momento di condivisione e di ascolto. Bisogna avere una tenerezza compassionevole verso le persone, scriveva Albert Cohen, uno degli autori preferiti di questo coltissimo “balayeur de rue”, che ha fatto studi di teologia, che è poeta, filosofo, scrittore, esperto di canto di bizantino, nonché padre di una numerosa famiglia (sette figli: “per 17 anni ho cambiato pannolini!”), e che ogni giorno è grato per la vita che si è scelto. Dopo aver trascorso una giornata con lui, seguendolo nel suo lavoro (che è anche incontro, preghiera, meditazione) per le vie di Friborgo, dalla stazione alla Cattedrale, abbiamo capito meglio quanto sia vero che, più siamo incarnati nell’umiltà della vita quotidiana, con l’attenzione rivolta all’altro, più possiamo sentire che la nostra vita ha senso. Michel Simonet ha pubblicato due libri: “Une rose et un Balai”, e “Un couple et sept couffins”, il primo dei quali è stato tradotto in italiano con il titolo di “Lo spazzino e la rosa” (AnimaMundi Edizioni).
10/21/202426 minutes, 55 seconds
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Trivelle e diritti violati

Durante la torrida estate della capitale dell’Azerbaigian Baku, fervevano i preparativi per la Cop29, la conferenza annuale delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico che si terrà dall’11 al 22 novembre nel Paese. Per le strade principali, i giardinieri annaffiavano meticolosamente aiuole e parchi e spuntavano ovunque cartelloni con slogan “green”.Ma la realtà del paese è ben diversa. Mentre l’economia azera è largamente dipendente dall’export di combustibili fossili, soprattutto verso l’Europa, il governo di Ilham Aliyev reprime ogni libertà democratica. Giornalisti, accademici, attivisti per i diritti umani e membri dell’opposizione, sono soggetti ad arresti arbitrari, intimidazioni e detenzioni.Un lungo viaggio per incontrare i pochi attivisti democratici e ambientalisti rimasti nel paese caucasico, lavoratori precari del settore oil&gas, pescatori disarmati di fronte all’inesorabile ritiro delle acque del Mar Caspio, avvocati per i diritti umani, e sindacaliste che non hanno mai abbassato la testa. Dai terreni inquinati della penisola di Absheron, dove si estrae maggiormente il petrolio, alle aree desolate vicino ai grandi terminal di lavorazione del gas, dove povertà e siccità imperversano. Questo documentario è stato realizzato grazie al supporto di Journalismfund Europe
10/18/202427 minutes, 39 seconds
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Non è come sembra

La diffidenza verso le apparenze sembra oggi avere preso in ostaggio l’opinione pubblica e il complottismo è diventato una delle chiavi per interpretare il mondo. I don’t drink it, dicono gli inglesi, «non me la bevo». Nel mondo della comunicazione incontrollabile e delle fake news tutti sono portati a dubitare. Da millenni in realtà l’impresa scientifica funziona proprio così. Gli scienziati non si sono stancati di dirci che il mondo non era come suggerivano l’evidenza o il senso comune. Bisogna non credere a quello che sembra, perché è proprio lì che si nasconde l’errore. Non è vero che il sole gira intorno alla Terra, né che l’uomo è pienamente padrone delle proprie decisioni e della propria vita: lo hanno dimostrato la fisica e la psicoanalisi. Laser vi invita a questo affascinante viaggio nella storia del sapere insieme a un fisico teorico e a uno studioso di storia della scienza.
10/17/202425 minutes, 40 seconds
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Se i cinesi non fanno più figli

Nel 2022 la Cina ha registrato il primo significativo calo della natalità in 60 anni, segnando il più grande calo demografico della sua storia. Oltre ad una economia che rallenta, oggi il gigante asiatico è alle prese con la crisi dei consumi, disoccupazione ma anche un crescente desiderio di affermazione personale e di libertà. I giovani non puntano più sulla famiglia: la tendenza al ribasso è proseguito anche nel 2023 e ci sono tutti i presupposti perché si tratti di un fenomeno a lungo termine. Dall’introduzione della politica del figlio unico fino ai giorni nostri, la società cinese è completamente cambiata e ci si interroga su cosa resti del “sogno cinese”. 
10/16/202425 minutes, 20 seconds
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Dipendenza tecnologica

Leonardo ha 18 anni e come molti ragazzi e ragazze della sua età, durante la pandemia da Covid 19, in piena adolescenza, si è ritrovato solo in casa, senza amici, senza la possibilità di frequentare la scuola (e i suoi compagni) e con tutta una serie di dispositivi tecnologici che, in quel periodo di forzato isolamento, gli hanno tenuto compagnia…. E le settimane e i mesi trascorsi in casa con la sola compagnia di internet, si sono trasformati, per Leonardo, nel suo mondo, un mondo che lo ha risucchiato e che ha occupato, per un lungo periodo, tutte le sue giornate. L’hanno chiamato Internet Disorder - da dipendenza DA INTERNET - è una dipendenza che spaventa un po’ tutti i genitori. Il termine fu coniato nel 1995 da Ivan Goldberg che usò per la prima volta l’espressione Internet Addiction Disorder, prendendo come modello di riferimento il gioco d’azzardo patologico. La dipendenza da Internet veniva, in quel momento, descritta come “un abuso di quella tecnologia”, che determinava conseguenze negative importanti sulla vita di chi ne era affetto.Ospite di questo Laser, oltre a Leonardo e ai suoi genitori, Gabriele Barone psicologo e psicoterapeuta, specializzato in forme di malessere legate al digitale. Insieme a lui cercheremo di capire qual sia la linea sottile che separa un utilizzo “normale” della tecnologia da un comportamento patologico, che può avere conseguenze serie anche sulla nostra salute. Una buona notizia: il tasso di remissione, quando si comincia un trattamento per una dipendenza tecnologica, è molto alto.
10/15/202425 minutes, 41 seconds
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L’eleganza raffinata nel raccontare le anime ferite

«Tutto quello che scrive Han Kang si sprigiona dai corpi, ma in una maniera che non somiglia all’ossessione identitaria e classificatoria che tiene in scacco la cultura occidentale». Con queste parole la scrittrice Elena Stancanelli chiosa su “La Repubblica” l’attribuzione del premio Nobel per la letteratura ad Han Kang, prima scrittrice a portare l’ambito riconoscimento in Corea del Sud. L’approfondimento di Rete Due affronterà dunque la scrittura della neolaureata con lo sguardo di Elena Stancanelli, tratteggerà poi le sfide di traduzione che sono state affrontate ospitando Lia Iovenitti, traduttrice dal coreano che ha firmato la versione in italiano di L’ora di greco e poi, assieme a Domitilla Pirro, sonderà il ruolo della figura femminile nella letteratura della Han. Ospiti in diretta:Lia Iovenitti, traduttrice dal coreano, per Adelphi ha tradotto L’ora di greco.Elena Stancanelli, scrittrice e sceneggiatrice collabora con il quotidiano “La Repubblica”.Domitilla Pirro, giornalista e direttrice di Fronte del Borgo di Torino, Fronte del Borgo è la sede della Biblioteca della Scuola Holden.
10/14/202426 minutes, 26 seconds
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Fragili Galapagos

Ci sono luoghi che sembrano appartenere al mondo della fantasia, del sogno, dell’immaginazione, più che a quello reale… Senza dubbio uno di questi è l’arcipelago delle Galapagos, o delle isole “incantate”, situato al largo delle coste ecuadoriane, nel cuore dell’Oceano Pacifico.Spinta dalla curiosità di verificare che i racconti fatti da Charles Darwin, riportati dai libri di scuola, combaciassero davvero con la realtà sul terreno, sono volata fin laggiù e sono rimasta sorpresa da quel che ho trovato.Da un certo punto di vista, per quanto ti ci prepari, non sarai mai pronto a una tale incredibile quantità di animali e piante mai viste, che pure differiscono l’una dall’altra nel costante passaggio da isola a isola. Dall’altro, per quanto le isole Galapagos siano delle immense riserve naturali da ammirare, sono tutt’altro che incontaminate. Anzi, come tanti altri luoghi in giro per il mondo, sono vittime di corruzione, avidità e turismo di massa.
10/11/202428 minutes
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Dalla gloria letteraria agli uffici stampa

Perché per due millenni poeti e scrittori hanno inseguito la gloria letteraria, sognando di essere accolti in Parnaso, il monte delle Muse, e poi, da duecento anni a questa parte, inseguono invece le tirature, i diritti d’autore, l’immagine pubblica? In questo Laser, avvalendoci delle testimonianze di uno storico della letteratura e di un agente letterario, che ha il compito di mettere in contatto gli autori con gli editori, racconteremo la grande svolta che si è prodotta nella vita sociale del libro: dalla gloria letteraria agli uffici stampa. Ne esploreremo le ragioni, metteremo in luce le motivazioni di autori ed editori, coglieremo le ricadute che il mutato contesto economico e sociale ha avuto sulla costruzione stessa delle opere letterarie. Perché se è diversa la vita sociale di quanto si scrive, inevitabilmente muta anche ciò che si scrive. 
10/10/202424 minutes, 40 seconds
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Un posto da chiamare casa

Alla fine di settembre, nell’ambito di una sessione straordinaria, diversi dibattiti sul diritto all’asilo hanno animato le aule parlamentari svizzere. Al Consiglio Nazionale è stata approvata, con una larga maggioranza borghese, la mozione UDC che chiede per alcune categorie di migranti, di impedire il ricongiungimento familiare. Gli Stati per ora non hanno confermato la misura e hanno rinviato il voto a dopo che una commissione preparatoria avrà approfondito il dossier, complesso sia dal punto di vista giuridico che da quello umano. Questo Laser raccoglie le testimonianze di due famiglie di migranti, una curda e una afgana. Per entrambe l’incertezza e l’attesa hanno a lungo segnato la quotidianità. Per entrambe l’arrivo in Svizzera ha rappresentato la speranza di un futuro e la possibilità di ricongiungersi con le loro famiglie. Il cammino perché quella speranza diventi realtà però è lungo, almeno quanto lo sono i viaggi che quegli uomini, quelle donne e quei bambini hanno intrapreso per giungere - spesso a piedi - dai loro paesi al nostro.
10/9/202427 minutes, 59 seconds
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Gaza davanti alla storia. Shoah, terrorismo e antisemitismo

È passato un anno dal 7 ottobre e – accanto alla guerra vera e propria, combattuta con le armi del terrore, delle bombe e dei carrarmati – sono stati 365 giorni di guerra ideologica, nel corso della quale le parti in campo hanno cercato di giustificare le proprie azioni. E lo hanno fatto anche usando la storia, in particolare quella della Shoah: il giorno dopo il 7 ottobre, Israele paragonava l’attacco terroristico di Hamas a un pogrom, mentre le immagini degli sfollati nella striscia di Gaza costretti alla fuga dai bombardamenti israeliani ricordano le immagini della Nakba del 1948. E poi c’è la questione dell’antisemitismo e del suo uso politico, così come quello della legittimità della violenza politica degli oppressi. Enzo Traverso, storico della Shoah, professore alla Cornell University di Ithaca, negli Stati Uniti, ha deciso di affrontare questi temi in un volume recentemente pubblicato per Laterza intitolato “Gaza davanti alla storia”. Un vero e proprio atto d’accusa contro quello che viene definito il genocidio del popolo palestinese e anche un grido d’allarme: secondo Enzo Traverso, Israele sta svuotando di significato il termine antisemitismo piegandolo alla ragion di stato, con l’effetto paradossale di farlo ritornare in forze. Mattia Pelli lo ha intervistato.
10/8/202426 minutes, 39 seconds
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Guardami attraverso il confine

Un anno dopo il massacro nel sud di Israele da parte di Hamas, che ha provocato la morte di oltre 850 civili e 250 soldati israeliani, Laser ha incontrato a Ginevra la cantante ed attivista israeliana Noa.L’intervista è stata concessa a margine del concerto “Together for Humanity”. In quanto instancabile portavoce di un messaggio di pace, Noa lotta da anni contro chi indebolisce la democrazia nel suo paese e promuove da sempre, con forza, un progetto alternativo all’odio e alla vendetta. Chiunque si chieda se sia giusto prendere posizione nel conflitto israeliano-palestinese può trovare una risposta nelle inequivocabili parole della cantante israeliana:“È un conflitto molto complesso e non esiste una soluzione facile. Ma se volete prendere una posizione sicura e anche umana e positiva, sostenete la pace. Io sostengo chiunque sostenga la pace. La musica non può cambiare il mondo, ma può cambiare le persone.Le persone, poi, cambiano il mondo. Sii tu il cambiamento che vuoi vedere”.“Laser” propone con Noa una riflessione sul piano umano ed artistico. Mostra l’esempio, l’impegno e la determinazione di una cantautrice dalla voce forte, straordinaria e toccante. 
10/7/202427 minutes, 58 seconds
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Le ferite invisibili della guerra

L’offensiva israeliana, scatenata dopo gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre 2023, ha causato la morte di oltre 16.000 bambini palestinesi, oltre 25 mila piccoli, piccole, hanno perso un genitore o sono rimasti orfani, in moltissimi hanno perso un arto. Dietro ogni numero c’è una storia, la tragedia di una famiglia. Il costo della guerra, infatti, non è solo quello visibile: la distruzione, le macerie di case e ospedali. Oltre il numero delle vittime, ci sono ferite invisibili destinate a passare tra le generazioni. Quali sono queste ferite e come possono diventare uno strumento per la pace? Abbiamo cercato di capirlo raccogliendo le storie e le testimonianze di Izzeldin Abuelaish, primo medico palestinese a lavorare in un ospedale israeliano che nel 2009 ha perso tre figlie a causa di un bomdardamento israeliano sulla Striscia di Gaza, Davide Musardo, psicologo clinico per Medici Senza Frontiere che ha prestato servizio a Gaza, collegato con noi dalla Giordania, e lo scrittore irlandese Colum McCann che una speranza l’ha vista nella storia, vera, di amicizia tra due padri, un palestinese e un israeliano, Bassam Aramin e Rami Elhanan, che hanno perso entrambi le figlie a causa della violenza e che hanno deciso di fare del loro dolore un ponte di dialogo, per la pace. Una storia che Colum McCann ha raccontanto nel libro “Apeirogon” (Feltrinelli, 2022).
10/4/202427 minutes, 9 seconds
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“Bérénice” di Romeo Castellucci (2./2)

Nella cornice del FIT festival di Lugano è stato presentato, in prima svizzera, “Bérénice”, l’ultimo spettacolo di Romeo Castellucci che per l’occasione ha diretto l’icona del cinema e del teatro contemporaneo, Isabelle Huppert. Romeo Castellucci, co-fondatore della compagnia Socìetas Raffaello Sanzio, ci ha concesso una lunga intervista, che vi proponiamo in due parti. Nel secondo incontro, invece, approfondiremo il lavoro che il regista e drammaturgo Romeo Castellucci ha svolto con gli attori, i volontari, e naturalmente con Isabelle Huppert. Ci immergeremo inoltre nella ricerca delle musiche e dei suoni, che negli spettacoli di Castellucci possiedono forza drammaturgica tale da renderli veri e propri personaggi.  undefined
10/3/202419 minutes, 40 seconds
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“Bérénice” di Romeo Castellucci (1./2)

Nella cornice del FIT festival di Lugano è stato presentato, in prima svizzera, “Bérénice”, l’ultimo spettacolo di Romeo Castellucci che per l’occasione ha diretto l’icona del cinema e del teatro contemporaneo, Isabelle Huppert. Romeo Castellucci, co-fondatore della compagnia Socìetas Raffaello Sanzio, ci ha concesso una lunga intervista, che vi proponiamo in due parti. Nella prima parte affronteremo un’attraversata nella poetica di Romeo Castellucci, nel suo teatro, capiremo le motivazioni dietro alle scelte registiche che lo hanno portato a dare corpo al testo di Jean Racine, monumento alla cultura occidentale e pilastro del francese moderno.
10/2/202423 minutes, 4 seconds
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Dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo

Spegne settanta candeline il laboratorio di fisica delle particelle più grande al mondo. Situato a Ginevra dal 1954, città che garantiva e garantisce ancora oggi neutralità, centralità in Europa e presenza delle istituzioni internazionali, il CERN fu uno dei primi tasselli del rinnovato desiderio di pace dopo che l’Europa era stata dilaniata da due guerre mondiali in meno di tre decenni. L’obiettivo del laboratorio era e resta quello di promuovere la ricerca per scopi pacifici, e attraverso la collaborazione delle università e dei governi europei aderenti al progetto. Quasi tremila i ricercatori e i tecnici impiegati nell’anello lungo 27 km situato sotto la città di Ginevra e in territorio francese, dove vengono con regolarità spostati in avanti i confini del sapere scientifico. E dove viene promossa la fisica delle particelle presso il grande pubblico per capire il significato e l’importanza che quella ricerca ha per l’umanità.Con Gian Francesco Giudice, direttore del dipartimento di fisica teorica del CERN, Mirko Pojer, caposezione della protezione dei magneti, Hans Peter Beck, presidente della società svizzera di fisica e docente all’università di Berna e James Gillis, già responsabile della comunicazione del CERN
10/1/202426 minutes, 54 seconds
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Boschi a rischio nella Svizzera italiana?

I cambiamenti climatici stanno trasformando rapidamente il nostro mondo, e i boschi della Svizzera italiana non fanno eccezione. Con l’innalzamento delle temperature, la variazione delle precipitazioni e l’aumento degli eventi meteorologici estremi, i boschi ticinesi affrontano sfide senza precedenti che potrebbero compromettere la loro sopravvivenza e la biodiversità che li caratterizza.In risposta a questa crescente preoccupazione, questa puntata di “Laser” si interroga sui rischi a cui vanno incontro i nostri boschi e ha incontrato dei rappresentanti dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL) di Cadenazzo, un’autorità riconosciuta a livello internazionale nella ricerca forestale e ambientale. Si è anche confrontata con la FAT Federazione Alpinistica Ticinese.Gli esperti del WSL hanno condiviso le loro conoscenze sugli impatti attuali dei cambiamenti climatici sui boschi della regione, le specie arboree più a rischio, e i fenomeni come la diffusione di parassiti e il rischio di incendi boschivi. Sentiamo in particolare: Matteo Giottonini, viticoltore e portavoce FAT; Boris Pezzatti, capo gruppo WLS di Cadenazzo; Patrik Krebs ricercatore WSL Cadenazzo; Marco Moretti ricercatore WSL esperto in biodiversità. Attraverso interviste e analisi questa puntata di “Laser” vuole esplorare le strategie che il WSL sta implementando per mitigare questi effetti e proteggere i boschi ticinesi.
9/30/202427 minutes, 58 seconds
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Non solo giusto, ma anche utile

Nell’autunno del 1924 un gruppo di 300 giovani volontari pacifisti, provenienti per lo più dalla Svizzera interna ma alcuni addirittura dagli Stati Uniti, si recava in Vallemaggia per prestare soccorso alla comunità di Someo, duramente colpita da una frana alluvionale. Distruzioni, feriti, morti. Un disastro che ricorda tristemente i fatti recenti avvenuti in quella valle.I volontari del ’24 erano guidati dai fratelli neocastellani Ernest, colonello dell’esercito, e Pierre Cérésole, obiettore di coscienza pacifista e fondatore del movimento del Service Civile International (SCI). Uno straordinario esperimento di solidarietà e di impegno concreto che oggi, a distanza di 100 anni, è considerato la prima scintilla del servizio civile in Svizzera.La storia del SCI, che oggi continua la sua missione di promozione della pace organizzando campi di volontariato e scambio per i giovani di tutto il mondo, ci permette di ripercorrere il tortuoso percorso che ha portato all’introduzione in Svizzera del servizio civile, l’alternativa pacifista all’obbligo del servizio militare.Era il 1996. Fino ad allora, migliaia di giovani obiettori di coscienza sono stati puniti con il carcere.Con la partecipazione di: Marsilio Passaglia, membro Comitato direttivo Servizio civile internazionale Svizzera; Wolfgang Sahlfeld, docente DFA – Dipartimento formazione e apprendimento SUPSI; Maurizia Campo-Salvi e Luca Invernizzi, membri Comitato organizzativo per le commemorazioni dei 100 anni del Disastro di Someo; Filippo Lafranchi, co-coordinatore Centro per la Nonviolenza del Svizzera italiana (ex-Gruppo ticinese per il Servizio civile); Oscar Nota, volontario Servizio civile internazionaleEsposizioni in corso:Mostra fotografica per il centenario del Disastro di Someo, Someo, Piazza ComunaleInaugurazione: domenica 29 settembre 2024, 10h30.Mostra itinerante per il centenario del Servizio Civile Internazionale Svizzera, Locarno, DFA/ASP, stabile A, primo piano.
9/27/202426 minutes, 5 seconds
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Arte in guerra

Il crepuscolo del nazismo nelle ultime settimane della seconda guerra mondiale vide la massiccia distruzione di strutture, infrastrutture e beni di valore, ordinata da Hitler il 19 marzo 1945 per lasciare terra bruciata agli Alleati. Anche per il più vasto deposito europeo di superlative opere d’arte saccheggiate, realizzato nella miniera di salgemma di Altaussee, nel cuore alpino dell’Austria, venne dato ordine di annientamento. Sullo sfondo delle iniziative per Bad Ischl-Salzkammergut Capitale Euopea della Cultura 2024, con l’aiuto di esperti e testimoni, fra cui le storiche dell’arte Elisabeth Novak-Thaller e Birgit Schwarz, Flavia Foradini ricostruisce quei momenti drammatici e i salvifici atti d’insubordinazione che hanno consentito di preservare per i posteri un inestimabile patrimonio artistico razziato dai nazisti in tutti i territori occupati.
9/25/202427 minutes, 2 seconds
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Lungo la frontiera del conflitto

Il confine tra Armenia e Azerbaigian è chiuso dal 1991. Le forze militari dei due paesi sono impegnate in un conflitto di confine dal 12 maggio 2021, quando i soldati azeri hanno attraversato diversi chilometri nelle province armene di Syunik e Gegharkunik, occupando circa 215 chilometri quadrati. Dai villaggi di frontiera sulla linea di confine, dove in un fragile equilibrio la vita quotidiana si intreccia con la geopolitica, fino ai centri più popolosi e vivaci dell’Armenia, grazie alle testimonianze di rifugiati, volontari e attivisti, il reportage riavvolge il filo delle guerre del Nagorno-Karabakh, dalle origini sovietiche alla tragica caduta della Repubblica dell’Artsakh tra il 19 e il 20 settembre 2023. Lungo i mille chilometri di confine tra l’Armenia e l’Azerbaigian, dove le cicatrici della guerra e le conseguenze della demarcazione sono evidenti, si raccontano storie dimenticate tra le strade accidentate della provincia di Syunik, nel sud del Paese, fino alla provincia di Tavush nel nord. Nel contesto di un conflitto che sembra non avere fine, un viaggio in un territorio diviso tra comunità resistenti, montagne suggestive e un passato che continua a influenzare il presente, aprendo uno spiraglio su una delle zone più complesse del Caucaso.
9/20/202428 minutes
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La letteratura, quanto di più vicino alla magia si possa avere nel mondo moderno

Benjamín Labatut, giornalista e scrittore cileno, è capace di trascinarci nei labirinti della scienza moderna lasciandoci intravedere i chiaroscuri che la nutrono. Maniac (Adelphi, 2023), il suo ultimo libro, ci propone fatti realmente accaduti mescolati con la finzione letteraria e folgoranti esposizioni poetiche e filosofiche, confermandosi ancora una volta come un grandissimo autore. Dopo il successo di Quando abbiamo smesso di capire il mondo (Adelphi, 2021), libro che lo ha consacrato nel panorama letterario internazionale, Labatut ci mette ancora una volta difronte all’abisso che la scienza prova a sondare, fatto di contraddizioni, incubi tremendi e sogni grandiosi. 
9/18/202428 minutes
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Modalità ONLIFE

Il 2007 è una data che ha segnato un cambiamento profondo nella nostra società, l’anno del lancio del primo iPhone: il momento in cui gli smartphones hanno iniziato a diffondersi a macchia d’olio. Usiamo lo smartphone per comunicare, per intrattenerci, per rilevare i nostri dati metabolici, per trovare l’anima gemella, per lavorare. Già… e questo significa utilizzare quell’oggetto parecchie ore al giorno. Il digitale è diventato una dimensione del nostro esistere, tanto che oggi, come ha scritto il filosofo Luciano Floridi, «è diventato davvero impossibile poter discriminare quello che agiamo in analogico da quello che agiamo in digitale». Sono due dimensioni della realtà quotidiana, totalmente integrate: non si può parlare più di online, perché ora viviamo ONLIFE.Rachele Bianchi Porro e Alessandra Bonzi ne hanno parlato con Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, Presidente della Fondazione “Minotauro” di Milano e direttore del Master “Prevenzione e trattamento della dipendenza da internet in adolescenza” e hanno provato per una settimana a disintossicarsi dalla tecnologia… ce l’avranno fatta?
9/17/202424 minutes, 55 seconds
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La memoria del passato

Le pietre, i manufatti e la tradizione orale del passato ci raccontano moltissimo. E noi con quali strumenti – nelle varie epoche storiche – siamo riusciti a comprendere cosa ci veniva detto? Il Prof. Alain Schnapp, archeologo, storico, professore emerito dell’università Parigi I Pantheon-Sorbonne, autore del volume Storia universale delle rovine, dagli inizi all’età del Lumi ci guida attraverso epoche storiche e realtà geografiche e sociali diverse, per indicarci come è cambiato nel tempo il modo di osservare le rovine del passato. Con le sue parole comprendiamo la ragione dell’esistenza di monumenti e poesie, il tentativo delle varie popolazioni di mantenere il più a lungo possibile intatti manufatti in grado di fornire ai posteri testimonianze e messaggi della vita e del prestigio di una realtà. Senza dimenticare la moderna visione dello studio dell’archeologia, molto diversa a seconda delle popolazioni e delle tradizioni coinvolte.
9/16/202426 minutes, 55 seconds
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Viaggio nel cuore selvaggio della natura

È ricordato per aver previsto la pandemia di Coronavirus del 2019, prospettiva raccontata nel libro Spillover (Adelphi, 2014). Lo scrittore saggista e divulgatore statunitense David Quammen ci propone un viaggio straordinario attraverso realtà selvagge, magnifiche e fragilissime in giro per il mondo. Lo fa attraverso una nuova pubblicazione (Il cuore selvaggio della natura, Adelphi 2024) e raccontando la propria esperienza in angoli sconosciuti del pianeta, ma messi in pericolo dall’attività umana e dalla scarsa attenzione che la popolazione globale dedica al tema della biodiversità e all’equilibrio con la flora e la fauna. Dal Serengeti al Gabon, dalla penisola russa della Kamchatka alla Repubblica Democratica del Congo, Quammen ci porta con lui ad esplorare mondi lontanissimi e affascinanti ma allo stesso tempo messi in pericolo dal nostro comportamento.
9/12/202427 minutes, 30 seconds
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Il primo pensiero

A che cosa pensa, oggi, una donna, quando scopre di aspettare un bambino? Una domanda alla quale è impossibile dare una risposta universale, ma nella quale forse si nasconde una parte meno indagata della crisi demografica della nostra società. Le statistiche, in Svizzera, parlano di 1,39 “figli per donna” nel 2022, un’espressione che tra l’altro sembra lasciare intendere che, ancora oggi, i figli siano quasi esclusivamente una questione femminile. Ecco allora tre istantanee, tre racconti, tre spaccati differenti di altrettante gravidanze, volute o capitate, piene d’amore ma anche di domande e timori. Confessioni non per forza comode o rassicuranti, che non hanno la pretesa di rappresentare nella sua interezza un tema complesso e ricco di sfaccettature, ma che consentono di andare oltre gli stereotipi ancora troppo presenti nella rappresentazione della maternità.
9/9/202424 minutes, 16 seconds
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Peter Singer e il suo pensiero

Peter Singer è tra i più importanti e influenti filosofi mondiali, intorno alla questione animale. A lui dobbiamo, in buona parte, il merito di avere fatto emergere l’urgenza di una riflessione critica su temi come l’antropocentrismo e lo specismo. Sistemi di pensiero che oggi sono messi sempre più in discussione, e che pongono - da un punto di vista morale - l’essere umano su un piano diverso (e superiore) rispetto ad ogni altro essere vivente.La riflessione filosofica intorno a questi argomenti è particolarmente feconda anche nell’evidenziare i legami intrinseci dello specismo con il razzismo, il maschilismo, l’omofobia. È infatti proprio in quell’assegnare arbitrariamente ad alcuni animali lo status di “amici” relegando tutti gli altri al ruolo di “strumenti”, o di “cibo”, che si troverebbe il germe delle discriminazioni tra gli stessi esseri umani. In questo senso vanno anche le riflessioni più attuali del femminismo intersezionale, nella parte in cui riconosce nel sistema di sfruttamento animale i germi di un sistema patriarcale-maschilista che è parte integrante dell’industria zootecnica (si pensi ad esempio alla violenza sessuale subita dalle mucche, che vengono ingravidate artificialmente per continuare a produrre latte).Peter Singer collabora da anni con Katarzyna de Lazari-Radek, filosofa polacca dell’università di Łódź specializzata in utilitarismo etico. Insieme curano un podcast di grande successo, che riflette su questi argomenti con ospiti di importanza mondiale: il titolo è “Lives Well Lived “(vite ben vissute).Insieme i due filosofi erano a Lugano, lo scorso giugno, per una conferenza proprio sull’etica universale e sulla sua necessaria razionalità.Alessandro Bertellotti e Marco Pagani li hanno incontrati.
9/4/202426 minutes, 37 seconds
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“Archeonazionalismo” nel Levante 

L’antico Levante è oggi diviso tra Libano, Siria, Giordania, Israele, Striscia di Gaza, Autorità Nazionale Palestinese e territori contesi – e basta questo nudo elenco ad evocare un mosaico di realtà conflittuali. E laddove l’identità è un tema discusso, che si intreccia a rivendicazioni territoriali, agli archeologi vengono richiesti reperti da esibire, corredati da narrazioni efficaci. Ogni comunità pretende siti monumentali eloquenti, che giustifichino costruzioni identitarie, confini controversi e perfino guerre e occupazioni. Per discuterne, a Beirut abbiamo conversato con l’archeologo italiano Antonio dell’Acqua (Università di Udine, Universität Bern), che dirige un progetto di studio finanziato dall’Unione Europea sul Levante in epoca romana e bizantina. Al progetto collabora anche l’architetto libanese Hany Kahwagi – Janho (USEK – Holy Spirit University of Kaslik), che a Byblos ci ha parlato del rapporto tra identità e politica libanese e archeologia del territorio. 
9/3/202427 minutes, 58 seconds
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Essere felici oggi: si può?

Il centro culturale LAC di Lugano ha ospitato per la prima volta il Lugano Happiness Forum, un evento che ha riunito esperti internazionali per discutere un tema di grande rilevanza: la felicità nel mondo moderno. I risultati emersi dal forum sono incoraggianti: essere felici oggi è possibile, a patto che si scelga di dedicare tempo ed attenzione alla cura del proprio benessere e delle relazioni interpersonali.Lina Simoneschi Finocchiaro ha seguito il Forum e raccolto alcune interviste, ma soprattutto con il filosofo Leonardo Caffo che si è occupato di felicità attraverso libri, progetti artistici e mostre, ci propone di attualizzare questi studi – di tradizione anglo-americana - per capire come possano adattarsi alla nostra cultura europeo-continentale.
9/2/202427 minutes, 7 seconds
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Derry, per capire la pace in Irlanda del Nord

Dopo secoli di divisioni e di guerre la città di Derry, in Irlanda del Nord, ha trovato finalmente un’identità condivisa basata sulla convivenza pacifica.Oggi è irriconoscibile rispetto a qualche decennio fa: la guerra è solo un lontano ricordo ed è stata relegata nei musei mentre le vecchie caserme dell’esercito britannico sono state convertite in aree residenziali o in parcheggi pubblici. Oltre alla crescita economica e a un’eloquente rinascita architettonica, a risaltare sono i progetti virtuosi di recupero urbano portati a termine negli ultimi anni.Per farci raccontare la rinascita della città abbiamo incontrato la sindaca appena eletta Lilian Seenoi-Barr, di origine kenyana, e Tony Doherty, figlio di una vittima della “Domenica di sangue” del 1972. Siamo andati poi alla scoperta del Peacemakers Museum, un nuovo spazio espositivo che racconta la storia recente della città onorando tutti quelli che si impegnarono per la costruzione della pace, a cominciare dal premio Nobel John Hume.
8/30/202423 minutes, 40 seconds
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La cicogna spaesata

Un evento che si immagina essere semplice e naturale, il concepimento e l’arrivo di un figlio, ma che a volte diventa invece un percorso decisamente più complicato. Succede ad una coppia su sei nei paesi occidentali, eppure l’infertilità è oggi ancora spesso un argomento considerato tabù. Definita una patologia dall’OMS, una diagnosi di infertilità, o più in generale un concepimento difficoltoso, portano con sé per chi li vive, accanto alle problematiche fisiche, anche un grande bagaglio emotivo. A portarci con loro in questo viaggio diverso, ma sempre più comune, verso la genitorialità saranno con le loro testimonianze Muriel, Sara, Asha e Yari, e ad aiutarci invece a contestualizzare il tema ci saranno il dottor Marco Buttarelli, caposervizio del Centro Cantonale di Fertilità EOC, Federica Puddu, psicologa e psicoterapeuta specializzata in queste tematiche, e Monica Trabalza, che con il suo studio di counseling si occupa di aiutare le coppie con problemi di fertilità, e che recentemente ha creato il primo gruppo di auto aiuto PMA per la procreazione medicalmente assistita in Ticino.
8/27/202422 minutes, 24 seconds
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Libia, l’uscita dal tunnel?

È difficile ricordare un periodo storico nel quale in Svizzera e più in generale in Europa ci siamo sentiti più insicuri.La guerra in Ucraina, la minaccia russa, il dramma di Gaza, lo scontro Iran-Israele stanno alimentando le nostre paure, così come le richieste che finisca tutto al più presto.Ma la fine di un conflitto non equivale alla soluzione immediata di tutti i problemi. Cosa succede in quelle regioni dove la guerra è finita da poco tempo? Qual è il grado di libertà e di rispetto dei diritti umani? Cosa fanno le nuove generazioni?Per rispondere a queste domande siamo andati in Libia, paese che per la sua posizione - lo snodo principale per i flussi migratori verso l’Europa - è per noi molto importante.Abbiamo raccolto storie che raccontano le cose che non vanno, ma anche quelle dinamiche nuove che nonostante le tante difficoltà stanno permettendo al paese di guardare avanti e di aprire un nuovo capitolo. O almeno di provarci.Le potrete ascoltare in questo radio-documentario, che dà voce a migranti, a cittadini stranieri che sono riusciti a ricostruirsi una nuova vita in Libia, a vittime di soprusi e torture, a giovani che sognano di dare al loro paese un futuro diverso.Collaborazione di Claudio Maggiolini.
8/23/202425 minutes, 56 seconds
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Dalla parte di chi fa la spesa

50 anni di battaglie dalla parte dei consumatori: l’ACSI, in origine Associazione delle consumatrici della Svizzera italiana, è prima di tutto una storia di donne tenaci, lungimiranti, solidali. Nata nel 1974 sulla scia di conquiste politiche come il suffragio femminile nel 1971 e in pieno boom economico con l’obiettivo di tutelare una nuova categoria di cittadini che prima non esisteva, i consumatori, (i cui diritti fondamentali erano stati enunciati dal presidente degli Stati Uniti John Fritzgerald Kennedy nel 1962). Da allora moltissime le campagne che l’ACSI ha difeso su temi che oggi sembrano scontati: la lotta allo spreco alimentare, la sorveglianza dei prezzi, l’inquinamento del Ceresio, la sicurezza alimentare. Le storie personali delle fondatrici si intrecciano con la storia collettiva; sullo sfondo, i grandi cambiamenti che hanno caratterizzato la società dei consumi negli ultimi decenni. Per arrivare, 50 anni dopo, alle sfide poste dall’intelligenza artificiale e dalla digitalizzazione. 
8/21/202427 minutes, 53 seconds
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Brasile, il prete di crackolandia

Julio Lancellotti è il prete più amato e odiato del Brasile. Da 40 anni lavora nelle periferie di San Paolo, una delle città con il più alto tasso di diseguaglianza al mondo. Le sue idee politiche ne hanno fatto un idolo della sinistra e un nemico della destra. In questo Laser ascolterete la sua voce, le opinioni di chi lo ama e di chi lo odia. La storia di questo prete di strada condensa l’immagine della polarizzazione politica in atto oggi in Brasile, la nazione più popolosa dell’America Latina.
8/19/202425 minutes, 32 seconds
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Tra i clandestini dell’Agro Pontino

Viaggio tra i campi agricoli dell’Agro Pontino, dove migliaia di lavoratori in nero passano le giornate a raccogliere frutta e ortaggi in cambio di pache misere.Quel territorio del Lazio è ricordato per la vicenda di Satnam Singh, il lavoratore indiano vittima di un incidente sul lavoro che gli è costato la vita.Dopo aver perso un braccio, tranciato da un macchinario, è stato scaricato davanti a casa in condizioni disperate, l’arto superiore abbandonato in una cassetta per la frutta.Come Satnam, migliaia di persone ogni anno vengono attirate con contratti truffa in Italia e poi abbandonate al loro destino, senza una retribuzione fissa, un impiego regolare o assistenza sanitaria. Buona parte del settore agricolo nel centro e nel sud Italia vive proprio sullo sfruttamento dei clandestini. Laser ha visitato quei luoghi e cercato di capire se la morte di Satnam Singh non sia stata vana ma abbia portato quella realtà all’attenzione delle istituzioni.
8/16/202425 minutes, 22 seconds
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Afghanistan dimenticato

Tre anni fa, il 15 agosto del 2021, in Afghanistan sono tornati al potere i Talebani riportando indietro le lancette dell’orologio: la crisi umanitaria si è aggravata e sono state imposte sempre più restrizioni a donne e ragazze, a partire dal divieto di iscrizione alle scuole oltre quella primaria, fino a cancellarle del tutto dalla sfera pubblica. Le donne, che nel paese muoiono di fame, sono state anche eslcuse dalla conferenza delle Nazioni Unite a Doha nel giugno scorso. Essere una donna in Afghanistan oggi significa essere invisibile, non aver diritto a dignità e futuro. Ci sono stati appelli internazionali per indagare su questa persecuzione di genere, che è una vera e propria apartheid delle donne, come crimine contro l’umanità. In Afghanistan, intanto, molte donne si stanno ribellando, silenziosamente, ai Talebani: esiste una forma di resistenza afghana ed è rappresentata dalle scuole clandestine in cui tante professioniste, a cui non è permesso più lavorare, mettono a disposizione delle giovani donne il loro sapere.Con Zarifa Ghafari, che nel 2019 è diventata la prima e la più giovane sindaca dell’Afghanistan, nella città di Maidan Shahr, nella provincia di Vardak, sopravvissuta a tre tentativi di omicidio da parte dei Talebani; Dina Taddia, consigliera delegata di WeWorld, organizzazione umanitaria presente in Afghanistan da molti anni e Riccardo Noury, portavoce di Amensty International Italia.
8/14/202427 minutes, 52 seconds
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Riparare all’acido

È una storia che ha a che fare con un crimine e con un concetto di giustizia che in Svizzera non è ancora entrata nel diritto penale ma di cui si sta sempre più dibattendo: la Giustizia riparativa, ossia quel procedimento (ed è una definizione minimale) che vede l’autore e la vittima del reato lavorare insieme per superare i danni generati da quel reato.La storia è quella di Sara Del Mastro, condannata nel 2020 dal Tribunale di Busto Arsizio a 7 anni e 10 mesi di reclusione per aver gettato l’acido in faccia al suo ex fidanzato. Quasi un cambiamento di paradigma, un capovolgimento di “ruoli”, abituati come siamo a considerare queste azioni quasi solo maschili. Invece questa è la storia di una stalker che non è stata fermata.Ha da poco iniziato il percorso di giustizia riparativa nel carcere milanese di Bollate ed è la prima donna ad avere avuto accesso al programma di recupero degli autori dei reati violenti guidato dal Dottor Paolo Giulini.
8/13/202422 minutes, 35 seconds
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L’era del granchio blu 

L’Italia ha recentemente nominato un commissario straordinario per il granchio blu. Questa specie invasiva del Mediterraneo, salita agli onori della cronaca nazionale e internazionale lo scorso anno, rappresenta infatti ancora oggi una minaccia esistenziale per una parte importante dell’economia della pesca italiana, soprattutto nella regione del Delta del Po. E tutto questo nonostante gli sforzi dei pescatori di limitarne la presenza e di trovare alternative percorribili per le loro attività, spesso a conduzione familiare. D’altra parte, sta prendendo lentamente piede una filiera del granchio blu, grazie anche all’attività pioneristica di imprese che si sono cimentate nella sua trasformazione.   Sul fronte della ricerca, è invece stato avviato un primo progetto che studia le diverse colonie di granchio blu presenti nel Mediterraneo, confrontando dati ed esperienze provenienti da una dozzina di Paesi rivieraschi.  Con la tropicalizzazione dei mari causata dai cambiamenti climatici, infatti, la vicenda del granchio blu sembra essere sempre più sintomatica del futuro che attende il nostro bacino: un futuro con sistemi ecologici in evoluzione, una biodiversità in costante cambiamento e la presenza di sempre più specie aliene.          
8/12/202424 minutes, 12 seconds
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Yunus, il nobel per il governo del bangladesh

Laser ripropone una intervista realizzata al premio Nobel per la pace 2006 Muhammad Yunus. L’intervista, curata da Roberto Antonini, è stata realizzata nel 2013. Yunus è l’ideatore del sistema del microcredito, che ha aiutato nel mondo milioni di persone, soprattutto donne. In patria, in Bangladesh, sarà ora chiamato a guidare un governo ad interim, dopo che la responsabile dell’esecutivo, Sheikh Hasina, è stata destituita travolta da polemiche e rivolte di piazza. L’esercito ha preso il controllo del potere dopo lo scioglimento del parlamento, ma solo un nome di grande prestigio nel mondo e in patria può riportare il paese alla normalità.
8/8/202427 minutes, 58 seconds
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Arte classica e Olimpiadi

La Grecia classica è stata la base su cui sono nati i Giochi Olimpici dell’era moderna. Il fondatore del movimento olimpico, Pierre De Coubertin, era un grande appassionato di storia greca, molto popolare a Parigi negli anni che precedono il XX secolo. Ancora oggi quella passione decoubertiniana, condivisa con i responsabili del museo del Louvre, il mondo accademico della ricerca parigina e studiosi appassionati che vivevano nella capitale francese, costituisce una impronta indelebile su ogni manifestazione olimpica.Parigi 2024 ha cercato in qualche modo di lasciare alle spalle quell’eredità, splendida ma pesante. A cominciare dal disegno del manifesto olimpico e dalla parità tra uomini e donne nel numero di partecipanti ai Giochi. Pierre De Coubertin non avrebbe forse gradito, ma tutto sommato la Grecia classica è ancora molto presente anche nella XXXIII edizione della manifestazione. Almeno nelle esposizioni museali.Con Ugo Gattoni, artista e autore del poster di Parigi 2024, la storica e giurista Eva Cantarella e la Prof. Cristina Mitsopoulou, co-curatrice della mostra “arte e olimpismo” al Louvre
8/8/202423 minutes, 41 seconds
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Architetture e città olimpiche

Un appuntamento olimpico consente alla città che ospita le gare di presentarsi al mondo. Una vetrina irripetibile, spesso utilizzata per raccontare i passi che si compiono in architettura ed urbanistica per disegnare le realtà del presente e del futuro.Parigi non fa eccezione, con la scelta di ospitare i Giochi 2024 in strutture storiche esistenti e trasformate per l’appuntamento a cinque cerchi, mentre le nuove realizzazioni (come il centro acquatico di Saint Denis e il villaggio olimpico) o le ristrutturazioni (il campo di hockey su prato di Colombes) devono rispondere a criteri ambientali e urbanistici molto severi.L’elenco di città che si sono rinnovate in modo duraturo grazie ai Giochi è decisamente lungo, ma non mancano i casi di cattedrali nel deserto o progetti che non hanno rispettato le attese olimpiche.Con Walter Mariotti, direttore editoriale della rivista di architettura Domus, le architette Laure Merlaud e Cecilia Gross tra le progettiste del centro acquatico di Saint Denis, gli architetti parigini Jacob Celniker e Dominique Perrault, progettista del villaggio olimpico.
8/6/202427 minutes, 17 seconds
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Il mecenatismo etico

Lo scorso aprile a Lugano, in una sala del Cinestar strapiena, è stato presentato Food for Profit: documentario di Giulia Innocenzi e Pablo d’Ambrosi che racconta i retroscena più oscuri dell’industria degli allevamenti, con tutto il suo carico di sofferenza e di sfruttamento sia animale che umano. Seduto in prima fila c’era uno dei coproduttori esecutivi: Sebastiano Cossia Castiglioni, che ha contribuito alla realizzazione del film con un importante finanziamento. Mecenate, collezionista e consulente d’arte internazionale, imprenditore, investitore etico, attivista antispecista, Cossia Castiglioni impegna una parte considerevole delle sue energie e del suo tempo per perseguire e realizzare le idee in cui crede: un mondo più giusto per tutti, umani e non umani. Marco Pagani lo ha incontrato. Il risultato è una conversazione che, nel raccontare la persona, arriva ad affrontare alcuni tra gli interrogativi più urgenti e fondamentali del nostro tempo: il modo in cui ci nutriamo e le sue conseguenze nella crisi climatica; i meccanismi che muovono l’industria alimentare e la grande distribuzione; in che direzione stia andando l’evoluzione della coscienza umana: in altre parole come sta cambiando il nostro sguardo sull’altro, sia umano che non umano.Per l’utilizzo del brano Happy Animals? si ringraziano Daana Green & Endless.
8/5/202426 minutes, 54 seconds
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La grande famiglia dell’arte

Un museo che non è un museo, ma piuttosto un luogo di libertà, scambio e sperimentazione. Il 28 luglio 1964, in Costa azzurra, a Saint-Paul-De-Vence, a sud di Nizza, si inaugura la Fondazione Maeght con una serata memorabile a cui partecipa il ministro della cultura André Malraux e si esibiscono Ella Fritzgerald e Yves Montand: si tratta della prima fondazione d’arte contemporanea privata in Francia: un luogo unico per l’epoca, voluto da Marguerite e Aimé Maeght, una coppia di collezionisti editori e galleristi che erano amici di alcuni grandi maestri del Novecento: Chagall, Mirò, Giacometti, Braque, Léger. Artisti che sono gli ispiratori del progetto, firmato dall’architetto catalano Sert che realizza un edificio in stretto dialogo con l’arte e la natura. Un luogo che attira ancora oggi centinaia di migliaia di visitatori da tutto il mondo. Siamo andati a visitarla per capire la sua storia. Un Reportage di Emanuela Burgazzoli.
8/2/202428 minutes
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La Grande Dea

Davvero in età preistorica sono esistite società matriarcali, dalle quali la gerarchia, e la violenza erano bandite? A proporre una rivoluzione che ha suscitato enorme clamore e che ha fecondato gli studi sulla condizione femminile sono stati i lavori dell’archeologa e linguista Marija Gimbutas e dell’antropologa Riane Eisler. Marija Gimbutas, che era lituana naturalizzata statunitense, morì a Los Angeles nel 1994. Studiò l’Europa preistorica e sostenne l’idea che la patria originaria del mondo indoeuropeo fossero le rive del Mar Caspio e le montagne del Caucaso. A lei si deve la cosiddetta ipotesi kurganica, la teoria delle steppe, secondo cui la più antica lingua indoeuropea sarebbe quella parlata dai popoli Kurgan, così chiamati dai loro particolari tumuli funerari.Riane Eisler è invece una sociologa viennese, che vive negli Stati Uniti, e si è occupata dei modelli evolutivi umani. È considerata la miglior erede di Marija Gimbutas. Ha ipotizzato il succedersi di fasi storiche, in cui il modello della dominanza fondato sull’ordine distruttivo maschile del controllo dall’alto, della gerarchia e della violenza si sarebbe alternato al modello mutuale della partnership, ispirato al rispetto reciproco e alla collaborazione tra i sessi. Di queste suggestive ipotesi discuteremo con due studiose, che stanno sviluppando nelle battaglie femminili le ipotesi formulate da Riane Eisler e Marija Gimbutas.
7/31/202426 minutes, 13 seconds
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Lo sport è un gioco?

Il tema del gioco spesso si confonde con quello della sfida e della competizione. Complice anche il fatto che alcune discipline sportive individuali (tennis, sci, corsa) e di squadra (pallavolo, calcio) spesso si disputano senza tenere conto del risultato o dell’ordine di arrivo, ma per il solo gusto di stare insieme e condividere una passione.Ma dove finisce la semplice partecipazione ad un gioco e dove comincia la sfida sportiva? E quali origini ha? L’antropologo Philippe Descola ci aiuta a scoprire un mondo nel quale il gioco è parte integrante della vita della comunità, e dove il concetto di pareggio (ovvero una sfida che termina senza vincitori e quindi senza sconfitti) era parte integrante della vita sociale. La ricerca della vittoria avveniva solo nel corso di battaglie o guerre, e solo con l’invenzione dell’attuale concetto di sport, prima delle olimpiadi dell’era moderna, lo sport ha assunto un valore identitario e competitivo.
7/29/202427 minutes, 59 seconds
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Ajla e la fiamma di Olimpia

In questi mesi di preparazione alla selezione olimpica abbiamo chiesto ad Ajla Del Ponte, velocista svizzera quinta classificata a Tokio nei 100m, di tenere un diario sonoro della sua vita da atleta. Farci raccontare da lei il dietro le quinte di una preparazione del genere, tra riabilitazione, spostamenti, isolamento, concentrazione. Come si vive a questi livelli? Come si gestiscono vittorie e sconfitte? Cosa conta davvero?Il “Laser” ripercorre questi ultimi sei mesi di preparazione, dal Sudafrica all’Olanda, passando per la Valle Maggia e Lugano. Insieme ad Ajla, la musica che usa per visualizzare le gare ed allenarsi, le nuvole africane, la brezza olandese e la pioggia.
7/26/202427 minutes, 56 seconds
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Vivere lo sport per stare insieme

Tornerà ad essere sport olimpico nel 2028. Dopo una breve apparizione all’inizio della storia dei giochi dell’era moderna, il cricket è stato riammesso nella famiglia olimpica.Il rientro del secondo sport al mondo per numero di praticanti è una notizia di portata globale. In Italia la centralità di questo sport si è spostata negli ultimi anni a Roma, dove dai parchi pubblici ai campi della Federazione Cricket Italiana [FCrI] migliaia di persone di cui molte provenienti dalle comunità asiatiche di Bangladesh, India, Pakistan e Sri Lanka, stanno rendendo popolare questo sport come mai accaduto prima. Lo dimostra l’innalzamento del valore delle nazionali maschili e femminili che stanno ambedue scalando il ranking mondiale. Ad avere maggiore opportunità di partecipare a LA28 è il team femminile che se riuscisse nell’intento, sarebbe la prima rappresentativa al mondo non legata al Commonwealth a gareggiare. Nel frattempo, l’undici luglio 2024 la FCrI è stata riconosciuta ufficialmente dal CONI come federazione sportiva. Inclusione sociale, sport amatoriale, professionistico e cittadinanza negata a chi nasce in Italia da genitori provenienti da altri luoghi, speranze ed entusiasmi personali e di squadra sono raccontate da semplici appassionati, allenatore e atlete della nazionale italiana femminile e dal segretario nazionale della FCrI.
7/23/202421 minutes, 54 seconds
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Il pugno nero ai giochi olimpici

È una delle foto più iconiche nella storia dei giochi olimpici. Il podio dei 200 metri maschili alle olimpiadi di Città del Messico 1968. Durante l’esecuzione dell’inno nazionale, dopo la consegna delle medaglie, il vincitore, lo statunitense Tommie Smith ed il connazionale John Carlos, giunto terzo, sollevarono il pugno guantato di nero, per sostenere la lotta dei diritti civili per gli afroamericani. Alla protesta partecipò anche il secondo classificato, l’australiano Peter Norman, indossando una spilla che sosteneva il movimento “progetto olimpico per i diritti umani”. John Carlos, la cui “Autobiografia di una leggenda, i pugni olimpici che hanno cambiato il mondo” edizioni DeriveApprodi è stata pubblicata anche in italiano nel 2024, racconta il 16 ottobre 1968, giorno della gara, le sue sensazioni, la determinazione a lasciare un segno nella memoria collettiva, segno suggerito dalla frequentazione di due grandi attivisti per i diritti della comunità afroamericana, Malom X e Martin Luther King.Una forma di protesta che ha avuto ripercussioni enormi per i tre protagonisti di quel podio. A lungo quel gesto è stato condannato da parte della società civile e dalle istituzioni sportive, ma allo stesso tempo i tre sono ancora oggi considerati un simbolo, degli eroi da chi sostiene le cause dei più deboli e da chi non ha voce.
7/22/202426 minutes, 25 seconds
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Rinascimento psichedelico

La terapia psichedelica assistita è un trattamento che adopera la somministrazione di sostanze quali LSD, psilocibina e MDMA, in associazione alla psicoterapia classica. È praticata in Svizzera solo in casi eccezionali, autorizzati dall’ufficio federale della sanità pubblica, per curare malattie come la depressione, il disturbo post-traumatico da stress, i disturbi d’ansia e nell’alleviare le condizioni dei malati terminali. Le sostanze psichedeliche hanno avuto un apice di fama e di utilizzo ricreativo negli anni 60, grazie al movimento hippie, ma poi sono state demonizzate e vietate per quasi 40 anni. Nella Svizzera tedesca la terapia psichedelica assistita è pioneristica ed esiste dal 2014. Nella Svizzera italiana, invece, è ancora sconosciuta e solo ora si stanno muovendo i primi passi. Ne parliamo con Peter Gasser, lo psicoterapeuta svizzero che ha introdotto il primo trattamento legale con LSD riconosciuto dalle autorità; la psicoterapeuta e ricercatrice della clinica psichiatrica universitaria di Zurigo Helena Aicher; il paziente Andrea Siclari, che ha seguito una terapia in ambito palliativo con LSD; la psicoterapeuta e fondatrice della fondazione Alaya Christine Meier e il direttore della clinica psichiatrica cantonale di Mendrisio Zefiro Mellacqua.
7/17/202427 minutes, 1 second
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Scrivere e comunicare lo sport

500 miliardi di euro di fatturato. Questo è il giro d’affari che ruota intorno allo sport. Ma affinché questa colossale macchina si metta in moto e possa funzionare occorre un carburante fondamentale: la comunicazione. Lo sport è quello che è, perché viene comunicato, perché ci sono le televisioni e i giornali sportivi, il Web, perché tanta parte dell’industria dell’informazione è informazione sportiva. Nell’accelerazione generale che ha registrato in un breve volgere di anni una trasformazione radicale di ogni attività sociale anche lo sport non è stato risparmiato. Come è cambiata negli ultimi tempi la comunicazione sportiva? Ne discutono Stefano Barigelli, il direttore della Gazzetta dello sport, il più antico quotidiano sportivo europeo; Alessandro Cannavò, figlio del leggendario Candido Cannavò, indimenticabile direttore della Gazzetta, che racconterà il giornale di suo padre, raffrontandolo a quello di oggi; Carlo Brena, che ha una lunghissima esperienza nel mondo dello sport attraverso una delle principali agenzie di comunicazione del settore; Agostino da Polenza, uno dei promotori del laboratorio piramide Ev-K2-Cnr all’Everest, che si soffermerà sui rapporti tra sport e scienza.
7/12/202426 minutes, 25 seconds
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Diario di una valle

La notte tra il 29 e il 30 giugno scorsi l’alta Vallemaggia è stata sfigurata dall’alluvione. Un finimondo che ha presentato un conto pesantissimo: cinque morti accertati e tre dispersi. La Val Bavona è stata tagliata in due all’altezza di Fontana, con una frana di dimensioni enormi. La Lavizzara ha perso a sua volta vite e strutture, come il Centro sportivo che era punto di incontro e fiore all’occhiello.I primi giorni di questa tragedia sono stati raccolti (anche) nelle cronache della nostra radio. Francesca Torrani è stata tra le prime ad arrivare sul posto e a incontrare la gente delle valli. Queste sono le voci, raccolte in forma di diario: non hanno la pretesa di essere esaustive né di restituire l’enormità della tragedia. Sono segni su un taccuino, espressione di un’umanità.
7/11/202425 minutes, 1 second
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Gustav Klimt

Gustav Klimt (1862-1918) è uno degli artisti più amati al mondo sia dai collezionisti che dal grande pubblico. Da un paio di decenni fa registrare quotazioni eccezionali e spesso la vendita delle sue opere va di pari passo con cause di restituzione milionarie, grande clamore mediatico e accesi dibattiti tra storici e storici dell’arte. Da ultimo è stato il ritratto della “Signorina Lieser”, un degli ultimi lavori del maestro viennese, ad occupare le cronache internazionali, perché la sua provenienza presenta rilevanti lacune in concomitanza con il nazismo e fino ai primi anni ‘60, e perché è riemerso all’improvviso, dopo essere stato appeso per 60 anni in un modesto soggiorno di un’anonima casa nei pressi di Vienna. Quel ritratto non è tuttavia un’eccezione: una provenienza opaca caratterizza numerose altre opere del pittore del “Bacio” e del “Fregio di Beethoven”, ricomparse dopo la guerra. Con questo Laser, Flavia Foradini cerca con l’aiuto di esperti le radici sia del vasto apprezzamento del pittore e disegnatore, sia dei duelli giudiziari scatenati per affermare a colpi di stuoli di avvocati e di milioni di euro la proprietà delle sue opere. Come mai proprio Klimt? È stato sempre un artista così stimato? Ed è tutto amore per l’arte quello che luccica?
7/8/202427 minutes, 34 seconds
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Gustav Klimt: superstar fra arte, razzie e commercio

Gustav Klimt (1862-1918) è uno degli artisti più amati al mondo sia dai collezionisti che dal grande pubblico. Da un paio di decenni fa registrare quotazioni eccezionali e spesso la vendita delle sue opere va di pari passo con cause di restituzione milionarie, grande clamore mediatico e accesi dibattiti tra storici e storici dell’arte. Da ultimo è stato il ritratto della “Signorina Lieser”, un degli ultimi lavori del maestro viennese, ad occupare le cronache internazionali, perché la sua provenienza presenta rilevanti lacune in concomitanza con il nazismo e fino ai primi anni ‘60, e perché è riemerso all’improvviso, dopo essere stato appeso per 60 anni in un modesto soggiorno di un’anonima casa nei pressi di Vienna. Quel ritratto non è tuttavia un’eccezione: una provenienza opaca caratterizza numerose altre opere del pittore del “Bacio” e del “Fregio di Beethoven”, ricomparse dopo la guerra. Con questo “Laser”, Flavia Foradini cerca con l’aiuto di esperti le radici sia del vasto apprezzamento del pittore e disegnatore, sia dei duelli giudiziari scatenati per affermare a colpi di stuoli di avvocati e di milioni di euro la proprietà delle sue opere. Come mai proprio Klimt? È stato sempre un artista così stimato? Ed è tutto amore per l’arte quello che luccica?
7/8/202427 minutes, 34 seconds
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Fuga da Gaza

Dal 7 ottobre 2023, data di inizio delle operazioni israeliane a Gaza, stando alle dichiarazioni dell’ambasciatore palestinese al Cairo, tra gli 80.000 e i 100.000 palestinesi sono entrati in Egitto attraverso il valico di Rafah. Oggi molti di loro, anche a causa della condizione economica in cui vertono, vivono nei sobborghi della capitale egiziana, in una situazione estremamente precaria, senza diritti e con la costante paura di essere arrestati o espulsi dal Paese. Ma nonostante una situazione di insicurezza e instabilità, gli sfollati gazawi al Cairo non hanno reciso i legami con la propria terra. La capitale egiziana infatti è diventata l’epicentro di un movimento dal basso. Piccole associazioni formali o non nascono e crescono per rispondere ai bisogni della comunità palestinese e per partecipare agli aiuti umanitari verso la Striscia. Arianna Pagani e Davide Lemmi, nel reportage prodotto dal Cairo, raccolgono le testimonianze dei palestinesi arrivati nel paese nord africano, cercando di tracciare il contesto in cui gli sfollati gazawi si muovono, senza dimenticare il ruolo dell’Egitto nella regione.
7/5/202424 minutes, 1 second
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Dottori in Circo

Pochi mesi fa si sono laureati i primi studenti del Corso di Laurea Triennale per Artista di Circo Contemporaneo, equipollente dal 2022 a laurea triennale in DAMS. È accaduto all’accademia Cirko Vertigo di Grugliasco, nel torinese. L’arte di strada dunque diventa un mestiere con laurea. E questo anche perché il circo è cambiato: esiste ancora il tendone itinerante, ma dagli anni Settanta si è ormai affermato un “nuovo circo”. Mescola teatro, acrobazia e danza, creando uno spettacolo di intrattenimento capace di attirare un pubblico diverso, come dimostra il successo internazionale del Cirque du Soleil.Lo speciale parte dal racconto di Anna e Batipste, due giovani allievi dell’Accademia Cirko Vertigo, protagonisti dello spettacolo Impromptu, andato in scena durante la terza edizione del Festival Nice Chieri, svoltosi dal 15 al 21 aprile. Paolo Stratta spiega poi la novità della laurea per Artista di Circo Contemporaneo dell’Accademia Cirko Vertigo, da lui diretta e fondata. Racconta la sua esperienza anche Camilla Peluso, direttrice della Piccola Scuola di Circo di Milano, che promuove inoltre il circo come disciplina alternativa a quelle sportive più diffuse. Infine Alessandro Serena, nipote di Moira Orfei e docente di Storia dello spettacolo circense e di strada all’Università degli studi di Milano, fa il punto sull’evoluzione del circo e le sue tecniche della meraviglia.
7/1/202427 minutes, 6 seconds
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Da volontario in Ucraina

La Legione internazionale Ucraina è un’unità militare creata nel febbraio 2022 e composta da migliaia di uomini e donne venuti da ogni parte del mondo per combattere le forze militari russe che hanno invaso il paese. Ma chi sono, che storia hanno e perché hanno deciso di rischiare la loro vita imbracciando un fucile a migliaia di chilometri di distanza dalle loro case? Abbiamo incontrato alcuni di loro in Donbas, nell’est dell’Ucraina. Queste sono le loro storie.
6/28/202423 minutes, 8 seconds
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Ritratto di una società frammentata

Nel cuore delle prossime elezioni legislative francesi, il nostro reportage svela il polso di una nazione divisa. Nelle periferie est di Lione, tra le strade di Villeurbanne, Decines, Meyzieu e Jonc, abbiamo esplorato le profondità di una società in fermento. Le interviste raccolte nei quartieri popolari dipingono un quadro delle frustrazioni e delle aspirazioni degli abitanti. Con il Presidente Macron che ha sciolto l’Assemblea Nazionale in risposta al successo del Rassemblement National alle elezioni europee, queste elezioni assumono un significato cruciale per il futuro politico del paese. Da un lato, c’è la richiesta di cambiamento; dall’altro, la paura dell’incertezza economica e sociale. Attraverso le voci dei cittadini, il nostro viaggio rivela le contraddizioni e le unità di una Francia che si confronta con sé stessa.
6/26/202422 minutes, 12 seconds
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Quando un pubblico assiste

Luca Vettori è un creativo ed ex pallavolista della nazionale italiana. Arianna Scarnecchia è una giornalista e documentarista freelance e si è occupata anche di sport. Dal loro incontro, grazie a passioni condivise, per prima la radio, è nata una domanda di ricerca: cosa fa un pubblico sportivo?Il percorso di ricerca li ha portati sulle tracce della tifoseria della squadra di Modena, una città in cui Luca ha giocato per diversi anni, e dove la pallavolo è rilevante e presente quanto il calcio, se non di più; e poi a Firenze, dove una tifoseria ha deciso di gestire una squadra di calcio auto-organizzandosi e legandosi al territorio che vive e attraversa. Le voci di atleti, giornalisti e psicoterapeuti indagano e raccontano la relazione tra lo sport e i suoi pubblici, per provare a rispondere: cosa accade quando un pubblico assiste?Con Francesca Chelazzi, Lorenzo Frutti, Giulia Ghiretti, Federico Meda, Matthias Moretti, Alberto Pellai, Chiara Sandoni.
6/25/202425 minutes, 8 seconds
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Genova, un porto per la Svizzera

Nei carruggi stretti di Genova, nella prima metà dell’800, si aggirava un ticinese ossessionato dal porto, tanto da renderlo materia d’esame a un suo corso universitario. Era l’architetto ticinese Gaetano Cantoni, una figura che incarna il legame stretto tra la Superba e il nostro territorio. È lui il primo tassello nel nostro viaggio spazio temporale nella realtà del porto di Genova, nelle sue trasformazioni attuali e nelle sue prospettive future di ritornare a essere lo scalo marittimo di riferimento della Svizzera, come fu agli inizi del ‘900. Andremo alla scoperta delle opere infrastrutturali che sono già state cantierate e che lo trasformeranno da qui ai prossimi anni, ma anche degli altri luoghi e delle figure che ruotano attorno alla movimentazione delle merci tra sud e nord Europa, per porre infine l’attenzione sulle grandi sfide logistiche ancora aperte. In questa puntata ritroveremo la storica Stefania Bianchi, in procinto di pubblicare un’opera monografica su Gaetano Cantoni, Paolo Piacenza, ex commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale (lo era ancora all’epoca della nostra intervista), Roberto Ferrari, managing director di PSA Italy e Angelo Betto, CEO di Cippà Trasporti. 
6/24/202426 minutes, 10 seconds
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Unsuitable for ladies

Davvero le donne hanno viaggiato meno degli uomini nel corso dei secoli? Quando comincia il viaggio al femminile? Chi parte, quali sono le destinazioni prescelte, quando inizia il processo di democratizzazione del viaggio? Ecco alcune delle domande a cui cercherà di rispondere questo Laser di Franco Brevini. Coinvolgendo due specialisti come Luca Clerici dell’Università di Milano e Ricciarda Ricorda dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, verranno affrontati anche i temi scottanti legati alle questioni di genere. Quali sono le differenze tra le relazioni di viaggio degli uomini e quelle delle donne? Esiste un etimo inconfondibilmente femminile, un quid caratteristico della scrittura di tutte le viaggiatrici o della maggior parte di esse? Quanto dipende invece dalle sensibilità individuali, dal livello sociale, dall’educazione più o meno cosmopolita e dalle matrici ideologiche e culturali di ciascuna di loro?
6/21/202424 minutes, 43 seconds
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Lo sport per sentirmi vivo

Si chiamano Eyeru, Iman, Musa, Farzad, Mahboubeh. Hanno due cose in comune. Sono rifugiati e parteciperanno ai giochi olimpici di Parigi 2024. Quasi quaranta atleti d’élite ma senza bandiera nazionale saranno presenti sui campi di gara tra pochi giorni nella capitale francese. E – per la prima volta – alcuni hanno serie possibilità di conquistare una medaglia. Lo sport da alcuni anni ha assunto un ruolo importante nelle realtà delle comunità rifugiate. E i giochi olimpici sono il momento più significativo per comprendere il valore sociale delle diverse discipline praticate. E gli atleti rifugiati presenti a Parigi avranno il privilegio di sottolineare le ragioni per cui lo sport esiste: condividere una passione, rispettare le diversità, vivere in pace e in armonia, affrontare con lo spirito olimpico sia le vittorie sia le sconfitte.Con Filippo Grandi, Alto Commissario UNHCR, gli atleti Musa Suliman e Iman Mahdavi, l’allenatrice Sandra Gasser, il presidente della squadra di atletica STB Berna Alex Khun, Marianne Amar, storica e responsabile del team di ricerca del Museo Nazionale dell’immigrazione di Parigi, il presidente del Lotta Club Seggiano Giuseppe Gammarota e il dottore di origine iraniana Farzin.
6/20/202426 minutes, 2 seconds
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Il coraggio di una contradittoria coerenza (2./2)

È certamente uno dei registi europei più affermati e originali e i suoi spettacoli (ma anche i suoi film e i suoi libri) che nascono, ma allo stesso tempo si discostano dal genere del teatro documentario tedesco degli anni ’60, sono diventati punti di riferimento essenziali della nuova drammaturgia. Nato a Berna nel 1977, Milo Rau dalla Svizzera è partito alla conquista dei palcoscenici internazionali prima portando in giro per l’Europa i suoi “processi” – non a caso la forma con cui Peter Weiss aveva rilanciato il teatro documentario - e poi diventando nel 2017 direttore del Teatro Nazionale di Gent in Belgio. Lo scorso anno poi è stato nominato direttore delle Wiener Festwochen e in queste settimane è impegnato a presentare la sua prima edizione di un festival viennese in cui ha trasposto tutta la sua visione di un teatro politico e dalla chiara impronta attivista. Dal 19 al 22 giugno Antigone in amazzonia- di cui Milo Rau è in scena a Losanna al Théâtre de Vidy.
6/19/202421 minutes, 7 seconds
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Il coraggio di una contradittoria coerenza (1./2)

È certamente uno dei registi europei più affermati e originali e i suoi spettacoli (ma anche i suoi film e i suoi libri) che nascono, ma allo stesso tempo si discostano dal genere del teatro documentario tedesco degli anni ’60, sono diventati punti di riferimento essenziali della nuova drammaturgia. Nato a Berna nel 1977, Milo Rau dalla Svizzera è partito alla conquista dei palcoscenici internazionali prima portando in giro per l’Europa i suoi “processi” – non a caso la forma con cui Peter Weiss aveva rilanciato il teatro documentario - e poi diventando nel 2017 direttore del Teatro Nazionale di Gent in Belgio. Lo scorso anno poi è stato nominato direttore delle Wiener Festwochen e in queste settimane è impegnato a presentare la sua prima edizione di un festival viennese in cui ha trasposto tutta la sua visione di un teatro politico e dalla chiara impronta attivista. Ad aprile Milo Rau ha preso parte agli eventi letterari di Monte Verità e Laser lo ha incontrato per parlare di questa sua nuova sfida ma anche dei suoi numerosi spettacoli che continuano a girare per il mondo e anche in Svizzera.
6/18/202424 minutes, 53 seconds
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Con gli occhi di Marco

Da sabato prossimo, Rete due dedica alla letteratura di viaggio un spazio ogni sabato mattina alle 11. Anticipiamo “Valigie di carta – Orizzonti di viaggio letti e raccontati alla radio” ripercorrendo la nascita e la fortuna del libro di viaggio più conosciuto: il Milione di Marco Polo. Già pochi anni dopo la sua composizione era ricercato da mercanti, missionari, studiosi, tanto che fu subito tradotto nelle più diverse lingue. Nei secoli seguenti questo interesse non si è mai sopito e ora anzi si è risvegliato in occasione dei settecento anni dalla morte dell’autore, celebrato con mostre e nuove edizioni. La stesura del Milione – quando ancora si chiamava Descrizione del mondo o Libro delle meraviglie – si deve a una serie di circostanze irripetibili. Il medievista Paolo Grillo racconta le straordinarie opportunità aperte per i mercanti dal nuovo impero mongolo guidato dagli eredi di Gengis Khan; lo scrittore Giordano Tedoldi ha tradotto in italiano moderno l’intricata prosa del Milione, scritto dapprima in francese; lo storico Pieralvise Zorzi ci aiuta a orientarci nella Venezia del Duecento, in perenne guerra con Genova, e approfondisce il viscerale legame di Marco con la sua città d’origine; infine Giulio Busi, ultimo biografo del viaggiatore veneziano, riflette sullo sguardo di Marco quale spiegazione più vera e profonda del successo di questo libro. Mario Cei ha letto per noi alcune delle pagine più belle.
6/17/202423 minutes, 41 seconds
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Unione europea e crisi della democrazia

Le elezioni europee sono una cartina di tornasole che permette di valutare lo stato di salute della democrazia dell’Unione europea e dei singoli paesi che la compongono. Negli ultimi anni infatti la democrazia di stampo liberal-democratico sembrerebbe essere entrata in uno stato di profonda crisi in diversi paesi, conseguenza di governi che hanno preferito inseguire il consenso immediato al posto di scelte difficili, impegnative o pianificazioni future a lungo termine.Il Professor Mario Monti analizza a Laser lo stato di salute delle democrazie europee e l’importanza dell’Unione Europea a partire dalla sua recente pubblicazione Demagonia. Dove porta la politica delle illusioni (Solferino, 2024). La crisi della democrazia – la demagonia – non è però irreversibile, ci sono delle soluzioni nelle istituzioni stesse della democrazia, applicate con una politica seria e responsabile.Mario Monti, Senatore a vita della Repubblica Italiana, è stato Presidente del Consiglio dei ministri fra il 2011 e il 2013 ed ha una grande esperienza nell’Unione europea, prima come Commissario Europeo per il Mercato Unico (1995-1999) e poi per la Concorrenza (1999-2004). E’ stato inoltre Professore di Economia presso le Università di Trento e di Torino, e poi alla Bocconi, di cui è stato anche Rettore (1989-1994) e Presidente (1994-2022).
6/14/202426 minutes, 30 seconds
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Arte da vendere

15 aprile 1874: è la data che segna la nascita di uno dei movimenti artistici d’avanguardia più conosciuto e amato nella storia dell’arte, l’Impressionismo. Un movimento che alle origini era una società anonima di pittori e scultori, una cooperativa di una ventina di artisti decisi ad avere il controllo della propria produzione artistica e a promuoversi autonomamente, al di fuori del circuito accademico dei Salons ufficiali: è l’avvio di una rivoluzione estetica che porterà alla ribalta i nomi di Monet, Renoir, Degas, Cézanne, Pissarro, Sisley e Morisot. Ma in quegli anni si gettano anche le basi del moderno sistema dell’arte, con un mercato basato sulle gallerie indipendenti, sulla figura del mercante-gallerista e sulla critica specializzata. Per capire come, siamo andati a Parigi sulle tracce di quella prima mostra impressionista a incontrare Anne Robbins, conservatrice al Musée d’Orsay, Sylvie Patry, ricercatrice e curatrice, e il sociologo dell’arte Alain Quemin. undefined
6/13/202426 minutes, 57 seconds
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RTW: il grande sogno

Anche se non necessariamente in ottanta giorni, come voleva Jules Verne, chi di noi non ha sognato di compiere il giro del mondo? Non erano trascorsi trent’anni dal viaggio di Colombo che già Magellano si lanciava nell’impresa. Impiegò tre anni. Dei 237 uomini imbarcati su cinque navi ne rientrarono solo diciotto su un’unica nave.Cento anni fa una squadra americana si lanciò nel primo giro aereo del mondo. Il viaggio del 1924 fu più lento di quello di Jules Verne. Durò infatti non 80, ma 175 giorni, nel corso dei quali vennero superati 42.400 km, volando da est a ovest attraverso Pacifico, Asia, Europa e Atlantico. Era stato appositamente costruito un aereo, il Douglas World Cruiser, un biplano monomotore, con caratteristiche precise: affidabilità, sicurezza, autonomia e dotazioni da idrovolante per eventuali ammarraggi.Nel frattempo, un’altra aviatrice americana, la leggendaria Amelia Earhart cercava di completare il primo giro aereo femminile del mondo. Alla soglia dei quarant’anni decise di cimentarsi nell’impegnativa rotta equatoriale, che richiedeva un interminabile volo di 47 mila chilometri. Pianificò accuratamente ogni dettaglio, ma quando mancavano solo 12.000 km, l’aereo della aviatrice americana si inabissò nelle acque dell’oceano Pacifico. Da allora la sua fine è diventata un giallo, su cui si torna periodicamente a discutere.In questa trasmissione discutono di questi avventurose trasvolate uno storico dell’aviazione, il professor Gregory Alegi, e un pilota di C130, il capitano Jacopo Fainozzi Perini, che ci aiuteranno a capire difficoltà eroismi di quelle imprese
6/12/202427 minutes, 44 seconds
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La Svizzera e l’Europa

Se c’è una realtà figlia dell’Europa, ecco quella è la Svizzera. Tutti i pilastri che costituiscono l’identità svizzera (neutralità, federalismo e sovranità) sono intrecciati a doppio filo alla storia delle nazioni circostanti. E la propria indipendenza e il “caso speciale” (Sonderfall) che caratterizza la nazione sono chiaramente frutto di complessi legami, relazioni – diplomatiche, commerciali, militari – e differenze tra le due realtà, ovvero quella della Confederazione e le altre nazioni confinanti.Una caratteristica della narrazione storiografica è quella di raccontare il passato da un punto di vista esclusivamente nazionale. Lo storico André Holenstein rovescia l’approccio, collocando la Svizzera nel cuore dell’Europa. Una prospettiva originale che ci aiuta a capire perché la Svizzera non può – o forse non poteva? – fare a meno dell’Europa. E viceversa.Di prossima pubblicazione anche in italiano André Holenstein, Nel cuore d’Europa, una storia della Svizzera fra apertura e ripiegamento. Giampiero Casagrande editore.
6/11/202427 minutes, 40 seconds
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Matteotti vivo

Il 10 giugno 1924, esattamente un secolo fa, una squadra della polizia segreta fascista rapisce e uccide il deputato socialista Giacomo Matteotti.Il gesto efferato provoca indignazione e commozione, tanto che lo stesso Benito Mussolini, a capo del governo e sospettato di essere il mandante, affronta il periodo più difficile nella sua ascesa verso il potere. Anzi proprio superando la crisi aperta dall’omicidio Matteotti Mussolini supera le ultime riserve legalitarie e stabilisce un regime a partito unico. Anche per questo il fascismo cercò sin dal primo momento di cancellare il ricordo di Matteotti, ma la sua memoria rimase viva tra il popolo, che vedeva in lui un eroe, un martire, un apostolo. Questa immagine, ripetuta nelle celebrazioni, lascia tuttavia in ombra la complessa personalità di Matteotti, il suo spessore politico e il ruolo nella storia del socialismo riformista, come spiega Giovanni Scirocco. Invece Mauro Canali, il più importante biografo di Matteotti, ribadisce la responsabilità diretta di Mussolini quale mandante dell’omicidio e getta nuova luce su altri aspetti della vicenda sin qui poco conosciuti, in particolare gli episodi di corruzione documentati nelle carte sottratte a Matteotti nel giorno del rapimento. Infine Pasquale Genasci approfondisce le relazioni internazionali di Matteotti, tra Gran Bretagna, Svizzera e Canton Ticino.
6/10/202427 minutes, 57 seconds
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Fosco Maraini, la semplicità del talento

Una vita passata a scoprire. E a raccontare quanto vissuto. Attraverso la scrittura, la fotografia, l’arte, la poesia, utilizzando ogni mezzo e metodo di comunicazione. Per questa ragione è impossibile “catalogare” Fosco Maraini, se non utilizzando formule che implicano fantasiosi giri di parole. “Non è solo un fotografo”, “non è solo un divulgatore” “non è solo…” molto altro. Maraini ha insegnato a milioni di lettori in lingua italiana e nel mondo a provare curiosità e stimolare la conoscenza. Per ciò che osservava lui, dal Giappone al Tibet, realtà che in Occidente sono state prima intuite poi definitivamente scoperte grazie anche ai suoi monumentali saggi, alle fotografie e alle interviste. Ma Fosco Maraini ha lasciato soprattutto, in chi l’ha conosciuto attraverso le sue opere, il gusto per la ricerca, la passione per l’approfondimento, il desiderio di allargare gli orizzonti. Per sentirsi coinvolti e protagonisti del tempo.Con Dacia Maraini, scrittrice, Maria Pia Simonetti, giornalista e consulente editoriale, Franco Marcoaldi, scrittore, poeta e curatore dei Meridiani Mondadori “Pellegrino in Asia” dedicati a Fosco Maraini e Giorgio Amitrano, professore di letteratura giapponese e di lingua e cultura del Giappone all’Università Orientale di Napoli e direttore dell’Istituto Italiano di cultura di Tokyo.
6/8/202428 minutes, 1 second
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Fosco Maraini, la semplicità del talento (2./2)

Una vita passata a scoprire. E a raccontare quanto vissuto. Attraverso la scrittura, la fotografia, l’arte, la poesia, utilizzando ogni mezzo e metodo di comunicazione. Per questa ragione è impossibile “catalogare” Fosco Maraini, se non utilizzando formule che implicano fantasiosi giri di parole. “Non è solo un fotografo”, “non è solo un divulgatore” “non è solo…” molto altro. Maraini ha insegnato a milioni di lettori in lingua italiana e nel mondo a provare curiosità e stimolare la conoscenza. Per ciò che osservava lui, dal Giappone al Tibet, realtà che in Occidente sono state prima intuite poi definitivamente scoperte grazie anche ai suoi monumentali saggi, alle fotografie e alle interviste. Ma Fosco Maraini ha lasciato soprattutto, in chi l’ha conosciuto attraverso le sue opere, il gusto per la ricerca, la passione per l’approfondimento, il desiderio di allargare gli orizzonti. Per sentirsi coinvolti e protagonisti del tempo.Prima parte - Con Dacia Maraini, scrittrice, Maria Pia Simonetti, giornalista e consulente editoriale, Franco Marcoaldi, scrittore, poeta e curatore dei Meridiani Mondadori “Pellegrino in Asia” dedicati a Fosco Maraini e Giorgio Amitrano, professore di letteratura giapponese e di lingua e cultura del Giappone all’Università Orientale di Napoli e direttore dell’Istituto Italiano di cultura di Tokyo.Seconda Parte – Con Francesco Paolo Campione, direttore del Museo delle Culture di Lugano, lo scrittore Carlo Magris, l’artista e compositore Stefano Bollani e il Prof. Daniele Baglioni, università Ca’ Foscari di Venezia.undefined
6/8/202425 minutes, 55 seconds
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Irlande divise dal voto e unite dalla Brexit?

Nel contesto delle elezioni del Parlamento europeo, l’isola di smeraldo si ritrova divisa. Da una parte l’Irlanda del Nord, la cui popolazione non può recarsi a votare, sebbene la Provincia faccia ancora parte del mercato comune e dell’unione doganale europei; dall’altra la Repubblica d’Irlanda, che è chiamata a eleggere quattordici eurodeputati. Uno dei temi dominanti della campagna elettorale è l’immigrazione, che passa per il confine tra le due Irlande. A fare da sfondo le conseguenze della Brexit, che rischia di riaprire le discussioni sul confine. L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, tuttavia, paradossalmente, potrebbe aver reso realizzabile ciò che la violenza non è mai riuscita a ottenere: il sogno dell’unità irlandese. A Laser abbiamo avuto ospiti lo storico nordirlandese Chris Reynolds, professore di storia europea contemporanea e di studi sulla memoria presso la Nottingham Trent University, in Inghilterra, nonché consulente accademico presso l’Ulster Museum di Belfast e lo storico irlandese Connal Parr, Senior Lecturer all’Università del Northumberland di Newcastle, in Inghilterra.
6/7/202424 minutes, 45 seconds
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Storia manuale per l’uso

Lo studio della storia è radicalmente cambiato negli ultimi anni. Sia nelle scuole dell’obbligo sia in quelle del post obbligo si è passato da uno studio passivo, legato al nozionismo da imparare a memoria o quasi, si è passati ad uno studio più attivo, legato all’analisi e al confronto di fonti e documenti diversi. Si tratta di un impegno molto più stimolante e gratificante, che lascia nello studente la sensazione di essere particolarmente coinvolto, in modo critico e consapevole, nello studio della storia. Non solo. Si comprende anche la ragione per cui si studia un determinato argomento. Una palestra che allena la mente a filtrare le diverse verità storiche che hanno segnato il nostro passato e ci aiutano a comprendere la complessità del presente.Con il Leonardo Marchetti, scuola media di Pregassona, Rosario Talarico, docente di storia al liceo Lugano 1 e autore di manuali di storia, Sonia Castro docente all’USI e alla SUPSI e Benedetta Tobagi, Premio Campiello 2023 con “La resistenza delle donne” (Einaudi)
6/5/202427 minutes, 55 seconds
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Che cos’è giustizia? 

In Sudafrica la Giustizia riparativa fu utilizzata come paradigma per superare la violenza di decenni di apartheid. Al posto delle condanne si optò allora per il dialogo tra vittime e carnefici per favorire l’emersione della verità e la riconciliazione. Nell’Unione europea la pratica riparativa é diventata oggetto di una direttiva comunitaria che indirizza gli stati membri verso percorsi per la mediazione e il dialogo. Ma perché mai la giustizia riparativa dovrebbe interessare una persona che ha commesso un reato e che magari già si trova in carcere? In questa puntata partiamo da Lugano dove incontriamo una persona da poco uscita da un periodo di detenzione e una persona che fino a qualche anno svolgeva il ruolo di giudice. Qualche chilometro più a sud la parola passerà a un ex rapinatore.  Con Marco Mona, Laura, Ristretti Orizzonti dal carcere Due Palazzi di Padova e la voce di Alessandra Di Lernia.
6/4/202425 minutes, 50 seconds
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Che cos’è giustizia?

L’icona con cui la giustizia viene spesso rappresentata è quella di una donna. Una spada tenuta nel pugno di una mano, a simboleggiare la forza e l’inesorabilità del giudizio, e nell’altra mano una bilancia a due piatti. La giustizia “spada e bilancia” é quella dei processi, delle aule di tribunale, dei procedimenti penali. A fianco ad essa negli ultimi decenni si è sviluppata con sempre maggiore interesse l’idea di una Giustizia della riparazione. Una forma che al posto di una spada regge in una mano un ago e nell’altra un filo. Che non prevede sentenze o pene ma la possibilità di un incontro tra chi ha commesso e chi ha subito una violenza. La giustizia riparativa può assumere forme molto diverse. In questa puntata ne raccontiamo qualcuna muovendoci tra Losanna e Padova e provando a capire per quale motivo una vittima dovrebbe essere interessata ad avvicinare autori o autrici di un reato. Con Michelle Zaffinetti, Jean Marc Knobel, Camille Dupersinge, AJURES, Ristretti Orizzonti dal carcere Due Palazzi di Padova e le voci in italiano di Alessandra Di Lernia, Ciro Colonna, Marzia Coronati, Angela Sajeva.
6/3/202426 minutes, 29 seconds
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Viaggio in Amazzonia

Un viaggio sui fiumi dell’Amazzonia brasiliana, partendo dal caos di Manaus e arrivando fino al silenzio incantato dello Xixuaù, un villaggio abitato da circa 60 persone, dove si vive ancora di caccia, pesca e agricoltura di sussistenza. Laser vi accompagna tra i suoni e le storie della più grande foresta tropicale al mondo, cercando di offrire un assaggio di quella che è la vita che ogni giorno devono affrontare i suoi abitanti. La testimonianza di Francisco, che allo Xixuaù è nato e cresciuto, permette di conoscere la straordinaria parabola degli abitanti di questo villaggio, che hanno scelto di abbandonare il bracconaggio e diventare guardiani della foresta. Un esempio concreto di come è possibile conservare l’Amazzonia e le sue tradizioni.
5/31/202425 minutes, 11 seconds
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Adelina Guadagnucci una donna straordinaria

Alla fine della seconda guerra mondiale, a Verbania 43 bambini sono senza famiglia. Il sindaco Zappelli lancia una sfida alla giovane Adelina Guadagnucci conosciuta in Svizzera durante gli anni del conflitto e formatasi come educatrice frequentando la scuola internazionale gestita dal Soccorso Svizzero, istituzione sorta allo scopo di preparare personale che al ritorno in patria presterà aiuto ai bambini vittime della guerra.Le viene chiesto di organizzare una comunità che possa ospitare, crescere ed istruire questi bambini. Le impiegate del comune le consegnano un foglio, facendole notare che da una parte sono elencati i nomi dei figli dei fascisti e dall’altra i nomi dei figli e delle figlie degli antifascisti. Adelina accoglie, educa e protegge i bambini orfani, seguendo i principi fondamentali della laicità, della libertà e della tolleranza. Nella gestione dell’Istituto Pedroni, oltre alle difficoltà storiche oggettive legate alla povertà delle risorse, si sono sommate difficoltà ideologiche, soprattutto del mondo cattolico, legato all’impostazione tradizionale degli orfanotrofi, gestiti quasi esclusivamente da ordini religiosi. Ma tutte le persone che hanno conosciuto Adelina hanno saputo riconoscere, nella sua dedizione e nel suo lavoro, un ideale, un insegnamento da poter assumere come modello, a prescindere dalla personale posizione rispetto alla fede. Con Angela Maria Fruzzetti , Maria Grazia Alemanni e Nives Cerutti.Tecnico del suono Nicola Cavina.
5/29/202424 minutes, 25 seconds
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Il Presidente delle 7 di mattina

C’è un solo presidente al mondo che dal primo giorno in cui ha assunto il mandato, sei anni fa, incontra la stampa alle 7 di mattina tutti i giorni. In piedi, anche per oltre 3 ore. È il presidente del Messico Andres Manuel Lopez Obrador, o AMLO, come è comunemente chiamato. L’incontro mattutino è noto come mañanera e della conferenza stampa ha molto poco. È un esercizio di potere politico attraverso cui AMLO ha consolidato la sua popolarità, ha scavalcato i media in maniera esemplare cementando una connessione senza precedenti con la parte della popolazione più dimenticata del paese. È il pulpito personale del Presidente, da cui informa, manipola, accusa, scherza, invita politici e musicisti. E non manca di violare la privacy di cittadini che considera nemici. Mantenendo una popolarità che i predecessori possono solo invidiare, il mandato di Lopez Obrador sta arrivando al termine, il 2 giugno infatti il paese andrà alle urne. Ripercorriamo l’esperimento mediatico della mañanera cominciando con il giornalista Raúl Cortés Fernández, che vi ha dedicato il libro El Choque inevitable (Lo scontro inevitabile). Intervengono un ex portavoce presidenziale, una migrante che fugge dalla violenza del suo villaggio, la fondatrice di una compagnia di comunicazione, una giornalista che ha subito accuse pubbliche dal Presidente, un difensore del diritto di stampa e una sostenitrice di Lopez Obrador da quando si presentava agli elettori di casa in casa. 
5/28/202427 minutes, 19 seconds
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Valdesi

Sulla strada è impressa la storia dei valdesi e della loro lunga battaglia verso la libertà: un cammino segnato da repressioni, massacri, ghetti ed esilio. Una delle pagine piu buie si è consumata nell’inverno del 1687 quando 2700 valdesi, deportati dall’esercito sabaudo, percorsero la via che univa Torino a Ginevra e oltre 300 moritrono.Questo itinerario è parte del percorso storico «Le Strade degli Ugonotti e dei Valdesi», certificato dal Consiglio d’Europa come «Itinerario culturale europeo».Un percorso nella memoria per conoscere la storia di resistenza dei valdesi, che inizia 850 anni fa da quando il mercante francese Valdo fonda il movimento dei «poveri di Lione», che da cristiani laici predicavano il Vangelo in lingua volgare, nel 1184 accusati di eresia da Papa Lucio III.Una storia di difesa dei diritti e della libertà, non solo religiosa, ma di pensiero e coscienza che ripercorriamo con Davide Rosso, direttore del museo Valdese di Torre Pellice; Pierre-André Glauser, presidente della fondazione “Via sur les pas des Huguenots et des Vaudois du Piémont à travers la Suisse” (“Strada sui passi degli Ugonotti e dei Valdesi del Piemonte attraverso la Svizzera”) e Albert de Lange, responsabile del museo Valdese di Schönberg, in Germania.  
5/24/202423 minutes, 34 seconds
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Io non sono pentita

Due anni di prigione per aver realizzato un disegno ritenuto “atto di terrorismo”. L’artista curda Zehra Dogan ha pagato con il carcere in Turchia il proprio impegno per i diritti civili della popolazione curda e a favore delle donne nella società turca.Poco importa se la condanna è stata cancellata pochi giorni fa e in modo definitivo dalla corte di cassazione turca, dopo che lo scorso ottobre era stata chiesta la revisione del processo. Non è una forma di terrorismo disegnare carri armati e la bandiera turca sulle macerie di una città curda distrutta dall’esercito di Ankara, ma l’artista ha comunque pagato un prezzo carissimo: il carcere e poi l’esilio in Europa.A margine di Chiasso Letterario, Zehra Dogan racconta a Laser il suo rapporto con l’arte, il significato del suo lavoro e come sia riuscita comunque a fare uscire dal carcere le sue opere d’arte. “Io non sono pentita” scritta con il proprio sangue su una installazione che riproduce la cella di un penitenziario, è la firma del suo impegno per gli ideali e i diritti in cui crede, e che nemmeno il carcere è riuscito a scalfire.
5/23/202423 minutes, 28 seconds
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Il cartone per bambini più amato dagli adulti

È possibile che una famiglia di cani antropomorfi insegni a genitori di tutto il mondo qualcosa sull’essere madri o padri? Può sembrare strano, ma la serie australiana “Bluey”, nata dalla matita di Joe Brumm nel 2018 e rivolta di per sé a un pubblico di età prescolare, è diventata velocemente un fenomeno di consumo intergenerazionale, capace di appassionare e commuovere anche molti adulti, con o senza figli accanto. Tre stagioni di episodi da otto minuti che raccontano le tranquille giornate della piccola Bluey, della sua sorellina Bingo e di mamma e papà Heeler, con la capacità di far sorridere ma anche di trattare tematiche impegnative. Distribuita da Disney – alla quale però gli autori non vendono, così da poter mantenere un’impronta più autoriale e artigianale sulla scrittura - alla fine del 2023 “Bluey” era stata la seconda serie più scaricata tra tutte le piattaforme di streaming. «Una famiglia in cui i grandi sanno fare bene i grandi, e di rimando i piccoli sanno fare bene i piccoli», spiega lo psicoterapeuta Alberto Pellai, che si sofferma su preoccupazioni e ossessioni della genitorialità moderna. Ma la verità è che tutti, genitori o no, siamo in cerca di un lieto fine. Ed è forse questo a spiegare la passione degli adulti per una serie animata fatta anche di molta nostalgia: parola del saggista e sociologo Marco Pellitteri.
5/22/202424 minutes, 11 seconds
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I Grigioni e la Svizzera

L’antica Confederazione e La Repubblica delle Tre Leghe retiche hanno una lunga tradizione di relazioni diplomatiche. Benché autonomi, i Grigioni hanno in più occasioni bisogno dell’ala protettrice della ben più importante Confederazione. I rapporti bilaterali nascono alla fine del Medioevo e si consolidano nell’Epoca moderna, ma è per mano francese che, ne 1798, i due stati federali vengono uniti. Nella sua narrazione, la storiografia ottocentesca, sminuisce il ruolo della Epoca napoleonica raccontando questo avvicinamento come una via prestabilita e logica, come la relazione fra repubbliche sorelle che vanno a costituire una nuova famiglia. Parte di questo processo di assimilazione è il culto della storia che evidenzia proprio le convergenze. L’unità nella diversità – un elemento fondante della Svizzera moderna – si celebra anche con i monumenti e le feste popolari di carattere evocativo. undefined
5/21/202422 minutes, 6 seconds
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Il Patto del 1524

Nel Medioevo e in Epoca moderna, il Cantone dei Grigioni ha una sua storia che si differenzia da quella del resto della Svizzera. Una pietra miliare di questo percorso è il patto siglato a Ilanz nel settembre del 1524. Il documento riprende in gran parte parola per parola testi e normative anteriori, eppure ha un suo carattere di novità; segna, infatti, il passaggio dall’Epoca feudale a quella dei comuni. La Dieta, istituzione che unisce i rappresentanti delle valli, non si limita a scrive il nuovo patto, ma aggiunge altri protocolli separati che rivoluzionano l’assetto politico delle precedenti leghe retiche. Con le decisioni prese fra l’aprile e il settembre del 1524, i Grigioni diventano una Repubblica e il potere passa definitivamente dai signori feudali ai comuni di valle. Il documento diventa la base costituzionale dei Grigioni fino all’invasione francese del 1798 che segna la perdita della secolare autonomia e dei territori sudditi come l’annessione alla Svizzera.undefined
5/20/202420 minutes, 51 seconds
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Cultura ucraina e resistenza

La parola “guerra” evoca immagini di morte, violenza e distruzione. Ma spesso, proprio a causa del suo impatto così estremo e doloroso, rischia di mettere in ombra altri aspetti.L’aggressione su larga scala dell’Ucraina è iniziata, da parte russa, con una premessa culturale e l’incedere ripetuto di attacchi contro il suo patrimonio artistico e archeologico ha contribuito, negli anni, a dare credibilità e sostanza a questa tesi.Da tempo, ormai, tanti in Ucraina si stanno organizzando per documentare e, in ultimo, portare di fronte alle corti internazionali quelli che, secondo la Convenzione dell’Aja del 1954, sono crimini di guerra a tutti gli effetti.Tra loro, c’è il sergente-avvocato Vitaliy Tytych, che investiga ciascun attacco, come se avesse a che fare con una vera e propria scena del crimine; ma anche Damian Koropeckyj, che cerca di unire tutti i puntini e – tramite immagini satellitari – far comprendere quanto la manipolazione e la distruzione del patrimonio artistico vadano di pari passo con l’avanzamento delle truppe sul terreno.Nella rosa di questo neonato movimento di resistenza culturale ucraino, c’è anche chi – come la Direttrice del Museo Letterario di Kharkiv, Tetyana Pylypchuk, o il Direttore del Museo Pedagogico di Kyiv, Oleh Steshuk – non passa giorno senza riportare a galla capitoli di storia sommersa e correnti artistiche dimenticate, che ricordano, però, quanto l’Ucraina, oggi, si distingua dalla Russia e quanto si sia lasciata alle spalle, nel suo tumultuoso percorso di auto-affermazione, il fantasma dell’Unione Sovietica.
5/17/202427 minutes, 52 seconds
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Conversazioni dopo il sette ottobre

Il suo libro è un successo editoriale in Francia. La Rabbina di Parigi Delphine Horvilleur ha messo nero su bianco le proprie considerazioni dopo il massacro del 7 ottobre e dopo le conseguenze di quell’atto di terrorismo. Una serie di conversazioni, alcune reali altre di fantasia, che inizialmente non dovevano diventare un libro, ma che rivelano la frustrazione, l’angoscia, il dramma interiore di una delle protagoniste del dialogo con i protagonisti della vita istituzionale e religiosa francese ed europea, di una persona capace di portare sulle proprie spalle il peso della sofferenza e il dolore altrui, senza nessuna distinzione riguardo l’appartenenza religiosa o etnica. Attonita e sconvolta davanti alla gravità di quanto sta succedendo e sorpresa dalle affermazioni che da diverse parti si spingono addirittura a negare il diritto delle persone di esistere, la Rabbina Horvilleur racconta a Laser la propria difficoltà nel trovare interlocutori in grado di valutare la complessità della realtà intorno a noi, e come al dialogo, al confronto e alla conversazione si siano sostituite emozione, empatia e il ricorso a facili slogan.
5/16/202427 minutes, 59 seconds
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Genova, un porto per la Svizzera

Mentre la Regione Liguria è scossa da un’inchiesta che coinvolge il suo presidente Giovanni Toti e altre figure che ruotano intorno al porto di Genova, Laser si concentra sul tentativo che Genova sta portando avanti da qualche anno di riaccreditarsi come il porto di riferimento per il nostro Paese, com’era all’inizio del secolo scorso. E non solo in virtù di legami culturali che uniscono quel territorio alle maestranze ticinesi e svizzere, attive in città per diversi secoli a partire dal XI e XII, ma anche in virtù di fenomeni attuali che hanno già sconvolto e promettono di sconvolgere il flusso delle merci a livello globale, innescando tensioni geopolitiche per il controllo di nuove rotte. Parliamo della pandemia, con la sua supply chain disruption, e dei cambiamenti climatici, che stanno per esempio mettendo a rischio la navigabilità del Reno. Tutto questo in un contesto che anche dal punto di vista infrastrutturale potrebbe favorire Genova nei prossimi anni rispetto ai porti del nord Europa, principali vie d’accesso delle merci in Svizzera. In questa prima parte di Laser, gettiamo le basi per capire cosa sia logistica, il ruolo del mare e quello di Genova. Insieme agli scrittori Cesare Alemanni e Francesco Maselli, all’economista Gian Enzo Duci e alla storica Stefania Bianchi. 
5/14/202425 minutes
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Vladimir Kara-Murza

Il giornalista e attivista russo Vladimir Kara-Murza, collaboratore del Washington Post, è tra i vincitori del prestigioso premio giornalistico Pulitzer 2024, per la categoria Commentary (Opinioni) per gli articoli scritti dalla sua cella nel carcere di Mosca, condannato a 25 anni con l’accusa di “alto” tradimento per aver criticato il Cremlino, denunciando i crimini commessi da Putin con l’invasione dell’Ucraina, e aver diffuso notizie “false” sulle forze armate russe. Sopravvissuto a due tentativi di avvelenamento nel 2015 e nel 2017, ha ricevuto il premio Pulitzer “per i suoi appassionati articoli scritti con grande rischio personale, mettendo in guardia dalle conseguenze del dissenso nella Russia di Vladimir Putin e insistendo su un futuro democratico per il suo Paese”. Laser trasmette un’intervista esclusiva realizzata da Sabrina Pisu nel giugno del 2021 a Vladimir Kara-Murza in collegamento telefonico da Mosca, dove il giornalista e attivista russo aveva deciso di restare nonostante una minaccia chiara per la sua vita e la sua libertà, lontano dalla sua famiglia. La linea telefonica cade spesso: “Molte orecchie stanno ascoltando” commenta Kara-Murza che nell’intervista denuncia l’intensificazione degli atti repressivi nella Russia di Putin: una “dittatura che controlla tutte le leve del potere, l’intero sistema politico e mediatico”. E racconta la sua battaglia estrema, che è la sua ragione di vita, “per una Russia libera, democratica, europea”.
5/8/202421 minutes, 58 seconds
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Inclusione non è solo una parola

Tra pochi giorni, il 15 maggio prossimo, ricorrono i 10 anni dalla ratifica in Svizzera della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Cosa è stato fatto in questi 10 anni per promuovere e valorizzare l’inclusione? Nel 2022 Il rapporto della commissione chiamata a valutare il rispetto della convenzione ONU e la sua implementazione ha messo in evidenza numerose criticità. Segno che il lavoro da fare in questo ambito è ancora molto. Ma in realtà tante piccole azioni, tanti piccoli passi si sono mossi e continuano a farlo verso un modo di vivere più inclusivo, anche nel nostro paese. In questo documentario Valentina Grignoli va alla scoperta di due realtà presenti sul nostro territorio, l’associazione Atgabbes (associazione ticinese di genitori ed amici dei bambini bisognosi di educazione speciale) e la fondazione Ares (autismo risorse e sviluppo), che si impegnano quotidianamente a favore di una società protagonista nella co-costruzione di un cambiamento che possa andare a vantaggio di tutti. Iniziative, progetti e azioni concrete che forse non tutti conoscono ma che vale la pena mettere in luce.Diverse le voci che compongono il documentario, c’è chi coordina le associazioni e chi è attivo sul campo, chi studia proposte concrete per il futuro, chi avvicina i bambini alla tematica, ma soprattutto ci sono tanti cittadini con disabilità per i quali l’inclusione non deve essere solo una parola.Con la collaborazione di Ludovica Müller di Atgabbes e Rosy Pozzi di Ares.
5/7/202427 minutes, 49 seconds
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Torino e gli invincibili

Sono ricordati per i risultati sportivi raggiunti e per la tragica fine che ha segnato le loro vite. Domani, 4 maggio, si commemora il 75esimo anniversario dell’incidente aereo nel quale morirono tutti i giocatori della squadra di calcio del Torino, nel 1949.Durante la fase di atterraggio, il velivolo che riportava a Torino squadra, dirigenti e giornalisti dopo una partita amichevole in Portogallo, si schiantò contro il terrapieno della basilica di Superga.Quasi tutta la formazione “granata” vestiva anche la maglia azzurra della nazionale, ma soprattutto le vittorie in campionato contribuivano a fare rinascere una città, Torino, devastata dalla seconda guerra mondiale. Dopo il conflitto, oltre metà delle abitazioni erano inagibili, il settore industriale in ginocchio ed era scomparsa all’improvviso l’identità che a lungo aveva legato la città alla monarchia sabauda.La squadra degli “invincibili”, come saranno chiamati i calciatori dopo l’incidente aereo, restituiva speranza e dignità. I loro nomi saranno letti al memoriale allestito a Superga, davanti ad una folla di circa 50 mila persone molte delle quali avranno raggiunto la sommità della collina a piedi da Torino, e sarà ricordato anche il ruolo che la Svizzera ebbe nella nascita e nei primi successi della squadra.
5/3/202427 minutes, 37 seconds
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Alla scoperta dell’oro rosso

Il corallo stava e sta, anche se sempre meno, dov’è “profondo il mare”. A scoprirne la bellezza furono i greci e i romani, ma a farne un affare fu un marsigliese, Paolo Bartolomeo Martin, che nel 1805 fece di Torre del Greco la sua capitale. Nella cittadina vesuviana dove arrivava, trasportato dalle imbarcazioni chiamate coralline, riuscì a generare un artigianato unico al mondo e vivo ancora oggi, nonostante se ne raccolga, soprattutto nel Mar Mediterraneo, molto meno grazie alle immersioni di poche decine di sommozzatori che hanno sostituito le coralline con le loro reti distruttive. La storia e il presente dell’oro rosso é narrata in questo Laser da due corallari di Torre del Greco e da un professore di zoologia dell’università di Napoli.
5/2/202426 minutes, 49 seconds
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Scrittura operaia

A partire dagli anni ’90, subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica, si era diffusa un po’ ovunque l’idea che la classe operaia fosse definitivamente morta. Molti intellettuali hanno prodotto articoli, libri e ricerche sostenendo che il peso della “working class” nella società europea si era notevolmente ridotto, diventando una forza irrilevante, o avesse addirittura cessato di esistere.Ma in anni recenti il concetto stesso di fabbrica si è esteso ovunque. Le città sono percorse ormai da un esercito di trasportatori, rider, camerieri, badanti, impiegati delle pulizie, telefoniste dei call center. Ma anche insegnanti, segretari, correttori di bozze, infermieri, che si trovano spesso a sopravvivere grazie a uno stipendio precario. Un mondo che ha ritrovato a poco a poco anche una sua rappresentazione attraverso la cultura. In un’epoca in cui l’industria tradizionale è stata in parte soppiantata dalla delocalizzazione e da nuove forme di sfruttamento, la letteratura operaia che aveva avuto grande successo tra gli anni ‘50 e ‘80 del XX secolo, ha trovato nuova linfa vitale, iniziando a essere definita come tale anche dalle riviste culturali specializzate, e la classe operaia ha cominciato a riprendere forza nell’immaginario collettivo. A confermarcelo è stata la seconda edizione del festival di letteratura working class, una rassegna che si è svolta agli inizi di aprile alle porte di Firenze e ha avuto un successo straordinario, con cinquemila partecipanti e cinquanta relatori da sette paesi diversi.
4/30/202425 minutes, 8 seconds
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La notte dei pupazzi bianchi

Nell’Oblast di Donetsk, uno dei fronti più caldi dall’inizio del conflitto ucraino, l’esercito russo è all’attacco ovunque, mentre i soldati ucraini, che soffrono per la scarsità di munizioni dovuta agli enormi ritardi nell’invio di aiuti da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, e soprattutto di uomini, tentano disperatamente di mantenere le posizioni. A cambiare il volto dell’ultimo anno di guerra, in Ucraina, è il larghissimo impiego, su entrambi i fronti, di droni FPV (First Person View) non più utilizzati solo per attività di ricognizione ma come arma di guerra. Un’arma estremamente versatile ed efficace, poco costosa e dagli effetti devastanti, che ha modificato profondamente le tattiche di guerra e ha un impatto psicologico enorme sui soldati.
4/25/202427 minutes, 24 seconds
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La città dei 15 minuti

È considerato uno dei massimi pensatori contemporanei. La sua visione della città del presente e del futuro, a misura di abitante, è studiata in tutto il mondo e trova già alcune applicazioni, soprattutto in città che vedono tra le priorità offerte ai cittadini l’innovazione e la qualità della vita. Il Prof. Carlos Moreno si è distinto con l’idea della città dei 15 minuti alla COP di Parigi 2015 e da allora il suo progetto è entrato in programmi elettorali (ad esempio a Parigi con la sindaca Anne Hidalgo) o nelle amministrazioni locali (Melbourne sta attuando il progetto “il vicinato entro 20 minuti”), ma nelle aule universitarie, la modifica nello studio su come disegnare la città è da tempo una realtà. “Il diritto alla città significa vivere in città” sostiene Moreno, che propone anche un ruolo attivo dei cittadini. In una realtà dove l’individualismo è realtà, il benessere collettivo passa anche dalla consapevolezza che a disegnare la città non sono solo gli urbanisti ma anche chi la città la abita e la rende viva.
4/24/202427 minutes, 38 seconds
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Non è un paese per poveri (2./2)

Il 25 aprile inizia a Venezia l’esperimento per introdurre un ticket d’ingresso alla città. Il nome ufficiale è «contributo unico di accesso» e applicato quest’anno per una trentina di giornate tra aprile e luglio dovrebbe servire a meglio gestire il numero esorbitante di turisti che in alcuni periodi particolarmente critici si riversano in città. Le cifre più catastrofiche parlano di punte di 120 mila presenze giornaliere, mentre la capacità di carico studiata in un recente studio dall’Università Ca’ Foscari sarebbe di 52 mila visitatori al giorno.  Delle difficoltà della città di affrontare un numero così alto di turisti e delle possibilità di affrontarlo si parla da almeno trent’anni, passando dal numero chiuso, all’obbligo di prenotare l’accesso, a una tassa da versare. Mille soluzioni diverse tutte naufragate di fronte alla difficoltà non solo di rendere efficaci tali soluzioni, ma anche di applicarle. Il turismo fa parte della vita di Venezia fin dal medioevo come ne fanno parte da sempre l’apertura al resto del mondo e gli scambi commerciali e culturali. Scambi che ne hanno caratterizzato la storia e la ricchezza. Ma che al calo demografico sempre più accentuato dei residenti e della contemporanea presenza sempre più massiccia di turisti in movimento come in un luna park da un’attrazione all’altra, hanno mutato il volto di una città un tempo ricca di artigiani e commerci locali in una sequela di fast food e negozi di paccottiglia.In questo reportage realizzato tra le calli e i campi di Venezia raccogliendo le voci di cittadini, professionisti e associazioni impegnate nella promozione di una vita della città alternativa al turismo Laser racconta l’impatto dell’iperturismo sulla città e la ricerca di vie alternative di immaginarne il futuro.
4/23/202427 minutes, 49 seconds
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Non è un paese per poveri (1./2)

Il 25 aprile inizia a Venezia l’esperimento per introdurre un ticket d’ingresso alla città. Il nome ufficiale è «contributo unico di accesso» e applicato quest’anno per una trentina di giornate tra aprile e luglio dovrebbe servire a meglio gestire il numero esorbitante di turisti che in alcuni periodi particolarmente critici si riversano in città. Le cifre più catastrofiche parlano di punte di 120 mila presenze giornaliere, mentre la capacità di carico studiata in un recente studio dall’Università Ca’ Foscari sarebbe di 52 mila visitatori al giorno.  Delle difficoltà della città di affrontare un numero così alto di turisti e delle possibilità di affrontarlo si parla da almeno trent’anni, passando dal numero chiuso, all’obbligo di prenotare l’accesso, a una tassa da versare. Mille soluzioni diverse tutte naufragate di fronte alla difficoltà non solo di rendere efficaci tali soluzioni, ma anche di applicarle. Il turismo fa parte della vita di Venezia fin dal medioevo come ne fanno parte da sempre l’apertura al resto del mondo e gli scambi commerciali e culturali. Scambi che ne hanno caratterizzato la storia e la ricchezza. Ma che al calo demografico sempre più accentuato dei residenti e della contemporanea presenza sempre più massiccia di turisti in movimento come in un luna park da un’attrazione all’altra, hanno mutato il volto di una città un tempo ricca di artigiani e commerci locali in una sequela di fast food e negozi di paccottiglia.In questo reportage realizzato tra le calli e i campi di Venezia raccogliendo le voci di cittadini, professionisti e associazioni impegnate nella promozione di una vita della città alternativa al turismo Laser racconta l’impatto dell’iperturismo sulla città e la ricerca di vie alternative di immaginarne il futuro.
4/22/202425 minutes, 15 seconds
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Lungo il confine che non c’è 

Lo scorso dicembre, la Georgia ha ottenuto lo status di paese candidato ad entrare nell’Unione Europea. Un risultato molto atteso dalla società civile georgiana che da tempo sogna l’Europa. L’entusiasmo dell’inizio del percorso d’integrazione europeo si accosta però, alle molte ferite di questa nazione rimaste ancora aperte. I due conflitti in Ossezia del sud, combattuti tra georgiani e separatisti osseti affiancati dai russi, risalgono al 1991 e al 2008. L’ultimo, in particolare, ha portato al controllo de-facto della regione da parte dell’esercito russo. E’ iniziato così, un processo unilaterale di demarcazione del confine attraverso la costruzione e installazione di infrastrutture, come fili spinati, camere di videosorveglianza e torrette di avvistamento. Laser ripercorre i 400km di frontiera tra la Georgia e l’autoproclamata repubblica dell’Ossezia del Sud, raccontando, attraverso le testimonianze di coloro che vi abitano, cosa significhi vivere all’ombra di un confine militarizzato e non riconosciuto dalla comunità internazionale. Il reportage è un percorso che dai traumi del passato arriva al sogno Europa, tentando di far chiarezza su quali siano le domande più pressanti della Georgia di oggi.
4/19/202425 minutes, 44 seconds
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Il Testimone

Protagonista di questo Laser è Volodymyr Sahaidak, direttore del Centro di riabilitazione sociale e psicologica di Kherson, in Ucraina. La struttura da anni accoglie bambini orfani, minori i cui genitori sono in carcere o comunque impossibilitati a garantirne il sostentamento. Kherson è rimasta sotto occupazione russa da febbraio a novembre del 2022: è stata una delle città più martoriate dalla guerra. Ai nostri microfoni, Sahaidak racconta come ha fatto a salvare dalla deportazione 52 bambini, e quali sono le prove che è riuscito a raccogliere. L’uomo oggi è sotto protezione, tutelato perché testimone del processo intentato dalla Corte penale internazionale contro il presidente russo, Vladimir Putin, e la responsabile delle politiche per l’infanzia, Maria Lvova Belova. L’intervista con Sahaidak è stata anche l’occasione per ragionare, insieme allo storico Andrea Graziosi, sul fenomeno storico della deportazione di persone, ma anche sulla possibilità che il processo contro Putin e Lvova Belova venga davvero celebrato e possa portare ad un’eventuale condanna
4/18/202423 minutes, 43 seconds
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Paul Lynch e il nostro presente

L’irlandese Paul Lynch, classe 1977, è il nuovo fenomeno della letteratura in lingua inglese. La vittoria all’ultima edizione del prestigioso Booker Prize, il più importante premio per la narrativa anglofona, l’ha consacrato come una delle grandi voci della letteratura internazionale grazie al romanzo Prophet Song (appena uscito anche in italiano col titolo Il canto del profeta nella traduzione di Riccardo Duranti), il racconto claustrofobico di un’Irlanda sull’orlo del totalitarismo che echeggia le tragedie delle guerre contemporanee. Un libro che può essere letto come una terribile distopia ma anche come un’approfondita indagine nell’animo umano e nelle sue contraddizioni.I suoi romanzi precedenti (giù tutti tradotti in italiano dalla casa editrice 66thAnd2nd di Roma) erano già stati esaltati dalla critica britannica e da quella statunitense per la bellezza della sua prosa e per una lingua originalissima e appassionata che dona pari dignità alla violenza e alla bellezza, all’incanto e all’orrore. Una decina di anni fa, quand’era ancora un esordiente, i principali editori britannici si contesero i suoi primi due romanzi con un’asta furiosa, prima di essere tradotti anche in altre lingue. Ma da dove ha tratto l’ispirazione che l’ha reso un grande scrittore? Quali sono i suoi punti di riferimento letterari? E perché il suo ultimo romanzo non può essere letto soltanto come una distopia del nostro presente?L’abbiamo chiesto allo stesso Paul Lynch, in questa intervista.
4/15/202424 minutes, 49 seconds
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Niger, crocevia dei migranti

Nel novembre 2023, mesi dopo un colpo di stato militare che ha colto di sorpresa le diplomazie occidentali, la giunta militare del Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria (CNSP) al potere in Niger ha soppresso una controversa legge del 2015 che criminalizzava il trasporto e l’assistenza ai migranti. La norma era stata adottata sotto la forte pressione dei partner europei e delle agenzie delle Nazioni Unite.L’applicazione di questa legge ha segnato l’inizio di rapporti privilegiati tra i leader europei, desiderosi di dimostrare un’azione sulla migrazione dall’Africa, e i governanti del Niger, che facevano affidamento su fondi esterni e sostegno diplomatico per consolidare il loro potere.Dopo l’abrogazione, i “passeurs” hanno ripreso le loro attività alla luce del sole. Questo reportage nasce da una missione nella regione di Agadez. Racconta le storie dei migranti in viaggio verso la Libia e dei “passeurs” che sono tornati in libertà dopo essere stati in prigione. Si racconta la preparazione dei migranti alla partenza, la vita in città e all’interno dei “ghetti” dove i migranti soggiornano. Il reportage descrive come abbia ripreso slancio l’economia di Agadez, la celebre “porta del Sahara” al centro delle rotte migratorie.
4/12/202422 minutes, 34 seconds
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Israele, guerra e pace

L’ambasciatore israeliano Yossi Gal ha alle spalle una lunga carriera negli affari esteri, che ha avuto inizio nel 1975. Due volte diplomatico a Washington, dal ‘76 all’ ’81 come Direttore dell’ufficio dell’Ambasciatore, e dall’ ’85 all’ ’89 come portavoce dell’Ambasciata, partecipa alla conferenza di pace di Madrid nel ’91, ed è membro dei negoziati di pace con la Giordania e con i Palestinesi. Ambasciatore di Israele nei paesi Bassi dal ‘95 al 2001, e successivamente in Francia e Monaco dal 2010 al 2015, conduce il processo di adesione di Israele all’ Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico e conduce i negoziati per il miglioramento delle relazioni con l’Unione Europea. Nel 2005 è portavoce del primo ministro Ariel Sharon, durante il ritiro di Israele da Gaza. Oggi Yossi Gal è vice-presidente per l’Avanzamento Universitario e le Relazioni Esterne dell’Università ebraica di Gerusalemme, fondata da Albert Einstein, che sta per compiere cento anni di vita. Lo abbiamo incontrato a Lugano, in occasione di una conferenza sul Medio Oriente, promossa dall’Associazione Svizzera-Israele Sezione Ticino e da Brain Circle Lugano.
4/8/202426 minutes, 48 seconds
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Solidarietà e ambiente

È il secondo alpinista italiano dopo Reinhold Messner ed il sesto al mondo ad aver scalato tutte le quattordici vette superiori agli 8000 metri. Anche se un’impresa non è unanimemente accettata, Fausto De Stefani, è diventato nel corso degli anni un punto di riferimento per tutti gli amanti più puri della montagna. La passione per l’alpinismo, si è arricchita da un senso di solidarietà verso “gli altri” e dall’impegno ecologista. Nato ad Asola, un paesino in provincia di Mantova, nel 1952, Fausto De Stefani arriva all’alpinismo vero e proprio a 19 anni, cominciando ad arrampicare fra le Dolomiti di Brenta. Negli anni successivi la sua attenzione si rivolge alle Alpi e Occidentali e all’alpinismo su ghiaccio e terreno misto d’alta quota. L’incontro con i grandi 8000 arriva nel 1983. In quell’anno De Stefani prende parte alla spedizione guidata da Francesco Santon e diretta al versante Nord del K2. Poi dopo una parentesi in Alaska, per salire la via normale del Denali, riprende la strada delle grandi montagne dell’Asia. Fausto De Stefani si dedica alla rincorsa alle vette degli 8000, salite in gran parte senza l’utilizzo di ossigeno (ad eccezione dell’Everest). L’impegno per la difesa dell’ambiente sfocia nel 1990 con la fondazione, assieme ad altri attivisti, del movimento Mountain Wilderness. In quell’anno De Stefani è uno degli alpinisti impegnati nella spedizione “Free K2”, per liberare la seconda vetta della Terra dalle corde fisse e dalle immondizie abbandonate in parete e ai campi base. Interessato alle problematiche sociali delle popolazioni che incontra nei suoi viaggi in Asia, De Stefani, nel 1996 parte con l’ambizioso progetto “Rarahil Memorial  School, una scuola a due passi dal cielo”, che ha consentito la creazione di un complesso di scuole a Kirtipur, una  cittadina nei sobborghi di Kathmandu, in Nepal. Incontriamo Fausto De Stefani, a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, sulla “Collina di Lorenzo”, un terreno di 13 ettari creata per accogliere ogni anno migliaia bambini delle scuole, per attività didattiche e la possibilità di vivere immersi nella natura. Alla Collina, diventata un posto magico, vengono organizzati anche molti altri incontri tra casette di legno, sculture, una yurta proveniente da Ulan Bator e le sorgenti del cielo.
4/5/202426 minutes, 11 seconds
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Un sogno in prestito

Dopo averla spuntata ancora una volta nelle elezioni più incerte degli ultimi 20 anni Erdoğan ha posto termine a quella che gli economisti avevano soprannominato Erdoganomics. Con la nomina di Hafize Gaye Erkan alla guida della Banca Centrale dopo anni di dura resistenza il Reis ha ceduto a un radicale incremento dei tassi di interessi che dall’8,5% sono balzati al 42%. Tra i più alti al mondo. L’inizio di un’era di austerità segna anche la fine di un’era segnata da un modello economico turbocapitalista simile a quello adottati da molti paesi in via di sviluppo all’inizio degli anni 2000. Nei primi anni 2000 la Turchia di Erdoğan - trainata da un’ipertrofica crescita economica - sembrava ineluttabilmente destinata a diventare, assieme a Brasile, India, Russia e Cina una delle più importanti potenze globali. L’atmosfera ottimistica alimentata da prestiti facili, stimoli ai consumi, deregolamentazione economica e un’adesione all’Unione Europea che sembrava questione di mesi, ha convinto a indebitarsi profondamente una società giovane e affamata di beni di consumo dopo anni di profonda recessione e decenni di controllo statale sull’economia.
4/4/202425 minutes, 11 seconds
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Teresa, la Santa Guerriera

Popolarissima in Francia, poco conosciuta al di fuori dell’Esagono,Santa Teresa di Lisieux è una delle figure femminili più popolari del XX secolo, riconosciuta “dottore della Chiesa” alla pari di Caterina da Siena e Teresa d’Avila. Con Giovanna d’Arco è patrona secondaria di Francia. Entrata nel convento delle carmelitane a 15 anni, la sua vita fu brevissima. Morirà infatti di tubercolosi a 24 anni, a Lisieux, città della Normandia che ospita una basilica intitolata a lei. Oltre 700 mila all’anno i visitatori, la località nel dipartimento del Calvados è il luogo di culto più frequentato dopo Lourdes.La statua di Teresa – solitamente ritratta mentre tiene un mazzolino di rose tra le mani – si trova in ogni chiesa francese, ma anche in libreria è popolarissima. La sua opera postuma “Diario di un’anima” ha venduto oltre 500 milioni di copie nel mondo, è considerato un manuale di vita imperdibile anche per chi non professa alcuna religione.LASER racconta cosa abbia spinto i credenti a rivolgersi verso questa “ragazzina”, tenace, testarda ma dallo spirito profondissimo e contagioso, come oggi sia percepita quella figura, la sua attualità e il suo straordinario messaggio legato ai piccoli generosi gesti quotidiani.
3/28/202425 minutes, 5 seconds
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Le lingue sottratte

Pare che Michelangelo, parlando del suo lavoro, abbia detto: “io intendo scultura quella che si fa per forza di levare”. La statua è quindi già dentro al blocco di marmo: il lavoro dello scultore è quello di togliere il superfluo.E se questo stesso concetto di lavoro per sottrazione, provassimo ad applicarlo allo studio della lingua? Se considerassimo la lingua come ciò che rimane, dopo che abbiamo tolto tutti gli altri suoni che la voce umana può produrre?E ancora: questi suoni espunti dal linguaggio esistono ancora da qualche parte? Sono essi stessi linguaggio? Che fine fanno? Siamo ancora in grado di produrli? Pietro Barbetta è docente di psicologia dinamica e direttore dell’International School of Systemic Teraphy. Da poco ha pubblicato con Meltemi un libro che riflette proprio su questi interrogativi. Il libro si intitola Linguaggi senza senso. Clinica transculturale.Marco Pagani lo ha incontrato. Regia tecnica e montaggio: Fabio Bosia
3/27/202425 minutes, 52 seconds
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Se l’emergenza sanitaria è in Italia

Le stime parlano di circa cinque milioni di italiani ai quali non è più garantito il diritto gratuito alle cure. I gravi problemi che affliggono la sanità pubblica italiana sono al centro del dibattito, particolarmente per la grande fuga di personale medico e infermieristico dagli ospedali negli ultimi tempi. L’attualità rappresenta solo l’apice di una riduzione dell’offerta sanitaria, in corso da anni. Situazione che Gino Strada, fondatore di Emergency aveva ben chiara da tempo. L’organizzazione non governativa nota per l’operato all’estero in paesi come Afghanistan, Cambogia, Eritrea, Ruanda, Serbia e Sudan, in realtà è attiva anche in Italia sin dal 2006. Ad Emergency si rivolgono oltre migranti e non indigenti, sempre più italiani. Come e perché questo accada lo raccontano infermieri, mediatrici culturali e operatori. Da due luoghi simbolo: Sassari con le sue storie di cittadinanza locale dimenticata in zone adibite a piazze di spaccio e micro criminalità, da Castel Volturno dove grazie all’ottimo lavoro svolto i servizi originariamente offerti sono stati presi in gestione dall’Asl locale.
3/25/202424 minutes, 38 seconds
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Le voci russe libere

I paesi baltici sono diventati rifugio per centinaia di giornalisti scappati dalla Russia soprattutto dopo che il presidente Vladimir Putin ha invaso l’Ucraina, nel febbraio 2022. Sarebbe stato impossibile continuare a lavorare nel loro paese. Molti oggi sono in Lettonia, dove i loro editori hanno spostato redazioni e personale. Radio Svoboda, Novaja Gazeta, Meduza e tante altre realtà della stampa indipendente continuano a coprire da lì gli eventi che accadono in Russia. Ma i problemi che devono affrontare sono molti: vivere lontano dai propri amici e familiari, in esilio, lontani dal loro paese, crea isolamento, solitudine, incertezza per il futuro. Alcuni si sono adattati alla loro nuova vita e continuano a fare il loro lavoro. Altri hanno avuto bisogno di assistenza e protezione in centri dedicati ai giornalisti come il Riga Media Hub. 
3/22/202422 minutes, 48 seconds
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Dimenticare l’Artsakh, dimenticare la storia

Sei mesi fa l’esercito dell’Azerbaijan, complice l’immobilismo russo nella regione, attaccò l’Artsakh-Nagorno Karabakh, l’enclave di etnia armena in territorio azero. In pochi giorni la quasi totalità della popolazione lasciò le proprie case, i monumenti, i cimiteri, la storia per cercare rifugio in Armenia.Finiva così una disputa territoriale che dal 1991 – dal momento della dissoluzione dell’Unione Sovietica - aveva portato a tensioni gravissime e conflitti tra Armenia e Azerbaijan. Ma se la popolazione ha abbandonato quel territorio, che fare ora dei monumenti e delle tracce millenarie che ricordano senza ombra di dubbio la presenza armena nella regione? Le ruspe hanno abbattuto in diretta televisiva il parlamento dell’autoproclamata repubblica dell’Artsakh (mai riconosciuta da nessun governo) ma secondo storici, archeologi e ricercatori è già cominciata la cancellazione della cultura armena in territorio azero.
3/20/202427 minutes, 53 seconds
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I 60 anni straordinariamente vagabondi dell’Odin Teatret

Festeggia i suoi primi 60 anni, l’Odin Teatret, una delle più importanti compagnie teatrali del mondo. Un compleanno che viene celebrato con un programma intenso di appuntamenti per tutto il 2024 che porta la carovana teatrale dal Messico all’Uruguay, dalla Cina alla Norvegia.Fondato da Eugenio Barba l’ultimo maestro teatrale d’Occidente, allievo di Jerzy Grotowsky, l’Odin Teatret si è distinto negli anni come un progetto unico di Teatro di ricerca multimediale.Nata a Oslo, in Norvegia, nel 1964, poi stabilitasi in Danimarca a Hostelbro, cresciuta facendo del training dell’attore il suo fulcro tra collaborazioni importanti anche con Jacques Lecoq, Dario Fo, Krejca, Luca Ronconi, il Living Theatre, la compagnia dell’Odin è un richiamo imprescindibile per tutti gli amanti del teatro, professionisti e non.Al Teatro Menotti di Milano, tappa precedente all’arrivo in Ticino dell’Odin Teatret (che oggi sarà ospite al Foce di Lugano alle 18.00), abbiamo incontrato il maestro Eugenio Barba e partecipato a una masterclass realizzata dall’attore danese Tage Larsen.Dai suoi incredibili 88 anni, Eugenio Barba, con un’energia contagiosa ci racconta del teatro di ricerca, dell’essere comunità e dell’inesauribile sete di conoscenza. Passando poi dall’esperienze vissute in Brasile e in Cile durante la dittatura di Pinochet, senza dimenticare la passione per l’India.Ancora una volta, Eugenio Barba, ci conduce oltre i confini del consueto.
3/18/202426 minutes, 36 seconds
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Wesfjord Islandesi

Un’avventura nei Fiordi Occidentali Islandesi. Più precisamente a Ísafjörður. L’autore ha passato 30 giorni immerso nella cultura Islandese, non quella turistica estiva ma di una piccola comunità che per la maggior parte dell’anno non ha modo di vedere il sole. Le ore di luce tra settembre e aprile non sono molte. Un mondo lontanissimo, popolato da ricercatori che si occupano di studiare il climate change che lassù si percepisce in modo ancora più aggressivo. La musica, l’arte e le tradizioni antiche fuse con la mitologia norrena sono molto importanti nella comunità, Laser  ed ho potuto ascoltare le storie, assaporarne i gusti, vedere i luoghi nei quali i vichinghi sono sbarcati e hanno fatto di questa terrà fatta di fuoco e ghiaccio la loro casa. 
3/15/202426 minutes, 23 seconds
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Il mondo meditativo di Piero del Bondio

Piero Del Bondio è un poliedrico artista bregagliotto: la sua versatilità la si coglie molto bene visitando l’atelier che si trova nella bella ed imponente casa situata all’entrata del paese. Il mondo artistico di Del Bondio si muove tra scultura, disegno, teatro-danza, marionettistica: la sua è una produzione che si richiama al concetto di arte povera, e nasce da una dimensione meditativa che si percepisce bene sia nelle sue parole sia nelle sue opere scultoree. Poco presente in mostre personali e collettive, Piero Del Bondio dopo lunghi soggiorni in Toscana e Francia si è definitivamente stabilito nella sua terra d’origine, ed è qui che abbiamo avuto l’opportunità di incontrarlo e visitare il suo atelier.
3/14/202423 minutes, 3 seconds
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Il nostro cervello, il tesoro di cui prendere cura

I disturbi cerebrali, tra i quali figurano patologie quali ictus, demenze, psicosi, parkinson, epilessia, depressione, disturbi del sonno, colpiscono oltre il 50% della popolazione e sono all’origine di grandi sofferenze e di un aumento dei costi per l’intera comunità. Per promuovere la salute del cervello e prevenire i disturbi cerebrali, è stato recentemente varato il Piano svizzero per la salute cerebrale 2023-33, fra le prime iniziative a livello mondiale, presieduto dal neurologo Claudio Bassetti. Nato e cresciuto a Bellinzona, dopo gli studi in medicina all’Università di Basilea, il Professor Bassetti si è specializzato in neurologia nelle Università di Berna e di Losanna e negli Stati Uniti. Dal 2000 è stato vice direttore e direttore ad Interim della clinica neurologica dell’ospedale universitario di Zurigo, prima di trasferirsi in Ticino nel 2009 per dirigere il Neurocentro della Svizzera italiana. Nel 2012 è stato chiamato quale direttore e professore ordinario di neurologia all’Università di Berna. Un curriculum lunghissimo nel mondo della medicina svizzera e internazionale, attualmente presiede la Fondazione neuroscienze Ticino da lui fondata nel 2012 e il Piano svizzero per la salute cerebrale, fra le prime iniziative a livello mondiale. Brigitte Schwarz lo ha incontrato, anche in veste di nuovo membro del Consiglio di Amministrazione dell’Ente ospedaliero cantonale, nella nuova sede dell’Istituto di ricerca di biomedicina di Bellinzona di cui è membro del Consiglio di Fondazione.
3/13/202425 minutes, 18 seconds
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Patriarcato e violenza di genere

Di fronte al moltiplicarsi che sembra inarrestabile della violenza sulle donne la società si è interrogata sgomenta alla ricerca di una spiegazione. Sul banco degli imputati è finito spesso il patriarcato, una visione autoritaria, gerarchica, dominatrice dei rapporti tra maschile e femminile, che sopravviverebbe anche nella nostra epoca. Eppure quasi la metà dei reati di stalking, maltrattamenti e violenze sessuali è stato commesso da giovani fra i 18 e i 35 anni. Inoltre emancipatissimi Paesi nordici, dove la parità di genere sembra essere da anni una realtà acquisita, si registrano gli stessi reati contro le donne che nel Sud dell’Europa?In questo Laser il problema del patriarcato e della violenza di genere viene approfondito attraverso le testimonianze di una sociologa e di una psicologa, che indagano le ragioni esteriori e interiori all’origine di questi drammatici fenomeni.
3/12/202427 minutes, 26 seconds
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Essere o non essere umani

 È un narratore conosciutissimo, autore di romanzi di culto come Il cerchio celtico o La vera storia del pirata Long John Silver. Ma pochi conoscono lo scienziato e saggista Björn Larsson che in perfetto italiano illustra in modo scientifico se e in che modo abbiamo margini di scelta e di libertà, e come fare in modo che l’intera umanità possa trarne beneficio. Nel saggio Essere o non essere umani (Raffaello Cortina editore) si affrontano questo ed altri temi, come il senso di umanità, le ragioni della scienza e come ripensare il genere umano legandolo sia alle conquiste tecnologiche sia includendo altri saperi e conoscenze.
3/11/202423 minutes, 41 seconds
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Irlanda del Nord, la rivincita delle donne

Dal 3 febbraio scorso alla guida del nuovo governo di Belfast ci sono due donne che provengono da mondi un tempo in contrapposizione tra loro: la cattolica Michelle O’Neill e la protestante Emma Little-Pengelly. Sono i simboli del cambiamento profondo che ha avuto luogo in Irlanda del Nord negli ultimi decenni.Nel corso del conflitto iniziato alla fine degli anni ‘60 erano state proprio le donne a sopportare la maggior parte delle tensioni e delle difficoltà prodotte dalla lunga crisi politica ed economica del Paese. Lo hanno fatto nonostante il peso aggiuntivo della loro oppressione, avendo mariti e figli uccisi o in carcere, nonostante fossero tenute completamente fuori dalla vita politica nelle istituzioni. Venticinque anni dopo lo storico accordo del Venerdì Santo che sancì la fine del conflitto, l’Irlanda del Nord ha finalmente riconosciuto il ruolo decisivo svolto dalle donne nel processo di pace.Ne abbiamo parlato con Enrico Franceschini, già corrispondente da Londra per il quotidiano La Repubblica; con Monica McWilliams, che fu l’unica donna ammessa ai negoziati dello storico accordo di pace del 1998 e con Linda Ervine, una protestante di Belfast che ha scelto di fare politica non all’interno delle istituzioni ma con l’arma della cultura, cercando di trasformare la lingua irlandese in un ponte culturale tra la comunità cattolica e quella protestante.
3/8/202424 minutes, 34 seconds
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Oslo: una pace nata per fallire?

Tutto il mondo ricorda l’immagine di due uomini che sul prato della Casa Bianca si stringono la mano sotto lo sguardo sorridente del presidente Bill Clinton.Era il 13 settembre 2013 e quella stretta di mano sanciva la firma del piano di pace che avrebbe dovuto nell’arco di 5 anni porre fine all’ostilità tra palestinesi e israeliani.Gli accordi erano stati concordati in colloqui segreti a Oslo, noti a un ristrettissimo gruppo di persone oltre ai negoziatori, e apparivano come un successo diplomatico.Ma come mai quel processo non si è trasformato in una pace reale ed è anzi stato il preludio di nuove e ancora più grandi violenze? E perché la soluzione che proponeva -quella di due popoli e due stati- è tornata ad essere oggi così di attualità nel momento forse più tragico e violento della storia di una Terra Santa senza pace?Con Yosef “Yossi” Beilin uno degli istigatori dei colloqui segreti israelo, palestinesi che portarono all’accordo di Oslo, l’ ex ambasciatore Paul Fivat capo ufficio al Dfae tra il 2002 e il 2006 e i giornalisti Aldo Sofia e Anna Maria Selini.
3/7/202427 minutes, 54 seconds
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Salvare e raccontare la memoria

Un testimone della vita in montagna, delle sue storie, delle sue disgrazie. Lo scrittore Mauro Corona ci conduce lungo sentieri personali ed intimi e allo stesso tempo universali, legati ai boschi, alla terra, alla fauna che si trova – e raramente – solo in montagna.Storie di vita vicinissime a noi e allo stesso tempo oramai quasi dimenticate. È il compito dello scrittore ricordare quel mondo e quelle piccole grandi vite, davvero vissute, l’alternarsi dei mesi e delle stagioni, sempre uguali da secoli ed allo stesso tempo sempre straordinarie. Mauro Corona ci invita a vivere un mondo duro, spesso inaccessibile, faticoso e a volte fatale. Ma imperdibile e – una volta intuito – assolutamente unico e indimenticabile
3/6/202425 minutes, 11 seconds
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La Svizzera così vicina e così lontana

La relazione tra Italia e Svizzera è un intricato intreccio di prossimità geografica e differenze culturali che rende questi due paesi vicini e, allo stesso tempo, distanti sotto molteplici aspetti. Tuttavia, nonostante questa prossimità geografica e la condivisione di alcune caratteristiche culturali, i due paesi sono distinti per lingua, storia, tradizioni e strutture politiche ed economiche. In questo spazio di Laser, vogliamo esplorare le differenze e le similitudini tra Italia e Svizzera, analizzando come questi due mondi -così vicini e così lontani - si intersecano e si distinguono l’uno dall’altro. Lo facciamo con un ospite speciale: Ferruccio De Bortoli. Fra i migliori giornalisti italiani, già direttore del Corriere della Sera di cui oggi è editorialista e presidente del Consiglio di Fondazione è anche scrittore ed editorialista del Corriere del Ticino.  Fra i suoi libri segnaliamo Poteri forti (o quasi). Memorie di oltre quarant’anni di giornalismo, La Nave di Teseo, 2017. Ci salveremo. Appunti per una riscossa civica, Collana Saggi Garzanti.E ( scritto con Salvatore Rossi) La ragione e il buonsenso. Conversazione patriottica sull’Italia, Il Mulino, 2020. Le cose che non ci diciamo e non ci diciamo (fino in fondo), Collana Saggi Garzanti, 2020.
3/5/202427 minutes, 6 seconds
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Il dolore degli altri

Nel centenario della nascita di Franco Basaglia – che rivoluzionò la storia della psichiatria – il direttore artistico del Teatro della cooperativa di Milano Renato Sarti ha pensato ad uno spettacolo: ha pensato ad Ausmerzen di Marco Paolini. Un testo straordinariamente forte per diversi motivi: per la sua attualità; per la storia che racconta, rimasta muta per molto tempo: il famigerato piano T4 dei nazisti, con il quale dal 1939 al 1941 venne messa in atto l’eliminazione dei malati mentali, dei disabili e dei bambini affetti da malformazioni: 70 mila tedeschi fatti passare per il camino; loro malgrado precursori di ciò che avvenne dopo, con la Soluzione Finale. E poi un testo forte perché sul palcoscenico, insieme con Renato Sarti, c’è l’attrice Barbara Apuzzo. Barbara Apuzzo ha una disabilità, ma questo non è uno spettacolo inclusivo. Questo è uno spettacolo in cui l’attrice Barbara Apuzzo, affetta da artrogriposi, recita e rende Ausmerzen uno spettacolo attualissimo.Nel Laser di Francesca Torrani si racconta questo.
3/4/202423 minutes, 24 seconds
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La filiera della lana “senza frontiere” dell’arco alpino 

La lana, che in passato era merce preziosa capace di stimolare e alimentare l’economia locale, ha perso negli ultimi decenni il suo valore a causa della concorrenza internazionale. Oltre a non essere utilizzata per produrre filato, la lana deve essere smaltita, secondo le norme europee, come rifiuto speciale. Non solo non produce benessere e ricchezza, ma è diventata nel tempo un enorme problema per i pastori.Per contrastare questo fenomeno è partito da pochi mesi, il progetto Alptextiles, nel tentativo di ricostruire a livello transnazionale la filiera tessile, partendo proprio dalla lana. Promosso dall’archivio di Etnografia e Storia Sociale di Regione Lombardia con diversi partners europei quali scuole, musei e università di Italia, Svizzera, Austria, Germania, Francia e Slovenia, il progetto punta prima di tutto a mettere in relazione le diverse realtà legate alla filiera della lana. I fili prodotti in Italia, e in particolare in Val Camonica incontreranno quelli dell’Austria del Montafon, sui telai di tessitura della Valposchiavo, per creare un nuovo tessuto. A Poschiavo abbiamo incontrato alcuni protagonisti del progetto “senza frontiere: Cassiano Luminati, direttore del Polo Poschiavo; Adriana Zanoli, artigiana e decoratrice e Tim Marchesi, allevatore e pastore.
3/1/202426 minutes, 19 seconds
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Luna e pace

Decine e decine di esplorazioni lunari previste nei prossimi dieci anni. Numerosi progetti di realizzazione di basi lunari permanenti, abitate. La corsa alla Luna ha conosciuto un nuovo vigore ed un rinnovato interesse da parte di agenzie nazionali, internazionali e anche di privati. Dopo le missioni americane e sovietiche degli anni ’60 e ‘70 del secolo scorso, il satellite della Terra non era più una priorità, ma tutto è cambiato negli ultimi anni. Ora la Luna è nuovamente al centro delle attenzioni degli scienziati e dello scacchiere geopolitico mondiale e viene addirittura considerata come una possibile “base di lancio” per portare esseri umani su Marte…and beyond!Con Simonetta Di Pippo, astrofisica, professor of practice di space economy alla SDA Bocconi, direttrice dal 2014 al 2022 dell’UNOOSA, l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico.
2/29/202426 minutes, 56 seconds
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Morire per gioco

Gli imperatori offrivano spesso grandi spettacoli pubblici ai cittadini romani per assicurarsi il loro consenso: corse di carri, battaglie navali, esecuzioni di criminali, cacce con bestie feroci e così via. Ma nell’immaginario collettivo - riflesso da libri, film e persino videogiochi - spiccano gli scontri dei gladiatori nei giganteschi anfiteatri, a cominciare naturalmente dal Colosseo, dove decine di migliaia di spettatori accorrevano per ammirare i combattenti più famosi e veder scorrere il sangue. Patrizia Arena racconta l’importanza di questi spettacoli nell’antica Roma, tra religione e vita politica. Luca Fezzi lega le origini dei combattimenti tra gladiatori ad antichi riti funebri. Si sofferma poi sul loro reclutamento, sull’addestramento in apposite scuole e sulle tecniche di combattimento. Giovanni Brizzi propone una nuova interpretazione della figura di Spartaco, un gladiatore a capo della rivolta degli schiavi nell’Italia meridionale. Infine Dario Battaglia, appassionato di rievocazioni storiche, racconta cosa si prova a indossare armi e armature sulla sabbia dell’arena.
2/27/202427 minutes, 59 seconds
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La crisi della figura paterna 

Papà Goriot, il protagonista dell’omonimo romanzo di Balzac, aveva prefigurato come disastrosa l’eclisse dei padri: «La patria perirà se si mettono i padri sotto i piedi. È chiaro. La società, il mondo si fondano sulla paternità, tutto crolla se i figli non amano i padri». In realtà poco più di un secolo dopo nel Sessantotto la ribellione al padre venne vissuta come la liberazione da una figura sinonimo di coercizione e sopraffazione, ostacolo alla libertà e all’autonomia. Oggi però il rifiuto del padre sta presentando i suoi conti nella «società senza padri», dove la presenza invadente di un tempo ha ceduto il passo alla latitanza, anche se il padre continua a essere una figura ingombrante quanto ineludibile: strategica nella formazione del soggetto, legata ai dilemmi della coscienza, inseparabile dalla trasmissione dell’eredità. Negli ultimi anni il clima sembra un po’ cambiato e, dopo decenni in cui l’assenza del padre ha potuto imporsi come uno dei temi della cultura contemporanea, alcuni ritengono che ci si sia liberati troppo frettolosamente di una figura ritenuta ineludibile: strategica nella formazione del soggetto, legata ai dilemmi della coscienza, inseparabile nella costruzione della maturità autodiretta e dalla trasmissione dell’eredità.Cosa è successo al padre? E cosa si sta facendo oggi per recuperarne, se non la componente autoritaria e oppressiva, almeno quella normativa, che aiuti i figli a crescere e orientarsi nella società? In questa puntata di Laser sociologi e psicologi discutono su cosa resta e su cosa è urgente recuperare del padre.
2/26/202424 minutes, 53 seconds
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La pace fredda di Dayton

La serie dedicata alle parole della pace prosegue con gli accordi di Dayton del 1995, che misero fine alle ostilità di carattere etnico in Bosnia-Erzegovina.Salutato inizialmente come un trattato in grado di fermare le armi, si è rivelato un accordo impotente davanti alla necessità di dare un presente ed un futuro alla regione. Da allora la Bosnia- Erzegovina vive in una situazione di pace fragilissima, esposta al vento dei nazionalismi e bloccata in qualsiasi attività istituzionale. Un accordo che ha portato il paese a vivere in una situazione di perenne incertezza, povertà e ricorso al sostegno della comunità internazionale.
2/23/202423 minutes, 54 seconds
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Una pace quasi perfetta

Il Congresso di Vienna è stato spesso descritto come un tentativo di restaurare integralmente il mondo dell’Antico regime, cancellando gli effetti della Rivoluzione francese e dell’età napoleonica; dunque un progetto anacronistico e destinato al fallimento, per l’evidente impossibilità di riportare indietro l’orologio della storia.Nella realtà il Congresso di Vienna fu molto più di questo, spiega Vittorio Criscuolo. Nello sforzo di creare uno stabile equilibrio tra le diverse potenze, i negoziatori ridisegnarono i confini e le regole dell’intero continente europeo, premessa a una pace duratura. Inoltre mostrarono realismo e moderazione nelle loro richieste, favorendo ragionevoli compromessi. Per questo in tempi recenti il giudizio degli storici sul Congresso di Vienna ha cambiato di segno, come sostiene Arianna Arisi Rota. Per la stessa ragione il Congresso di Vienna può offrire insegnamenti preziosi anche per il nostro tempo. E se è vero che feste, balli e spettacoli furono numerosi, molto si lavorò dietro le quinte; inoltre questa intensa vita mondana favorì l’affermazione di una più moderna cultura musicale e di nuove danze, a cominciare dal valzer, da questo momento indissolubilmente associato alla capitale austriaca, secondo  Fabio Mòllica.
2/22/202427 minutes, 41 seconds
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Donbass dieci anni fa

Sono passati dieci anni dall’inizio delle ostilità nella regione separatista russa del Donbass in Ucraina. Il mondo era a Sochi, dove si disputavano le olimpiadi invernali, pochi giorni prima dell’annessione della Crimea alla Federazione Russa. La portata dell’arrivo degli “omini verdi” (così erano chiamati i soldati con uniformi verde anonimo e senza mostrine di riconoscimento) non fu subito compresa, ma per anni è stato difficile, se non incomprensibile, cercare di mettere nella giusta prospettiva la portata di quel conflitto.Due anni fa (il 24 febbraio) tutto è diventato più chiaro. Il riconoscimento da parte di Mosca delle repubbliche separatiste ucraine considerate filorusse e l’allargamento della guerra all’intera Ucraina, segna da allora la vita dell’intera Europa. Colloquio con Cristiano Tinazzi, giornalista, collaboratore della RSI e autore del saggio sulla guerra in Ucraina Tutto questo dolore Paesi edizioni.
2/21/202425 minutes, 35 seconds
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La Svizzera oggi secondo Sommaruga

®Quarta parte dell’intervista di Giovanna Riva a Cornelio Sommaruga. Egli commenta la situazione della Svizzera odierna confrontata con gli attacchi contro il segreto bancario e la crisi economica-finanziaria internazionale. Analizza i rapporti della Svizzera con l’UE, gli accordi bilaterali, l’eventuale adesione all’Unione e l’accordo di Schengen. Parla del ruolo della Svizzera nello scenario mondiale e di Ginevra per le organizzazioni internazionali. Definisce il concetto di neutralità permanente della Confederazione. Critica la politica dell’UDC di Cristoph Blocher.Prima emissione 9 marzo 2009
2/20/202425 minutes, 57 seconds
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I diritti umani: le sfide attuali del diritto umanitario

®Terza parte dell’intervista di Giovanna Riva a Cornelio Sommaruga. Egli commenta l’evoluzione e le sfide attuali del diritto umanitario confrontato con i crimini contro l’umanità. Elenca alcune misure per proteggere le popolazioni e per punire tali crimini portando quale esempio la Corte penale internazionale. Parla della responsabilità di protezione, del problema della sovranità degli stati, dell’ONU e del suo Consiglio di sicurezza. Riflette sull’universalità del diritto internazionale umanitario, criticato perché è basato su valori occidentali.Prima emissione: 8 marzo 2009
2/20/202426 minutes, 36 seconds
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Sommaruga dopo il CICR: il Centro Internazionale per lo Sminamento Umanitario

®Seconda parte dell’intervista di Giovanna Riva a Cornelio Sommaruga. Egli commenta il conflitto tra Israele e Hamas nella striscia di Gaza. Illustra la sua attività, lasciata la presidenza del CICR nel 2000, quale presidente del Centro Internazionale per lo Sminamento Umanitario (GICHD). Descrive il suo impegno per il soccorso immediato e la riabilitazione delle vittime di mine antiuomo sfociato nella Convenzione di Ottawa che proibisce la produzione e l’uso di queste armi. Parla del suo ruolo di presidente della Fondazione per il riarmo morale di Caux (ora Fondazione Caux-Iniziative) che gestisce un centro di incontri internazionali.Prima emissione: 7 marzo 2009
2/20/202429 minutes, 43 seconds
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La presidenza di Cornelio Sommaruga al Comitato Internazionale della Croce Rossa

®Giovanna Riva intervista Cornelio Sommaruga dopo averne tracciato un breve ritratto. In questa prima parte egli ripercorre la sua presidenza al Comitato Internazionale della Croce Rossa. Ricorda il ruolo e il mandato del CICR che deve proteggere e assistere le vittime di conflitti nel mondo sulla base delle Convenzioni di Ginevra. Parla del suo lavoro nell’ambito della sicurezza dei delegati e delle relazioni con i governi e con le organizzazioni internazionali. Commenta i principi fondamentali del CICR, la neutralità, l’indipendenza e l’imparzialità. Analizza l’evoluzione delle guerre nel mondo e il sempre maggiore coinvolgimento dei civili nei conflitti.Prima emissione 6 marzo 2009
2/20/202428 minutes, 48 seconds
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Cornelio Sommaruga

Una carriera diplomatica sempre attenta al rispetto delle persone. Cornelio Sommaruga (1932 – 2024) ha lavorato come diplomatico prima per la Confederazione poi per il Comitato Internazionale della Croce Rossa, di cui ha coperto l’incarico di presidente per dodici anni (1987 – 1999) per poi essere a capo del centro internazionale umanitario per lo sminamento (2000 – 2008). L’impegno per il rispetto della Convenzione di Ginevra, l’attenzione alla dignità e ai diritti umani, il ruolo che la Svizzera – come paese neutrale – deve ricoprire nella comunità internazionale sono sempre stati i suo i punti di riferimento ed hanno guidato ogni sua apparizione pubblica ed ogni suo intervento sui mezzi di comunicazione.L’intervista di Giovanna Riva a Cornelio Sommaruga:La presidenza di Cornelio Sommaruga al Comitato Internazionale della Croce RossaSommaruga dopo il CICR: il Centro Internazionale per lo Sminamento UmanitarioI diritti umani: le sfide attuali del diritto umanitarioLa Svizzera oggi secondo Sommaruga
2/20/202428 minutes, 7 seconds
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Sulla stessa rotaia 

Manager, studenti e operai. Tutti sulla stessa rotaia. Con treni diversi, divisi per classe e destinazione ma accomunati dai binari che tangono assieme l’Italia, da Milano allo Stretto di Sicilia. Ventisei ore di viaggio in ventisei minuti, dai trecento chilometri orari dei Frecciarossa che ogni giorno trasportano la classe dirigente italiana ai convogli blu degli intercity che con lentezza ogni notte cullano gli operai che dal sud risalgono la Penisola in cerca di lavoro. Maurizio Guagnetti, giornalista e direttore del centro culturale radiofonico Stazione Radio, ha raccolto per la Rete Due le storie che corrono lungo i binari italiani.
2/19/202427 minutes, 13 seconds
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Tra memoria e oblio

Vi sono luoghi che non smettono di mantenere la memoria di ciò che vi accadde. Sia che venga misconosciuta, rimaneggiata, manipolata o oscurata, essa continua a permanere. È il caso fra l’altro di molti luoghi legati al periodo nazifascista, che ancor oggi agitano gli animi e producono dibattiti.Quando dal balcone della Neue Hofburg di Vienna, prospiciente la centralissima Piazza degli Eroi, violando i trattati di pace della Prima guerra mondiale, il 15 marzo 1938 il dittatore Hitler annunciò l’annessione dell’Austria al Reich tedesco, quel balcone non era altro che un elemento architettonico. A distanza di oltre 80 decenni, esso continua tuttavia a sollecitare riflessioni su come poter cancellare l’eco funesta di quell’evento e dare un nuovo ruolo e un nuovo significato a quei 200 mq, che allora come ora si aprono su una magnifica vista di luoghi chiave di Vienna: i musei di Belle Arti e di Storia Naturale, la Cancelleria di stato, la Presidenza della repubblica, il parlamento, il municipio, l’università, il Burgtheater.Come quel balcone, in Europa vi sono molti luoghi controversi e marchiati da uno stigma indelebile, e il caso viennese può essere un esempio paradigmatico della rielaborazione di memorie scomode.Con l’aiuto di storici, di documenti sonori, di commenti di allora e di opinioni di gente comune del nostro oggi, Flavia Foradini ha ricostruito i contorni del dibattito sulla ricerca di possibili soluzioni, portato avanti con determinazione nell’ultimo quinquennio dalla Casa della Storia Austriaca, sullo sfondo di annose quanto profonde esitazioni da parte del mondo politico. Un ristagno che potrebbe essere di casa anche altrove.
2/14/202427 minutes, 38 seconds
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Antenne nel mondo

La giornata mondiale della radio, istituita dall’UNESCO, ha come obiettivo ricordare alcune funzioni essenziali delle emittenti. Nel giorno in cui le Nazioni Unite avviarono le prime trasmissioni da New York, è importante sottolineare la funzione delle stazioni in onde medie o in modulazione di frequenza presenti in realtà difficili, come la Repubblica Democratica del Congo o la Somalia. La radio in quelle realtà assume una funzione decisiva come collante sociale, veicolo di informazioni di servizio e legame con il territorio. Anche nelle realtà postindustriali o “occidentali” le radio hanno questi obiettivi, ma la presenza delle emittenti in situazioni considerate vulnerabili dimostra il ruolo ancora fondamentale che una stazione radio assume in ogni parte del mondo.Con Michele Zaccheo, responsabile del settore radiotelevisivo delle Nazioni Unite a Ginevra e Francesco Diasio, autore di Etere, storie di radio, antenne e frequenze nel mondo, edizioni Altraeconomia e impegnato con la FAO in progetti radiofonici in nazioni in via di sviluppo.
2/13/202426 minutes, 28 seconds
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Metamorfosi sonora

Sono strumenti musicali ad arco realizzati con il legno delle barche utilizzate dai migranti per cercare di arrivare in Europa. Invece di essere distrutti, gli scafi sono trasportati in alcune carceri italiane e trasformati chitarre, violini, viole e violoncelli.Alcuni di questi strumenti saranno protagonisti lunedi 12 febbraio in un concerto eccezionale al Teatro alla Scala di Milano, diretto dal Maestro Riccardo Doni. Il progetto, denominato “Metamorfosi” e ideato da Arnoldo Mosca Mondadori, presidente della fondazione Casa dello spirito e delle arti, ha finora raggiunto risultati inattesi. Gli strumenti, realizzati con materiale non certo di qualità, sono comunque miracolosamente adatti a raccontare le voci e le speranze di chi ha utilizzato le imbarcazioni per fuggire da guerre e miseria.
2/9/202423 minutes, 10 seconds
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Bon ton

Quale può essere il senso del “bon ton”, oggi? Se pensiamo a una serie di regole codificate, a una sorta di rigido galateo, sarebbe forse difficile trovarne uno, tanto più in una società che fortunatamente ha fatto della valorizzazione della differenza e della multiculturalità un suo specifico tratto. Ma se intendiamo le buone maniere come un atteggiamento di gentilezza e attenzione all’altro, allora il bon ton acquista un senso più attuale e necessario che mai. “Essere eleganti non è una questione essenziale. Essere educati, sì”, leggiamo sulla copertina de Il nuovo bon ton, volume con cui Lina Sotis, vera icona del genere, torna sull’argomento a quarant’anni dal suo primo Bon Ton. Questo nuovo Bon Ton esce ora da Baldini+Castoldi, a cura di Carlo Mazzoni, sotto forma di colloquio con l’autrice, riflettendo sul nostro tempo. Lina Sotis e Carlo Mazzoni saranno ospiti di questa puntata, insieme a una giovane esperta di buone maniere, Camilla Da Rocha, che per anagrafe potrebbe essere la nipotina di Lina Sotis. Camilla Da Rocha è seguitissima dai giovani sui canali social, dove pubblica brevi e divertenti video di bon ton, ma è anche molto richiesta da privati e aziende come consulente in ambito di etiquette e di protocollo.
2/7/202423 minutes, 12 seconds
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Giurisdizione universale in Svizzera

Lo scorso luglio, l’ex comandante ribelle liberiano Alieu Kosiah è stato condannato dalla Corte d’appello del Tribunale penale federale (TPF) a 20 anni di carcere per crimini contro l’umanità. A gennaio 2024, sempre a Bellinzona, è invece cominciato il processo nei confronti dell’ex ministro dell’interno gambiano Ousmane Sonko. Fedelissimo del presidente Yahya Jammeh che ha retto con il pugno di ferro il paese dell’Africa occidentale per 22 anni, Sonko è accusato di vari crimini tra cui sparizioni forzate, tortura e violenza sessuale.Questi procedimenti giudiziari rientrano nell’applicazione del principio della giurisdizione universale, che la Svizzera ha ratificato nel 2001. In passato la Confederazione è stata accusata di eccessiva lentezza nel perseguire i responsabili di reati contro l’umanità commessi all’estero. I processi intentati in questi mesi segnalano un cambio di rotta. Si tratta di procedimenti giudiziari considerati “storici” per l’impegno della Svizzera contro l’impunità e a favore della giustizia universale. A Laser abbiamo avuto ospiti uno dei testimoni chiave del processo Sonko, Mady Ceesay, giornalista gambiano, insignito dell’International Press Freedom Award dall’associazione internazionale in difesa dei giornalisti, il Commitee to Protect Journalists (CPJ) e Mostafa Brahimi, docente universitario e esponente in Algeria negli anni novanta del FIS, testimone del processo che avrebbe dovuto svolgersi a Bellinzona nei confronti dell’ex ministro Khaled Nezzar. A Ginevra abbiamo incontrato Vony Rambolamanana, consulente giuridico senior di Trial International, ONG impegnata nella lotta di crimini internazionali e di sostegno alle vittime in cerca di giustizia. A Lugano con Paolo Bernasconi, avvocato, giurista e accademico, abbiamo affrontato i principi base sulla quale si fonda la giurisdizione universale.
2/6/202424 minutes, 50 seconds
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Società Storica Lombarda

Custode della memoria di Milano e della Lombardia da 150 anni: la Società Storica Lombarda, fondata il 21 novembre 1873 da Cesare Cantù, resta ancora oggi un punto di riferimento per i ricercatori. Nata per promuovere la storia milanese e lombarda, ma anche per tutelare il patrimonio culturale e fornire consulenza sulla toponomastica, la società conta oggi 400 soci. Ripercorrere la storia di questa longeva istituzione, che ha avuto fin dalle origini stretti legami con il cantone Ticino, significa mettere in prospettiva passato e presente, per capire che cosa significhi oggi fare cultura nell’era del digitale, in cui la memoria storica sembra sempre più effimera e frammentata. A Laser sono ospiti Marina Bonomelli, segretario dell’associazione e la storica Maria Chiara Fugazza. 
2/2/202426 minutes, 59 seconds
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“La viaggiatrice del tempo”

Festival di Sanremo 1991 l’artista straniera abbinata a Enzo Jannacci è Ute Lemper, acclamata cantante, attrice e ballerina che a 28 anni ha già calcato i più importanti palcoscenici internazionali. Questa è una delle prime immagini di Ute Lemper che conserviamo nella nostra memoria collettiva. Nella sua autobiografia La viaggiatrice del tempo, uscita a dicembre 2023, l’artista tedesca raccoglie finalmente le vicende che hanno segnato la sua vita privata e professionale. Successi e gioie ma anche amare sconfitte personali e professionali, vengono raccontati alla luce degli eventi epocali che lei stessa ha attraversato e di cui voleva essere testimone. Nella sua intervista con Ute Lemper, Cristiana Coletti raccoglie alcuni dei passaggi più significativi ed intensi della sua storia. 
2/1/202428 minutes, 13 seconds
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“La viaggiatrice del tempo”

Festival di Sanremo 1991 l’artista straniera abbinata a Enzo Jannacci è Ute Lemper, acclamata cantante, attrice e ballerina che a 28 anni ha già calcato i più importanti palcoscenici internazionali. Questa è una delle prime immagini di Ute Lemper che conserviamo nella nostra memoria collettiva. Nella sua autobiografia La viaggiatrice del tempo, uscita a dicembre 2023, l’artista tedesca raccoglie finalmente le vicende che hanno segnato la sua vita privata e professionale. Successi e gioie ma anche amare sconfitte personali e professionali, vengono raccontati alla luce degli eventi epocali che lei stessa ha attraversato e di cui voleva essere testimone. Nella sua intervista con Ute Lemper, Cristiana Coletti raccoglie alcuni dei passaggi più significativi ed intensi della sua storia.  
1/31/202427 minutes, 2 seconds
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Tolkien, cantore di ciascuno

A “Gandalf for President” inneggiavano gli striscioni dei giovani che in America manifestavano contro la guerra nel Vietnam, “Campi Hobbit” si intitolavano le manifestazioni organizzate in Italia dai giovani di estrema destra: com’è possibile che di Tolkien ci si sia appropriati da ambiti così diversi? Tolkien è un grande cantore di miti e di fiabe, e questo patrimonio ancestrale affonda le proprie radici negli archetipi di tutta l’umanità, parla al cuore di ognuno, per questo le sue opere sono amate universalmente, ben oltre le pervicaci strumentalizzazioni. Ma Tolkien, oltre ad essere autore di indiscussi capolavori, fu un uomo che sapeva apprezzare le piccole gioie domestiche, e un filologo e linguista apprezzatissimo dai suoi studenti di Oxford. A Tolkien uomo, professore, autore, è dedicata una mostra inauguratasi a fine 2023 (per i 50 anni dalla morte) alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, che poi sarà visibile, per tutto il 2024, in varie città italiane. La percorreremo, in questo Laser, insieme al curatore, Oronzo Cilli. Una sezione della mostra è dedicata alla storia editoriale del Signore degli Anelli in Italia, dove giunse solo nel 1970 (dopo ben due rifiuti in Mondadori, tra cui quello celebre di Elio Vittorini). Di questa singolare avventura editoriale parleremo con Velania La Mendola, autrice di un interessante saggio appena uscito da Luni Editrice: Tolkien e il Signore degli Anelli. Storia editoriale di un capolavoro.
1/29/202427 minutes, 49 seconds
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La voce serve

Liliana Segre ha 93 anni e negli ultimi 30 ha testimoniato ovunque, sempre con forza e decisione, l’orrore della guerra, dell’olocausto, del campo di concentramento di Auschwitz. La storia del respingimento alla frontiera svizzera, il carcere, la deportazione e la separazione da suo papà, che non avrebbe più rivisto, a soli 13 anni, sono racconti che non possono lasciare indifferenti. Oggi apre un altro capitolo, inedito, della sua vita: l’udienza con papa Pio XII al quale chiese di informarsi sulla sorte di suo padre. Da qui ne nasce una riflessione profonda, intima, commovente sul tormentato e discusso ruolo del papa della Seconda Guerra Mondiale e sul ruolo della Chiesa cattolica durante lo sterminio degli ebrei.
1/26/202423 minutes, 12 seconds
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Campione, la guerra e il Casinò

80 anni fa, il 27 gennaio 1944, Campione si svegliò libera dal fascismo. Fu il cosiddetto “colpo di Stato”, la decisione di alcune figure di riferimento dell’enclave di allora di liberarsi dalla Repubblica Sociale Italiana per ritagliarsi uno spazio di autonomia, aperto alla vicina Svizzera, da cui ripartire per rilanciare economicamente un piccolo territorio isolato ridotto allo stremo dalle privazioni di beni di prima necessità.Una certa narrazione accosta questo episodio ai grandi momenti antifascisti conosciuti in altre parti d’Italia, si pensi alla Repubblica dell’Ossola partigiana. Per Campione invece contò – e molto – il desiderio di riaprire il Casinò, unica fonte di sostentamento del paese.Con Marino Viganò, storico e puntuale conoscitore di Campione d’Italia, ripercorriamo quel periodo, partendo dai primi decenni del Novecento. Con particolare attenzione allo sguardo interessato e preoccupato di Ticino e Confederazione elvetica nei confronti di una enclave italiana che ha sempre rappresentato una grande sfida.Marino Viganò sarà protagonista di una conferenza pubblica sul tema, giovedì 25 gennaio ore 18.30, alla Sala eventi del Casinò di Campione d’Italia.
1/25/202427 minutes, 26 seconds
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Scrivere dove sta il limite

Sono passati oltre tre mesi dalla terribile strage commessa da Hamas il 7 ottobre scorso. Da allora, l’esercito israeliano sta conducendo un’operazione militare senza precedenti nella Striscia di Gaza che, per la sua efferatezza, gli è costata l’accusa di genocidio di fronte alla Corte di Giustizia Internazionale.Incontriamo Raja Shehadeh, scrittore e avvocato palestinese, nella sua casa a Ramallah. Giudici e avvocati da generazioni, gli Shehadeh si sono battuti per decenni per l’autodeterminazione dello stato palestinese.Pur avendo avuto un rapporto difficile con il padre, Raja ha deciso di seguirne le orme diventando avvocato anche lui, e fondando, più tardi, l’organizzazione per i diritti umani al-Haq, che dal 1979 si occupa di documentare, facendo leva sul diritto internazionale, le violazioni commesse da Israele nei territori palestinesi occupati dal ‘67. Presto, la sua carriera legale si è andata a intrecciare con l’esigenza di scrivere e comunicare agli altri, secondo una narrativa politica intima, nostalgica e profonda, che gli ha portato diversi riconoscimenti internazionali. Con Raja abbiamo parlato dell’enorme tragedia in corso. Ma per raccontare davvero chi è lui, e descrivere l’enorme bagaglio che da decenni si trascina dietro, non potevamo non inserire anche due estratti tratti dai suoi libri. Uno, dal “Pallido dio delle colline. Sui sentieri della Palestina che scompare”, la sua opera più nota vincitrice dell’Orwell Prize nel 2008, e, l’altro, da “Potevamo essere amici. Mio padre ed io”, che gli è appena valso il National Book Award statunitense ma che, ancora, non è stato tradotto in italiano.
1/24/202427 minutes, 27 seconds
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Scrivere dove sta il limite

Sono passati oltre tre mesi dalla terribile strage commessa da Hamas il 7 ottobre scorso. Da allora, l’esercito israeliano sta conducendo un’operazione militare senza precedenti nella Striscia di Gaza che, per la sua efferatezza, gli è costata l’accusa di genocidio di fronte alla Corte di Giustizia Internazionale.Incontriamo Raja Shehadeh, scrittore e avvocato palestinese, nella sua casa a Ramallah. Giudici e avvocati da generazioni, gli Shehadeh si sono battuti per decenni per l’autodeterminazione dello stato palestinese.Pur avendo avuto un rapporto difficile con il padre, Raja ha deciso di seguirne le orme diventando avvocato anche lui, e fondando, più tardi, l’organizzazione per i diritti umani al-Haq, che dal 1979 si occupa di documentare, facendo leva sul diritto internazionale, le violazioni commesse da Israele nei territori palestinesi occupati dal ‘67. Presto, la sua carriera legale si è andata a intrecciare con l’esigenza di scrivere e comunicare agli altri, secondo una narrativa politica intima, nostalgica e profonda, che gli ha portato diversi riconoscimenti internazionali. Con Raja abbiamo parlato dell’enorme tragedia in corso. Ma per raccontare davvero chi è lui, e descrivere l’enorme bagaglio che da decenni si trascina dietro, non potevamo non inserire anche due estratti tratti dai suoi libri. Uno, dal “Pallido dio delle colline. Sui sentieri della Palestina che scompare”, la sua opera più nota vincitrice dell’Orwell Prize nel 2008, e, l’altro, da “Potevamo essere amici. Mio padre ed io”, che gli è appena valso il National Book Award statunitense ma che, ancora, non è stato tradotto in italiano.
1/24/202427 minutes, 15 seconds
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La resistenza estrema e attuale di Andrei Sakharov

È il 22 gennaio del 1980 quando Andrei Sakharov è arrestato a Mosca nel corso di una manifestazione contro l’entrata delle truppe sovietiche in Afghanistan. «Credo che l’Unione Sovietica», diceva, «debba porre fine a un’invasione che mina la credibilità del nostro Stato, rivelando con chiarezza il pericolo che una società totalitaria chiusa rappresenta per il mondo intero». È deportato a Gorky, 500 chilometri da Mosca, dove vive, racconta nelle sue memorie, sorvegliato giorno e notte dalla polizia. La sua storia è quella della presa di coscienza dell’arbitrio violento del potere nell’Unione Sovietica: fisico nucleare, padre della prima bomba all’idrogeno sovietica negli anni Cinquanta, nel 1961 si è opposto alla ripresa degli esperimenti «perché potevano compromettere il disarmo e il dialogo per la pace». Ha portato avanti battaglie importanti per difendere le libertà civili come quella di circolazione, informazione e opinione. Nei suoi scritti è intervenuto sulla pace, sul disarmo, sulla tutela dell’ambiente, ha affrontato criticamente il rapporto fra scienza e società, si è pronunciato contro la pena di morte. La storia di Andrei Sakharov è ancora attuale e pericolosa per il regime di Putin: nell’aprile del 2023 il Ministero della giustizia russo ha chiuso in modo definitivo il Museo e Centro pubblico di Mosca a lui intitolato e voluto nel 1996 da sua moglie Elena Bonner.Con Sergei Lukachevski, in esilio in Germania, dal 2008 direttore del Museo e Centro pubblico di Mosca Andrei Sakharov, Maria Candida Ghidini che insegna Letteratura russa all’Università di Parma e Giovanni Savino, ricercatore di Storia della Russia presso l’Università Federico II di Napoli.
1/22/202427 minutes, 6 seconds
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Voci dal silenzio

Il 19 settembre 2023, quattro mesi fa esatti, l’Azerbaijan avviava una operazione militare nell’enclave dell’Artsakh, Nagorno Karabakh, popolato da circa 150 mila persone di etnia armena.In poche ore la quasi totalità della popolazione era costretta ad abbandonare le proprie case e la propria storia millenaria e cercare rifugio in Armenia. La questione della frammentazione etnica in quella regione del Caucaso sembra da allora dimenticata, diluita nell’indifferenza della comunità internazionale e nella ridefinizione, su altri teatri di guerra, dei nuovi equilibri diplomatici mondiali. Il presente ed il futuro della comunità armena dell’Artsakh sembrano segnati, e solo lo stato dell’Armenia e la sua popolazione sembrano ancora interessati a garantire dignità e sostegno alla popolazione fuggita dalle proprie case.
1/19/202427 minutes, 47 seconds
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Bruno Bozzetto

Bruno Bozzetto, classe 1938, con una carriera lunga sessant’anni, è un animatore, sceneggiatore e regista noto anche per il suo umorismo satirico e il suo stile distintivo. Autore di film animati di successo, non nasconde il suo amore verso la natura e gli animali. Il suo ultimo cortometraggio si intitola “Sapiens?” e tratta il tema dell’uomo distruttivo verso la natura, che maltratta gli animali ed è continuamente confrontato con la guerra. Ma dove si può ritrovare la sapienza dell’uomo? Gli unici rimedi per sopperire all’umanità che fa danni sono – ha detto Bruno Bozzetto a Lina Simoneschi Finocchiaro che lo ha intervistato - l’educazione la cultura. E se gli chiedi come si descriverebbe in due parole, la sua risposta è: Il signor Bozzetto è un uomo curioso, e la curiosità mantiene giovani.
1/18/202427 minutes, 38 seconds
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Mario Tobino

Mario Tobino medico scrittore poeta nei ricordi teneri ed affettuosi della sua nipote Isabella.La parabola della sua biografia fino agli anni da primario nella “sua” Maggiano. Maggiano, in provincia di Lucca, l’ospedale psichiatrico che nel Seicento era un convento con due chiostri. In quei due chiostri si affacciavano le camere degli uomini e delle donne. E le “due stanzette” di Tobino si affacciavano su un terzo cortile, dove c’erano delle aiuole che lui stesso aveva fatto disegnare a suo piacimento. La notorietà letteraria di Tobino trovava libero sfogo e creatività nelle famose “due stanzette” il luogo ideale dove compose la maggioranza dei suoi lavori. Dalla altura della collina l’ospedale di Maggiano era circondato da campagna e boschi. Le “due stanzette” erano il buon ritiro fino alla mattina dove Tobino scriveva e spesso andava in reparto senza aver chiuso occhio.
1/16/202425 minutes, 41 seconds
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C’era una volta Trump. E c’è ancora

Inizia oggi in Iowa il percorso verso le elezioni presidenziali statunitensi 2024. Questo piccolo Stato del Midwest – prevalentemente bianco, rurale, con una popolazione di poco più di 3 milioni di persone – è tradizionalmente il primo a votare per la scelta dei candidati repubblicano e democratico alla presidenza. Il voto in Iowa si chiama caucus e si svolge in modo diverso rispetto alla maggioranza degli altri Stati americani che organizzano le primarie. In Iowa gli elettori si danno appuntamento alle 7 di sera – nelle scuole, palestre, bar, uffici pubblici – e lì si contano. Quest’anno in Iowa non ci sono i democratici, che inizieranno il loro percorso verso le presidenziali con il South Carolina, il 3 febbraio. Chiamati a votare sono quindi soltanto i repubblicani. Tre i principali candidati. Donald Trump, che resta favorito, nonostante una flessione nei sondaggi negli ultimi giorni. E poi Nikki Haley, ex governatrice del South Carolina ed ex ambasciatrice all’ONU. E Ron DeSantis, governatore della Florida. Il voto è l’occasione per osservare alcune tendenze che segnano i repubblicani alla vigilia delle presidenziali. Ma è anche l’occasione per capire come Donald Trump, nonostante processi e accuse di ogni tipo, resti popolare, amato, rispettato, da vasti settori del mondo conservatore americano.
1/15/202426 minutes, 18 seconds
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I testimoni di Fabrizio De André

Fabrizio De André è scomparso 25 anni fa, il 11 gennaio 1999. La lunga carriera, i temi universali della sua poetica e il personaggio ne spiegano la sua popolarità; e i numerosi luoghi pubblici a lui intitolati, quasi un centinaio solo in Italia, ne provano la fortuna e la memoria istituzionale. Tuttavia il segno della sua vitalità si ritrova nella forza con cui la sua opera ispira le generazioni artistiche successive che lo hanno preso come punto di riferimento. Laser va a conoscere il volto nuovo di De André così come è visto e reinterpretato dai giovani autori della canzone italiana, con l’aiuto di tre testimoni: il cantautore emergente The André, l’autrice Cristina Donà e la vocal coach Danila Satragno, già collaboratrice di De André nell’ultimo tour. 
1/11/202428 minutes
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Bice Curiger, l’arte della cura d’arte

Era il 7 aprile 2014 quando ad Arles veniva ufficialmente inaugurato il Museo della Fondazione Vincent van Gogh con la mostra “Van Gogh Live!”. Per la sua direttrice artistica, Bice Curiger, era l’inizio di una nuova avventura professionale, che le si era presentata due anni prima, nel 2012, alla soglia del pensionamento dal Kunsthaus di Zurigo, dove Curiger aveva lavorato sin dai primi anni ‘90. Per lei, sempre affascinata dalle avanguardie, era anche l’occasione di rileggere l’opera di uno dei più abusati artisti moderni, vittima di quella cultura di massa - “pop” - che Curiger aveva sempre amato per la sua forza democratizzatrice, ma di cui conosceva altrettanto bene le derive. In questo Laser, abbiamo ripercorso insieme a Bice Curiger il suo cammino a fianco e al servizio dell’arte e della sua valorizzazione, tra incontri straordinari e scelte non convenzionali.
1/9/202425 minutes, 38 seconds
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Capire Potëmkin, capire la guerra in Ucraina

Tra le azioni compiute dall’esercito russo a Kherson, nell’ottobre 2022, poco prima di ritirarsi oltre il fiume Dnipro, c’è stata anche la rimozione della tomba di Grigorij Aleksandrovič Potëmkin. Il militare e diplomatico russo è stato spostato e sepolto in una chiesa in Crimea. Un gesto simbolico di grande importanza, per i russi. Fu infatti Potëmkin, nel XVIII secolo, a fondare in nome dell’impero russo, numerose città in quella che oggi è l’Ucraina. Kherson, appunto, primo porto russo sul Mar Nero, ma anche il porto di Sebastopoli, Ekaterinoslav (oggi Dnipro), ed altre.Il contributo di Potëmkin fu decisivo per strappare ai turchi i territori che oggi costituiscono l’Ucraina e le regioni in guerra. Senza quel tassello storico e il ruolo di quel protagonista, diventa più difficile comprendere la complessità della guerra tra Russia e Ucraina.Nel mondo italofono siamo abituati a riferirci a Potëmkin a causa della battuta di Paolo Villaggio nel film “Il secondo tragico Fantozzi”. “La corazzata Kotëmkin” (il nome fu leggermente alterato per questioni di copyright) del regista Ejzenstein e che racconta la rivolta del 1905 a bordo dello scafo militare dell’impero russo.
1/8/202426 minutes, 56 seconds
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La mia verità

®È stato fino a al 6 novembre 2019, il rappresentante elvetico di più alto rango a livello mondiale. Quel giorno Pierre Krähenbühl, capo dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu che si occupa degli oltre 5 milioni di rifugiati palestinesi, getta la sua spugna e si dimette. La pressione contro di lui era diventata insostenibile e si era sentito abbandonato da Berna. Un pre-rapporto consegnato al segretario generale dell’Onu Antonio Guterres un anno prima e del quale alcune fughe di notizie rivelavano i contorni, lo accusava di malversazioni, favoritismi, sperpero di denaro. Accuse gravi a tal punto che anche il Dfae di Ignazio Cassis decise di sospendere i finanziamenti all’Unrwa. Precedentemente a chiudere i rubinetti fu l’amministrazione americana, con in prima fila il genero di Trump Jared Kushner per il quale la stessa Unrwa costituiva non la soluzione ma il problema. Un concetto analogo fu espresso da Ignazio Cassis in un suo controverso viaggio ad Amman, sollevando dubbi sulla neutralità svizzera e polemiche da parte di chi lo considerava troppo vicino alle posizioni del governo Netanyahu e dell’amministrazione Trump. Sta di fatto che il rapporto di inchiesta definitivo consegnato al Segretario Generale delle Nazioni Unite lo scagiona dalle accuse più gravi, ritenendo contro di lui, stando alle rivelazioni di un’inchiesta della Rts, solo sospetti marginali. A "Laser" in un'intervista esclusiva Pierre Krähenbühl si confida, chiede giustizia, e racconta la sua verità in una vicenda dolorosa e dai contorni alquanto opachi.Libri presenti nel catalogo del Sistema bibliotecario ticinese (Sbt) Vari testi sul conflitto arabo-israelianoSaggi su Israele e sulla PalestinaAltre fontiSito web dell’UNRWA L'enquête de l'ONU sur Pierre Krähenbühl ne pointe que de légers manquements. RTS, 18.12.2020Prima emissione: 10 febbraio 2021
1/3/202427 minutes, 3 seconds
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Incontro con il Senatore ticinese Dick Marty (5./5)

Una lunga intervista concessa nel 2006 a Raffaella Barazzoni quando Dick Marty era ancora “Senatore”, uno dei due rappresentanti del Canton Ticino al Consiglio degli Stati, a Berna.Sul sito della Rete Due è disponibile l’intero colloquio, diviso in cinque puntate.
12/29/202321 minutes, 50 seconds
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Incontro con il Senatore ticinese Dick Marty (4./5)

Una lunga intervista concessa nel 2006 a Raffaella Barazzoni quando Dick Marty era ancora “Senatore”, uno dei due rappresentanti del Canton Ticino al Consiglio degli Stati, a Berna.Sul sito della Rete Due è disponibile l’intero colloquio, diviso in cinque puntate.
12/29/202319 minutes, 5 seconds
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Incontro con il Senatore ticinese Dick Marty (3./5)

Una lunga intervista concessa nel 2006 a Raffaella Barazzoni quando Dick Marty era ancora “Senatore”, uno dei due rappresentanti del Canton Ticino al Consiglio degli Stati, a Berna.Sul sito della Rete Due è disponibile l’intero colloquio, diviso in cinque puntate.
12/29/202321 minutes, 27 seconds
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Incontro con il Senatore ticinese Dick Marty (2./5)

Una lunga intervista concessa nel 2006 a Raffaella Barazzoni quando Dick Marty era ancora “Senatore”, uno dei due rappresentanti del Canton Ticino al Consiglio degli Stati, a Berna.Sul sito della Rete Due è disponibile l’intero colloquio, diviso in cinque puntate.
12/29/202319 minutes, 49 seconds
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Incontro con il Senatore ticinese Dick Marty (1./5)

Una lunga intervista concessa nel 2006 a Raffaella Barazzoni quando Dick Marty era ancora “Senatore”, uno dei due rappresentanti del Canton Ticino al Consiglio degli Stati, a Berna.Sul sito della Rete Due è disponibile l’intero colloquio, diviso in cinque puntate.
12/29/202321 minutes
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L’impegno di Dick Marty

Una lunga intervista concessa nel 2006 a Raffaella Barazzoni quando Dick Marty era ancora “Senatore”, uno dei due rappresentanti del Canton Ticino al Consiglio degli Stati, a Berna.Sul sito della Rete Due è disponibile l’intero colloquio, diviso in cinque puntate.undefined
12/29/202326 minutes, 37 seconds
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Ucraina, il Tempo del dubbio

Ritornare ancora una volta in Ucraina in questo nuovo inverno di guerra, significa fare i conti con un Paese che affronta un tempo di malinconica disillusione. Le speranze dello scorso inverno, alimentate dalla straordinaria resistenza che il Paese intero aveva opposto all’invasore russo, devono oggi fare i conti con una realtà ancora diversa. La controffensiva non ha sfondato le difese costruite nei territori occupati, la Russia di Putin appare più salda, gli alleati occidentali vacillano. “Il Tempo del dubbio” è un viaggio tra città e campagne nel segno del freddo di un nuovo inverno. Un tempo in cui s’insinua un’idea lungamente respinta, quella di voltare pagina aprendo una trattativa.
12/28/202324 minutes, 53 seconds
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Le leggende ticinesi (2./2)

Un percorso sonoro che risale quattro valli del Ticino alla ricerca delle leggende, delle tradizioni orali e di altre espressioni del magico e dell’inusitato. “Leggende Ticinesi” si affaccia sulle profondità della psiche umana ed esplora le forme del meraviglioso, da quelle ancestrali a quelle più recenti, seguendo le voci di un antropologo che custodisce leggende, di una sciamana che frequenta mondi paralleli, di uno storico che studia la strumentalizzazione del folklore, e le voci dei cantastorie, e della gente del posto, e di chi ha assistito ai miracoli.Regia, narrazione e montaggio Zoé RossionMusica originale di Giordano RushProduzione : Camilla Baumann & Jonathan FrigeriMixaggio: Koenraad EckerUn progetto ideato da Jonathan Frigeri per l’IIRRM
12/23/202328 minutes, 38 seconds
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Betlemme sotto il Vesuvio

Napoli suggerisce quattro “emme” importanti: Masaniello, mandolino, più recentemente Maradona e, con loro, la Madonna, accompagnata da Gesù, Giuseppe, il bue e l’asinello. Quindi, il presepe natalizio, che fa di Napoli una Betlemme sotto il Vesuvio se non unica, sicuramente per tante ragioni prima al mondo. Laser presenta questa tradizione, la sua genesi e l’estensione per il pianeta a cominciare dalla Spagna del Settecento, dominata dai Borboni. La raccontano due antropologi, Elisabetta Moro e Marino Niola, e un artigiano di presepi affermato e conosciuto da New York a Gerusalemme e Madrid, come Lello Scuotto della bottega “La Scarabattola”. La prima caratteristica del presepe napoletano sta nella marginalità della capannina natalizia, con il conseguente allargamento dello scenario alla gente comune, proposta nelle sue attività quotidiane. E la seconda nella perdita di ogni riferimento temporale: nelle migliaia di presepi sempre più “laici” (istituzionali o familiari, ricchi o poveri, imponenti o modesti, e comunque sempre napoletani per fattura o ispirazione) è un groviglio teatrale organizzato che, non senza far arricciare il naso a qualche tradizionalista, si arricchisce ogni anno di personaggi del presente.
12/21/202328 minutes, 1 second
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Il Teatro di Nanni Moretti

Nanni Moretti debutta in veste di regista teatrale con la direzione dello spettacolo “Diari d’amore”. Per questo esordio sceglie due commedie intitolate “Fragola e panna” e “Dialogo”, ambedue scritte da Natalia Ginzburg rispettivamente nel 1966 e nel 1970. Nei vari ruoli sul palco si alternano le attrici Daria Deflorian, Alessia Giuliani, Arianna Pozzoli, Giorgia Sanesi e l’attore Valerio Binasco. Nanni Moretti a Laser illustra perché ha deciso di intraprendere questa nuova avventura artistica. Racconta come è nato il progetto, come è stato sviluppato e portato a termine. Inoltre racconta l’impegno per il grande schermo ed il suo pubblico.Lo spettacolo è previsto al LAC di Lugano il 20 e 21 dicembre.
12/20/202326 minutes, 49 seconds
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Il tempo per Toni Negri

Laser ripropone una intervista realizzata al filosofo e attivista Toni Negri (1933 – 2023) realizzata nel 2001 e dedicata al tema del tempo.L’ipotesi di un mondo simile al tempo “cairos” - il libro di Negri - il tempo di Sant’Agostino - il concetto greco chiamato “cairos”: il limite continuo della nostra vita - i due lati del tempo - l’intensità e la ripetizione - le contraddizioni del postmoderno sul concetto del tempo - il tempo come misura nel postmoderno - la quantificazione del tempo all’epoca industriale - la differenziazione della realtà di tempo nella società di oggi - un confronto tra il tempo di uno svizzero e di un filippino - l’unica misura sociale del tempo della nostra società - il paradosso dell’unificazione tra tempo esteriore e tempo interiore - il nuovo orizzonte della società contemporanea - la conseguente difficoltà ad abituarsi allo scorrere del tempo. Nel documentario anche un contributo dello scrittore Francesco Piccolo.
12/18/202319 minutes, 46 seconds
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Le leggende ticinesi (1./2)

Un percorso sonoro che risale quattro valli del Ticino alla ricerca delle leggende, delle tradizioni orali e di altre espressioni del magico e dell’inusitato. “Leggende Ticinesi” si affaccia sulle profondità della psiche umana ed esplora le forme del meraviglioso, da quelle ancestrali a quelle più recenti, seguendo le voci di un antropologo che custodisce leggende, di una sciamana che frequenta mondi paralleli, di uno storico che studia la strumentalizzazione del folklore, e le voci dei cantastorie, e della gente del posto, e di chi ha assistito ai miracoli.
12/16/202325 minutes, 7 seconds
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Generazione big data

L’avvento dei social media e della digitalizzazione di ogni ambito – dalla scuola all’amministrazione - ci ha portato a vivere continuamente esposti sulla rete. Ma anche a fornire enormi quantità di dati personali a grandi aziende. Questo vale anche e soprattutto per i bambini, soggetti al così detto fenomeno dello sharénting, la sovraesposizione in rete da parte dei genitori, o per gli adolescenti che trasformano la loro vita in una serie di post condivisi sui social media. Ma i rischi legati al tracciamento e alla profilazione impongono una riflessione critica sulle nostre abitudini digitali, perché la raccolta dei dati e la loro elaborazione non è mai innocua e nasconde rischi di cui i genitori non sempre sono consapevoli.
12/15/202327 minutes, 36 seconds
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Troppo neri

Si continua a definire il tema dell’immigrazione un’emergenza quando, in realtà, non è un’emergenza. È da circa quarant’anni che la penisola italiana è meta di uomini, donne e bambini provenienti dall’Africa, dall’Asia, sia alla ricerca di una vita migliore ma anche per scappare dalle guerre e da disastri climatici. Un tema che riguarda l’intera Europa. In questo Laser, Matteo Severgnini dialoga con il giornalista e scrittore Saverio Tommasi, autore del libro Troppo neri edito da Feltrinelli (2023), intorno a storie di ragazzi e ragazze senza cittadinanza, senza passato, troppo neri per essere considerati italiani, o troppo italiani per essere considerati nigeriani, etiopi o afghani. Scardinando i luoghi comuni e senza mai perdere tenerezza o lucidità, Tommasi racconta alcune di queste storie vere, drammatiche ma anche piene di vita e di speranza.
12/14/202325 minutes, 11 seconds
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Il discorso di Sadat

Prima c’è la Guerra dei sei giorni (1967) e la guerra di Yom Kippur (1973). Dopo verranno gli accordi di Camp David (1978), il Nobel per la pace congiunto a Begin e Sadat (1978), il definitivo trattato di pace tra Israele ed Egitto (1979). In mezzo troviamo lo storico discorso del presidente egiziano Sadat al Parlamento israeliano (Knesset) il 19 novembre 1977.È un gesto di straordinario coraggio. Dopo aver avviato profonde riforme economiche e sociali, dopo aver preparato una diversa collocazione internazionale per l’Egitto, dopo aver risvegliato l’orgoglio del suo popolo sui campi di battaglia proprio contro Israele, Sadat si reca nel Paese nemico, nel centro del potere e del Governo, dove ognuno gli è ostile, e lì pronuncia parole di apertura, di reciproco riconoscimento, di invito alla convivenza.Quel discorso fu molto più che una semplice enunciazione di concetti, un auspicio, o una celebrazione. Sono parole che imprimono una svolta al corso della storia, creano un nuovo orizzonte, preparano azioni che condurranno per la prima volta ad accordi di pace durevoli.Dopo aver ricostruito il contesto storico con lo storico Claudio Vercelli, approfondiamo forme e modi di quello storico discorso con Lucia Avallone, studiosa di lingua e letteratura araba.
12/13/202327 minutes, 29 seconds
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A chi raccontare l’esodo

L’espulsione delle popolazioni di lingua tedesca dall’Europa centro-orientale dal 1945 coinvolse oltre 12 milioni di persone, di cui più dell’85% provenivano dal territorio di Polonia e Cecoslovacchia. Centinaia di migliaia di altre persone di lingua tedesca furono costrette a lasciare Ungheria, Romania e Jugoslavia. Questa pagina della storia in Germania è stata a lungo trascurata perché troppo controversa. Dal 2021 la memoria di questi avvenimenti viene conservata e presentata al Dokumentationszentrum Flucht Vertreibung Versöhnung.Cristiana Coletti ha incontrato Nils Köhler, direttore del dipartimento di documentazione e ricerca del Dokumentationszentrum Flucht Vertreibung Versöhnung, la scrittrice Roswitha Schieb, Andreas Stopp (giornalista), Ernst Stopp (testimone) e lo storico Antonio Ferrara.
12/12/202326 minutes, 18 seconds
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Il senese e la Val D’Orcia in seconda classe

I binari di una ferrovia secondaria un archeologo Leonardo Giovanni Terreni e uno storico Stefano Maggi per scoprire uno dei luoghi magici della toscana il senese e la Val d’Orcia insieme agli scritti di Mario Luzi ed al tecnico del suono Nicola Cavina.È nel nostro patrimonio artistico, nella nostra lingua, nella capacità creativa degli italiani che risiede il cuore della nostra identità. L’Italia che è dentro ciascuno di noi è espressa nella cultura umanistica, dall’arte figurativa, dalla musica, dall’architettura, dalla poesia e dalla letteratura di un unico popolo. L’identità nazionale degli italiani si basa sulla consapevolezza di essere custodi di un patrimonio culturale unitario che non ha eguali nel mondo. Forse l’articolo più originale della nostra Costituzione è l’articolo 9 che, infatti, trova poche analogie nelle costituzioni di tutto il mondo: ‘La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione’.E cosi iniziamo la scoperta di uno dei luoghi suggestivi della Toscana il senese e la Val d’Orcia la valle che attraverso i binari della ferrovia incrociando sentieri e strade bianche è divenuta dal 2004 sito patrimonio dell’Unesco.
12/11/202325 minutes, 35 seconds
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La nave partirà

Alla fine della seconda guerra mondiale, oltre 350 mila persone di nazionalità italiana residenti in Istria, in Dalmazia e nei pressi di Trieste, lasciarono la loro terra.Il passaggio di quelle zone alla Jugoslavia, la particolare realtà geopolitica, la nascita della contrapposizione in due blocchi, quello occidentale e quello comunista, che proprio su quei territori disegnavano nuove linee di influenza, il desiderio della popolazione italiana di dimenticare l’esito della guerra e soprattutto le sue conseguenze. È in questo ambiente che quella popolazione prova a vivere, prima che la stragrande maggioranza di essa decida di trovare rifugio e rifarsi una vita altrove, anche a seguito del trattato di pace del 1947 che sancisce l’assegnazione dell’Istria al governo di Belgrado. Ma dove andare? Perfino in Italia l’integrazione fu difficile (gli esuli erano spesso bollati come fascisti o additati come co-belligeranti), molti esuli scelsero di emigrare verso l’Australia o il Canada. Grandi comunità di istriani e giuliani si trovano anche in Europa e in Svizzera.Il confronto tra le comunità di chi è andato via e di chi ha deciso di restare – per le ragioni più diverse – è stato spesso acceso e aspro. Solo da pochi anni l’incomprensione reciproca ha lasciato spazio al dialogo e allo studio delle conseguenze storiche per la popolazione coinvolta. Ma se le ferite della storia si sono rimarginate, le cicatrici sono ancora ben visibili.Musica di Matija Dedic che esegue brani di Sergio Endrigo.
12/9/202328 minutes
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Voci dal grande nord

Le scrittrici e gli scrittori scandinavi hanno conosciuto, a partire dagli anni duemila, una grande popolarità. Il pubblico ha saputo apprezzare non solo le voci della letteratura d’inchiesta, gialli, thriller e noir sono sempre saldi ai primi posti delle classifiche, ma altre scritture hanno fatto breccia nel cuore dei lettori in lingua italiana. Che cosa ha contribuito a questo effetto Scandinavia? Quali elementi costitutivi caratterizzano le opere che arrivano dalla Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda? Il recente Premio Nobel al norvegese Jon Fosse ha nuovamente accesso i riflettori su una produzione vasta e articolata che si misura con tutte le forme assunte dalla parola: romanzi, pièces teatrali, scrittura per l’infanzia, saggistica e poesia. L’approfondimento di Rete Due ricostruisce, in due puntate di Laser a cura di Moira Bubola, la mappa di una letteratura che vanta un sempre maggiore numero di lettori. Ne parliamo oggi con Margherita Podestà Heir, traduttrice e voce in italiano dei romanzi di Jon Fosse pubblicato da La Nave di Teseo e con Franco Perrelli, professore ordinario di discipline dello spettacolo e specialista di teatro scandinavo.
12/7/202323 minutes, 55 seconds
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Voci dal grande nord

Le scrittrici e gli scrittori scandinavi hanno conosciuto, a partire dagli anni duemila, una grande popolarità. Il pubblico ha saputo apprezzare non solo le voci della letteratura d’inchiesta, gialli, thriller e noir sono sempre saldi ai primi posti delle classifiche, ma altre scritture hanno fatto breccia nel cuore dei lettori in lingua italiana. Che cosa ha contribuito a questo effetto Scandinavia? Quali elementi costitutivi caratterizzano le opere che arrivano dalla Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda? Il recente Premio Nobel al norvegese Jon Fosse ha nuovamente accesso i riflettori su una produzione vasta e articolata che si misura con tutte le forme assunte dalla parola: romanzi, pièces teatrali, scrittura per l’infanzia, saggistica e poesia. L’approfondimento di Rete Due ricostruisce, in due puntate di Laser a cura di Moira Bubola, la mappa di una letteratura che vanta un sempre maggiore numero di lettori. Gli ospiti di quest’oggi sono Emilia Lodigiani, anima e fondatrice della casa editrice Iperborea e Massimo Ciaravolo, professore associato di lingua e letteratura nordica all’Università Cà Foscari di Venezia. 
12/6/202324 minutes, 17 seconds
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Sulla rotta balcanica

In confronto all’ondata migratoria che giunse in Europa nel 2015, oggi i flussi di profughi provenienti da numerosi Paesi hanno ormai i connotati di un fenomeno strutturale, al quale l’Unione Europea non è ancora riuscita a dare risposte. Oltre alla traversata del Mediterraneo, una delle rotte più battute è quella balcanica. Data la sua posizione, l’Austria è il principale punto di sbocco del percorso che risale dalla Turchia e si dirama nei Paesi dei Balcani occidentali come un inarrestabile delta interno, su su fino all’Austria appunto, che nel 2022 ha visto un aumento di ingressi clandestini del 180% rispetto al 2021 e che nonostante una flessione nella prima parte del 2023, continua a far registrare consistenti arrivi attraverso la ex Jugoslavia. Negli ultimi otto anni a poco sono valse barriere e misure contenitive lungo la rotta balcanica: le bande di trafficanti reagiscono rapidamente ai cambiamenti e semplicemente trovano nuovi varchi per chi vuole raggiungere l’Unione Europea. Del resto la ferrea volontà di fuggire da situazioni di vita insostenibili è più forte di qualsiasi legge, di qualsiasi provvedimento, di qualsiasi respingimento.Come già nel 2015, anche nell’ultimo scorcio del 2023 Flavia Foradini è andata a Traiskirchen, il maggiore centro di prima accoglienza in Austria.Per sondare cosa sta accadendo sui rami della rotta balcanica verso l’Unione Europea, ha raccolto le testimonianze di migranti nel limbo della procedura di richiesta d’asilo, di ex-richiedenti asilo che si sono rifatti una vita, di volontari attivi per associazioni benefiche, di esperti in tema di migrazioni verso l’Europa. Ciò che emerge è un mosaico di schegge di vite sospese fra disperazione e speranza.
12/5/202327 minutes, 34 seconds
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Sulla rotta balcanica

In confronto all’ondata migratoria che giunse in Europa nel 2015, oggi i flussi di profughi provenienti da numerosi Paesi hanno ormai i connotati di un fenomeno strutturale, al quale l’Unione Europea non è ancora riuscita a dare risposte. Oltre alla traversata del Mediterraneo, una delle rotte più battute è quella balcanica. Data la sua posizione, l’Austria è il principale punto di sbocco del percorso che risale dalla Turchia e si dirama nei Paesi dei Balcani occidentali come un inarrestabile delta interno, su su fino all’Austria appunto, che nel 2022 ha visto un aumento di ingressi clandestini del 180% rispetto al 2021 e che nonostante una flessione nella prima parte del 2023, continua a far registrare consistenti arrivi attraverso la ex Jugoslavia. Negli ultimi otto anni a poco sono valse barriere e misure contenitive lungo la rotta balcanica: le bande di trafficanti reagiscono rapidamente ai cambiamenti e semplicemente trovano nuovi varchi per chi vuole raggiungere l’Unione Europea. Del resto la ferrea volontà di fuggire da situazioni di vita insostenibili è più forte di qualsiasi legge, di qualsiasi provvedimento, di qualsiasi respingimento.Come già nel 2015, anche nell’ultimo scorcio del 2023 Flavia Foradini è andata a Traiskirchen, il maggiore centro di prima accoglienza in Austria.Per sondare cosa sta accadendo sui rami della rotta balcanica verso l’Unione Europea, ha raccolto le testimonianze di migranti nel limbo della procedura di richiesta d’asilo, di ex-richiedenti asilo che si sono rifatti una vita, di volontari attivi per associazioni benefiche, di esperti in tema di migrazioni verso l’Europa. Ciò che emerge è un mosaico di schegge di vite sospese fra disperazione e speranza.
12/4/202324 minutes, 23 seconds
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Il trauma della guerra ucraina

Il piccolo valico di frontiera di Kolotylivka-Pokrovka, tra la regione russa di Belgorod e quella ucraina di Sumy, è l’unico luogo in cui gli ucraini possono entrare dalla Russia nel territorio ucraino controllato dal governo. Il viaggio non è facile. Le persone che arrivano ai posti di blocco russi, spesso dopo lunghi viaggi, sono sottoposte a procedure di filtraggio che durano ore; vengono perquisite dalle guardie di frontiera russe e interrogate da agenti del Servizio di sicurezza federale. I loro telefoni vengono controllati, vengono prese le impronte digitali e a volte viene loro ordinato di spogliarsi. Il nostro racconto parte da questo luogo per addentrarsi nell’animo umano di chi deve abbandonare tutto e ricominciare da zero la propria vita. E di chi invece rimane, spesso sapendo che la morte prima o poi busserà alla sua porta. Un viaggio nella psiche e nel trauma generato dalla guerra, che da personale diventa collettivo, investendo una intera nazione. 
12/1/202322 minutes, 54 seconds
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Sionismi

Alla vigilia del cinquantesimo anniversario della morte di David Ben Gurion, Laser affronta un viaggio nella storia e nella realtà del pensiero sionista. Primo firmatario della dichiarazione di indipendenza di Israele nel 1948 e a lungo primo ministro, Ben Gurion era stato anche presidente dell’organizzazione sionista mondiale, subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Il primo congresso dell’organizzazione sionista mondiale si riunì a Basilea nell’agosto 1897 alla presenza di circa duecento delegati convocati dal giornalista ungherese Theodor Hertzl e cambiò per sempre la storia dell’ebraismo moderno. In quei giorni fu presentato il manifesto programmatico del sionismo politico e vennero gettate le basi del progetto per la creazione di uno stato che desse una patria a tutti gli ebrei.Ma anche il sionismo, al pari delle altri grandi ideologie del XIX e del XX secolo, non fu un fenomeno monolitico e negli anni avrebbe prodotto opzioni politiche in contrasto tra loro.Laser ne discute con lo storico dell’Università di Pisa Arturo Marzano, che ha pubblicato un volume dal titolo “Storia dei sionismi. Lo Stato degli ebrei da Hertzl a oggi” e con Alberto Tonini, docente di storia contemporanea del Medio Oriente all’Università di Firenze
11/30/202325 minutes, 31 seconds
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Il miracolo di Greccio

Compie 800 anni il presepe vivente realizzato da San Francesco d’Assisi. Nella notte di Natale del 1223 venne infatti riproposta la natività in una grotta nei pressi di Greccio, oggi in provincia di Rieti. Quella ricostruzione di quanto avvenne nella capanna di Betlemme è rapidamente diventata una tradizione culturale e popolare ancora prima di essere un appuntamento religioso. Il messaggio del presepe è ancora di estrema attualità: il disagio in cui Gesù nasce, la povertà che lo circonda, la fragilità di un bambino, che ha bisogno di essere accudito e riscaldato, la Terrasanta, ora martoriata da una guerra, proprio come ai tempi di San Francesco. Con Fra Giovanni, Santuario francescano di Greccio, Mons. Vito Piccinonna, vescovo di Rieti, Massimiliano Impeciati, presidente proloco Greccio e Enrico Bressan, fondatore e presidente di Fondaco Italia.
11/29/202323 minutes, 41 seconds
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Le Roy Ladurie, tra i maestri della storiografia contemporanea

È stato uno dei precursori della ricerca innovativa nella storiografia, promosso dalla rivista “Annales d’histoire économique e sociale” che dirigerà dopo uno dei suoi maestri, Fernand Braudel.Lo storico Emmanuel Le Roy Ladurie è morto all’età di 94 anni nella sua casa di Le Moutier, nel Calvados.Era stato direttore didattico dell’École pratique des hautes études di Parigi, poi professore di Scienze sociali alla Sorbona e di Storia della civiltà moderna al Collège de France. Ma negli “Annales” si comprende il valore e il metodo di studio: la ricerca fu riorientata verso lo studio della vita quotidiana, della vita degli individui e dell’influenza del clima sulle vicende umane. I suoi studi più noti “I contadini di Linguadoca” (Laterza), “Storia di un paese: Montaillou” (Rizzoli), “L’ancien régime” (Il Mulino).Incontro con Emmanuel Le Roy Ladurie, Laser, di Roberto Antonini - 27 e 28 novembre 2017
11/24/202326 minutes, 8 seconds
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Restare umani

L’immane tragedia che sta consumandosi in Medio Oriente nella feroce guerra fra Israele e Hamas, l’invasione dell’esercito russo in Ucraina, la fuga della popolazione armena dal Nagorno Karabakh hanno rovesciato su ciascuno di noi notizie e immagini di atrocità. È doveroso dunque chiedersi se non ci stiamo abituando all’orrore. Aveva ragione Diderot, il famoso enciclopedista, quando nel Settecento paventava il rischio che con l’aumento della distanza anche i nostri sentimenti morali si affievoliscono? Come scongiurare la disumanizzazione? Franco Brevini ne discute con Ivo Lizzola, che insegna una materia quanto mai di attualità come Pedagogia del conflitto e della mediazione e Clara Mucc, una psicoterapeuta autrice di un libro intitolato Trauma e perdono.
11/22/202327 minutes, 45 seconds
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Capire la parola

Come comprendere il valore delle parole, e dunque la Parola, quando i significati sono diversi e complessi a seconda del contesto e del periodo storico in cui sono collocati.Nel lavoro appena pubblicato “L’alfabeto di Dio” (edizioni San Paolo), il Cardinale Gianfranco Ravasi ha stilato una sorta di “dizionario” dei termini in ebraico e greco più utilizzati e più importanti dell’Antico e del Nuovo Testamento. Lo studio della parola, e dunque il commento legato ad un determinato concetto, va oltre la semplice interpretazione letterale adattata agli occhi del lettore del XXI secolo. E quindi, affrontare le Scritture in modo più attento e complesso, aiuta il lettore a districarsi in modo efficace nella varietà e i numerosi messaggi e le differenti intenzioni che attraverso le parole dobbiamo comprendere. Una strada da percorrere per affrontare sia i testi sacri sia il presente.
11/20/202327 minutes, 57 seconds
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Abbiamo solo bisogno di raccontare

Perché raccontare un luogo? Perché uno si mette a camminare? Non solo con l’intenzione di gustarsi un bel panorama, di fare una scampagnata. Ma con l’intenzione di trovare una storia, da condividere con gli altri. Alla fine noi viviamo di storie. Comunichiamo grazie alle storie. A tutto questo si pensa camminando. Ed è quello che è successo durante l’officina di narrazione “Ormea in transito”. Una quindicina di persone che con Marino Magliani e Flavio Stroppini hanno camminato per giorni attorno ad Ormea, una piccola cittadina, con un centro dall’atmosfera medioevale, nel sud del Piemonte, in Alta Valle Tanaro incastonata tra le maggiori vette delle Alpi Liguri. Musiche di Andrea Manzoni“L’officina di scrittura” di ormeaintransito.com è un progetto realizzato grazie al Comune di Ormea (It).
11/19/202324 minutes, 10 seconds
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La voce di Anna Felder

Laser ripropone una pagina d’archivio della RSI, per ricordare la scrittrice Anna Felder (1937 – 2023). La presentazione della nuova edizione del romanzo “Tra dove piove e non piove” pubblicato all’inizio degli anni 70 del secolo scorso e riproposto nel 2015 da Armando Dadò editore in una nuova edizione. Nell’intervista (sempre del 2015) curata da Yari Bernasconi, la scrittrice ticinese e insegnante di italiano e francese in un liceo ad Aarau, racconta il proprio stile e come svolge la propria attività, oltre all’ispirazione del suo lavoro d’esordio, avvenuto negli anni del dibattito sul ruolo dell’immigrazione dall’estero e dalle differenze tra le usanze quotidiane nelle varie comunità svizzere della ConfederazioneTra i numerosi riconoscimenti, Anna Felder ha ottenuto il gran premio svizzero di letteratura nel 2018 e il Premio di letteratura Schiller in un paio di occasioni, nel 1982 e nel 1998.
11/17/202321 minutes, 27 seconds
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Il patetismo dell’infanzia

®Oggi il bambino è circondato da un alone patetico, che non c’è sempre stato, perché è nato alla fine del Settecento con la sensibilità che avrebbe condotto al Romanticismo. Trine e merletti, carillon rarefatti, incanto per la tenerezza del neonato, negozi sempre più vasti dedicati al bambino e ai suoi prodotti, servizi per la prima infanzia avrebbero caratterizzato gli ultimi due secoli.In passato le fiabe parlano di bambini abbandonati da genitori che non riuscivano a mantenerli o dello stesso nome dato a più bambini, perché si sapeva che uno solo sarebbe sopravvissuto. Anche i quadri li rappresentavano come adulti in miniatura e non si esitava a mandarli al lavoro appena possibile, dalle miniere alla cura dei greggi.Attraverso esempi, suoni, citazioni e testimonianze ricostruiremo questo affascinante cammino verso l’immagine del bambino come lo intendiamo noi, fino ai «genitori elicottero» e al «bambino di tiranno» di cui si parla nel dibattito pedagogico odierno.Prima emissione: 10 ottobre 2023
11/16/202324 minutes, 34 seconds
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Prima la musica. Prima le parole (2./2)

®Prima la musica o prima le parole? chi ama l’opera forse non si pone questa domanda, le due cose sono strettamente legate e sembrano nate insieme, senza sforzo. In realtà il lavoro del librettista è spesso un ingrato gioco d’equilibrio e in più gli tocca quasi sempre uno scomodo, ignorato secondo piano, mentre la fama si rivolge al musicista, perché in fondo è per merito della musica se ci ricordiamo così bene le parole. O è il contrario? Un piccolo percorso dedicato alle fatiche di questo connubio tra grandi musicisti e bravi, e meno bravi, librettisti, ricostruito attraverso le lettere, le memorie di alcuni dei protagonisti di questa lunga storia, cominciata nel ‘700, e non è ancora finita!Prima emissione: 19 luglio 2023
11/15/202327 minutes, 47 seconds
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Prima la musica. Prima le parole (1./2)

®Prima la musica o prima le parole? chi ama l’opera forse non si pone questa domanda, le due cose sono strettamente legate e sembrano nate insieme, senza sforzo. In realtà il lavoro del librettista è spesso un ingrato gioco d’equilibrio e in più gli tocca quasi sempre uno scomodo, ignorato secondo piano, mentre la fama si rivolge al musicista, perché in fondo è per merito della musica se ci ricordiamo così bene le parole. O è il contrario? Un piccolo percorso dedicato alle fatiche di questo connubio tra grandi musicisti e bravi, e meno bravi, librettisti, ricostruito attraverso le lettere, le memorie di alcuni dei protagonisti di questa lunga storia, cominciata nel ‘700, e non è ancora finita!Prima emissione: 18 luglio 2023
11/14/202325 minutes, 28 seconds
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La voce delle donne: 50 anni di Suffragio Femminile in Svizzera

®Questo lavoro si è aggiudicato sabato 11 novembre 2023 il prestigioso premio di giornalismo Ermiza, destinato alle produzioni radio, TV e web della Svizzera italiana che si occupano di pari opportunità.C’era chi alla guida spericolata di un Maggiolino varcava il Ceneri coi propri bambini per preparare il materiale di propaganda, c’erano i ‘piccoli uomini’ che guardavano beffardi le donne salire le scale prima delle riunioni di partito, c’erano le mamme fiere che tornavano a casa dalle giovani figlie con il sorriso di chi ha vinto una battaglia a testa alta, c’è chi oggi non si ricorda di nulla e si chiede il perché, e c’è anche chi si è battuto in prima linea e continua a farlo perché, 'un conto sono le leggi, ma poi bisogna cambiare le cose'! Poi c’erano donne venute da fuori, incredule di fronte all’ineguaglianza tra uomo e donna in un paese come il nostro, e altre che, nate in una famiglia di nonne, zie, madre e sorelle, trovavano il suffragio universale la cosa più naturale del mondo.Per l’anniversario del voto alle donne in Svizzera, Valentina Grignoli è andata a cercare tra i ricordi delle donne cosa rimane di questa data fondamentale, e si è fatta raccontare da loro come hanno vissuto questa importante conquista. Tra le intervistate, voci note come la prima Presidente della Confederazione Ruth Dreifuss, una delle prime gran consigliere ticinesi Germana Gaggetta, e l’indimenticabile Alma Bacciarini raccontata da suo figlio Giordano Zeli, ma anche voci meno note che vanno a comporre un colorato coro di memorie senza tempo.Libri presenti nel catalogo del Sistema bibliotecario ticinese (Sbt) Gallacchi, Brenno. Una grande ingiustizia sociale : per il suffragio femminile. La Malcantonese, 1953Bacciarini, Alma. Un bilancio : testi apparsi su "Il Dovere" e "la Regione Ticino" dal 1980 al 1998. Salvioni, 1998Colombo, Gherardo. Democrazia. Bollati Boringhieri, 2011Testi vari in Sbt sul voto alle donne in SvizzeraPrima emissione: 5 febbraio 2021
11/13/202329 minutes, 15 seconds
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Il Testimone

Protagonista di questo Laser è Volodymyr Sahaidak, direttore del “Centro di riabilitazione sociale e psicologica” di Kherson, in Ucraina. La struttura da anni accoglie bambini orfani, minori i cui genitori sono in carcere o comunque impossibilitati a garantirne il sostentamento. Kherson è rimasta sotto occupazione russa da febbraio a novembre del 2022: è stata una delle città più martoriate dalla guerra. Ai nostri microfoni, Sahaidak racconta come ha fatto a salvare dalla deportazione 52 bambini, e quali sono le prove che è riuscito a raccogliere. L’uomo oggi è sotto protezione, tutelato perché testimone del processo intentato dalla Corte penale internazionale contro il presidente russo, Vladimir Putin, e la responsabile delle politiche per l’infanzia, Maria Lvova Belova. L’intervista con Sahaidak è stata anche l’occasione per ragionare, insieme allo storico Andrea Graziosi, sul fenomeno storico della deportazione di persone, ma anche sulla possibilità che il processo contro Putin e Lvova Belova venga davvero celebrato e possa portare ad un’eventuale condannaKherson, 4 giugno 2022. Soldati russi perquisiscono il Centro per i minori vulnerabili
11/10/202323 minutes, 43 seconds
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Compagno Werner, una vita per la politica (2./3)

®Laser ripropone una intervista in tre parti a Werner Carobbio, realizzata da Roberto Antonini nel gennaio 2018.L’ex consigliere nazionale socialista avrebbe compiuto 87 anni il 10 novembre. Una longevità da primato nel legislativo nazionale e cantonale, una carriera politica iniziata molto presto, quando si è iscritto alla Gioventù socialista e culminata in Consiglio Nazionale, incarico ricoperto dal 1975 al 1999. Co-fondatore del PSA, Carobbio rappresenta la forte cultura politica di un’epoca contrassegnata dal ‘68 e dalla critica del capitalismo ma anche delle forme troppo moderate di socialdemocrazia. Ha dedicato il proprio impegno alle lavoratrici e ai lavoratori e per la tutela del servizio pubblico. Tra i fondatori, nel 1969, del PSA, Partito Socialista Autonomo, di cui è stato segretario politico. Dopo l’esperienza a Berna è stato eletto in Gran Consiglio, istituzione di cui è stato presidente nel 2005. Si è ritirato dalla politica attiva nel 2011.Nell’intervista in tre parti, Werner Carobbio affronta il ruolo degli intellettuali e dei politici, racconta le diverse fasi della politica svizzera ed il ruolo del partito socialista, l’esperienza come insegnante e l’impegno a tutela delle classi lavoratrici. Prima emissione: 1° febbraio 2018
11/9/202322 minutes, 11 seconds
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Haredix

Gli Haredim sono gli ebrei ortodossi, quelli con i riccioli, i cappelli a falde larghe, le donne con le parrucche e i vestiti scuri. Le loro comunità sono microcosmi chiusi, nei quali è impossibile entrare se non per diritto di nascita, e difficilissimo uscire. Diversi giovani hanno deciso di abbandonare questa vita ed entrare nel mondo secolare. Non senza problemi. Nelle scuole degli Haredim non si studia nulla che non sia la Torah, la Legge; pertanto uscire significa non avere nozioni di altra lingua che non sia l’ebraico, ma neanche di matematica. Uscire significa tagliare i ponti con la propria vita, la propria comunità, la propria famiglia. ponti che difficilmente vengono ricostruiti. Le storie dei ragazzi che escono dalle comunità e che vengono aiutati ad inserirsi nella società laica grazie ad alcune associazioni. 
11/6/202327 minutes, 39 seconds
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Bambini, linguaggio e pandemia

Lo scorso 5 maggio l’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria. Peccato che le conseguenze della pandemia da Sars-CoV-2 le stiamo ancora pagando. Noi, e soprattutto i nostri figli. Ritorniamo a inizio 2020. In Italia i bambini sembravano essere la fascia meno ricettiva al virus e nel caos generale quelli che ancora non frequentavano la scuola dell’infanzia o la scuola primaria sono stati in qualche modo minore oggetto d’attenzione. Da un punto di vista psicofisico, però, i bambini più piccoli, oltre ai ragazzi, sono stati gli individui maggiormente colpiti perché hanno perso anni fondamentali per il loro sviluppo. Hanno perso esperienze, emozioni, stimoli di cui avevano bisogno in quel periodo specifico della loro vita.  Ne sono derivati disturbi del sonno, dell’attenzione, dell’alimentazione, disturbi dell’apprendimento. Oltre a ciò, la pandemia ha inciso anche sul nascere e sul l’aggravarsi di disturbi del linguaggio.  Eh, sì.. Forse per imparare a parlare bisogna parlare con gli altri?
11/2/202326 minutes, 28 seconds
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Atatürk e il centenario della Repubblica turca

Cosa resta oggi della figura di Mustafa Kemal Atatürk, a cento anni dalla nascita della Repubblica di Turchia da lui fondata? Da un secolo l’immagine del generale ottomano che fondò sulle ceneri dell’impero una Repubblica laica è ancora presente dappertutto in Turchia, nelle bandiere, negli edifici pubblici, scolpito nelle statue delle piazze e nei tatuaggi di molti turchi che amano avere sulla propria pelle la sua iconica firma. La figura di Atatürk – cognome che Mustafa Kemal decise di adottare e che letteralmente significa “il padre dei turchi” - unisce apparentemente quasi tutta la popolazione ma in realtà gruppi sociali diversi tra loro apprezzano la figura del padre della patria per motivi molto diversi tra loro, adattando i principi dell’uomo che fondò la Turchia ai loro personali valori sociali e politici. La parte più religiosa della società, per decenni marginalizzata dai militari e da politici che governavano sostenendo di essere gli eredi di Atatürk, non ha mai mostrato riverenza nei confronti della sua figura ma, anche dopo l’avvento al potere dell’islamista Recep Tayyip Erdogan, non è così semplice sentire aperte critiche nei confronti di Mustafa Kemal. Mentre la Turchia si prepara a celebrare il centenario della fondazione della Repubblica, domenica 29 ottobre, la puntata di “Laser” di oggi approfondisce quali sono stati i valori alla base della rivoluzione del padre della patria e cosa rimane oggi di tutto questo. Con i contributi dello storico Fabio Grassi, professore associato di storia delle relazioni internazionali e docente di storia dell’Europa orientale presso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma, Nagihan Haliloğlu, docente presso il dipartimento di letteratura comparata dell’Università “Ibn Haldun” di Istanbul, e Cem Gürdeniz, ammiraglio dell’Esercito turco in pensione e noto internazionalmente per essere l’autore della teoria “Mavi Vatan”, “la patria blu”. 
10/27/202327 minutes, 42 seconds
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Arthur Schnitzler: lettere, diari, donne e eredi

Nella produzione di un autore, la corrispondenza e i diari costituiscono una preziosa possibilità di guardare per così dire dietro le quinte della creazione.L’Accademia Austriaca delle Scienze sta lavorando da tempo sulle opere di Arthur Schnitzler, e anche sui diari e sul vasto corpus delle sue lettere.Al microfono di Flavia Foradini, Martin Anton Müller racconta l’impegno a tutto campo, anche con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, per offrire sia ai ricercatori che agli appassionati ampi sguardi sul laboratorio creativo di Schnitzler, grazie alla fitta corrispondenza con colleghi e intellettuali di primo piano del tempo, e grazie ai diari tenuti fino a pochi giorni prima della morte, avvenuta il 21 ottobre 1931, all’età di 69 anni. Sullo sfondo scorrono la vita e la carriera del grande scrittore, che fu dapprima medico e poi fondamentale autore in quella Vienna asburgica a cavallo fra ‘800 e ‘900, così propizia alle arti e alle scienze. per approfondire:https://schnitzler-briefe.acdh.oeaw.ac.athttps://schnitzler-tagebuch.acdh.oeaw.ac.at/pdf dei diari:https://www.austriaca.at/arthur_schnitzler_tagebuchancora Schnitzler su Rete Due:Flavia Foradini, Arthur Schnitzler: uno sguardo diagnostico sul mondo
10/25/202327 minutes, 28 seconds
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Che spettacolo quel funerale

Il funerale di Stalin è addirittura stato riproposto in un film. A quelli dello scrittore Pasternak e del cantautore Vysotsky hanno partecipato centinaia di migliaia di persone sfidando il regime comunista. E quello di Yevgeny Prigozhin? Celebrato di nascosto in un cimitero di San Pietroburgo chiuso da tempo e la salma sepolta al posto di un parente, anche se l’oligarca capo della milizia privata Wagner era un eroe della Russia. Il messaggio del Cremlino era chiaro, e non bisogna leggere tra le righe per capire come siano andate le cose. I funerali dell’era sovietica – e post sovietica – ci offrono uno spunto di riflessione assolutamente originale e unico. Il Prof. Gian Piero Piretto, uno dei massimi esperti di storia della cultura russa e autore de “L’ultimo spettacolo” Raffaello Cortina editore, ci accompagna nell’ultimo viaggio (di personaggi famosi che hanno fatto l’Unione Sovietica e la Russia). Una lettura del passato e del presente attraverso alcune cerimonie funebri in grado di fornire messaggi altrimenti difficili da comprendere in Occidente.
10/24/202326 minutes, 59 seconds
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“Maniac” di Benjamín Labatut, ossia l’ossessione per la scienza

Lo scrittore cileno Benjamín Labatut, dopo il successo di “Quando abbiamo smesso di capire il mondo”, torna in libreria con un nuovo romanzo edito da Adelphi, dal titolo evocativo “Maniac”.Nella sua ultima opera Labatut torna a narrare ombre e luci della storia umana attraverso la figura del calcolatore universale, il MANIAC di John von Neumann, che diede vita a due invenzioni tra loro diametralmente opposte: la bomba atomica e l’intelligenza artificiale. È un’invenzione spartiacque per il futuro dell’umanità, racconta Benjamín Labatut, proprio perché la macchina “pensante” è capace di ergersi a divinità e di sfidare la limitatezza umana.
10/17/202326 minutes, 2 seconds
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Cento di questi Disney

Pochi giorni fa è stata inaugurata all’ExCel di Londra la mostra “Disney 100”, che celebra un importante compleanno: il 16 ottobre 1923, 100 anni fa, Walt Disney fondò infatti la compagnia insieme a suo fratello Roy. Una mostra ampia, che permette di guardare e toccare il mondo Disney. Costumi, bozzetti originali, scenografie, oggetti di scena, che provengono tutti dagli Archivi Disney, diretti da Becky Cline. È lei a raccontare come viene raccolta e preservata la storia di Disney e come è stata pensata questa mostra. Che tra le altre cose spiega quanto Walt Disney sia stato un innovatore del cinema d’animazione, come racconta anche Luca Raffaelli, giornalista ed esperto di fumetti e cartoni animati. Infine la scrittrice di fantasy Licia Troisi esplora il mondo narrativo disneyano con le sue molte anime.
10/16/202326 minutes, 38 seconds
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L’uomo sotto l’olmo

A ridosso della piramide Cestia e delle mure Aureliane a Roma, accanto alla trafficata via Ostiense e nei pressi del quartiere Testaccio, si può visitare un luogo antico in cui trovare pace. E non perché sia soltanto un cimitero, come in effetti è, ma perché tutti gli elementi fondamentali della natura sono lì in equilibrio fra loro: Terra, Acqua, Aria, Fuoco.Parla allora di respiro l’attore Giuseppe Cederna e parla di energia l’autore Alessandro Rubinetti, entrambi frequentatori di un posto che permette di ritrovare l’altro elemento prezioso dei nostri tempi, il tempo. Quanto tempo abbiamo per trovare la nostra voce e ascoltare le altre?Artisti fra gli artisti, sussurrano al microfono i loro percorsi di poesia e memoria. E mentre si ragiona di oggi si scopre la storia di ieri, dal 1716: conosciuto anche come cimitero protestante o “degli inglesi”, il cimitero ospita cittadini stranieri di confessione protestante o greco scismatica così come cattolici di famiglie di diversa confessione o che si sono distinti per l’impegno civile o artistico, come spiega la direttrice Yvonne Mazurek, consapevole custode di un luogo unico, dove passato e presente convivono e in cui si torna per rinnovata curiosità e necessità di sosta.Colpisce la varietà di specie vegetali, le forme architettoniche e scultoree, le incisioni coi nomi dei più noti artisti inglesi e tedeschi, ma anche americani, scandinavi, russi, greci. Svizzeri come i pittori Salomon Corrodi e suo figlio Arnold, italiani come Carlo Emilio Gadda, Amelia Rosselli, Antonio Gramsci, Andrea Camilleri e da poco anche l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.Mi dice l’uomo sotto l’olmo: “Il mondo dei morti è un mondo vivo, e se c’è una cosa che sento qui è che non devi essere amante della morte per venire in un cimitero, devi essere amante della vita”.
10/13/202323 minutes, 54 seconds
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La cultura del bambino

Il patetismo dell’infanzia culmina oggi nell’alone di eccezionalità che circonda la procreazione. L’infertilità diffusa induce molte coppie a ricorrere alle tecniche di procreazione medica assistita, che carica la sacralità della vita che sorge di una componente scientista. Si sono moltiplicate le cliniche, che garantiscono pacchetti tutto compreso con una garanzia dal nome eloquente: Bimbo in braccio. Si sono aperti gigantesche questioni etiche come l’utero in affitto, la monogenitorialità, le famiglie arcobaleno, ecc.La trasmissione si propone di indagare come sia mutata la nostra consapevolezza della nascita attraverso le testimonianze di uno psicanalista e di una bioeticista, che ci parleranno dell’infertilità psicogena e delle interminabili peripezie affrontate dalle coppie per la procreazione.
10/11/202325 minutes, 12 seconds
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La cultura del bambino

Oggi il bambino è circondato da un alone patetico, che non c’è sempre stato, perché è nato alla fine del Settecento con la sensibilità che avrebbe condotto al Romanticismo. Trine e merletti, carillon rarefatti, incanto per la tenerezza del neonato, negozi sempre più vasti dedicati al bambino e ai suoi prodotti, servizi per la prima infanzia avrebbero caratterizzato gli ultimi due secoli. In passato le fiabe parlano di bambini abbandonati da genitori che non riuscivano a mantenerli o dello stesso nome dato a più bambini, perché si sapeva che uno solo sarebbe sopravvissuto. Anche i quadri li rappresentavano come adulti in miniatura e non si esitava a mandarli al lavoro appena possibile, dalle miniere alla cura dei greggi.Attraverso esempi, suoni, citazioni e testimonianze ricostruiremo questo affascinante cammino verso l’immagine del bambino come lo intendiamo noi, fino ai «genitori elicottero» e al «bambino di tiranno» di cui si parla nel dibattito pedagogico odierno.
10/10/202324 minutes, 34 seconds
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Jon Fosse, scrivere l’indicibile

Solitario e lontano dal mondo. L’accademia svedese nel 2023 ha assegnato il premio Nobel ad uno scrittore e autore teatrale norvegese: Jon Fosse, 64 anni. È possibile definirlo come uno scrittore totale, che ha abbracciato tutti i generi. Per questo non ama essere etichettato in nessun modo. Fosse riesce a proporre nei suoi lavori uno stato d’animo irrequieto, inquieto e a tratti addirittura ipnotico. Una vita appartata che affida il suo sguardo sul mondo alla letteratura, una scrittura dalle parole lucide e basilari che incantano lettori e spettatori di tutto il mondo. “Laser” affronta lo stile dello scrittore e l’impatto dell’autore teatrale con il Prof. Franco Perrelli, docente, specialista del teatro scandinavo e contemporaneo e traduttore delle prime opere di Fosse, Valter Malosti, regista, autore e attore teatrale, Premio UBU 2004 con l’allestimento di “Inverno” e un intervento della Margherita Podesta Heir, che sta curando per la casa editrice “Nave di Teseo” il volume “Io è un altro, Settologia parte III-V” nelle librerie dal 10 ottobre.
10/9/202325 minutes, 50 seconds
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Il mio Vajont

Domani, 9 ottobre, ricorrono i sessant’anni della tragedia del Vajont. Quasi duemila persone morirono a causa dell’esondazione della diga del Vajont. L’enorme massa d’acqua travolse alcuni paesi e si riversò nella valle del Piave. Era ampiamente prevista la frana che invase il bacino idroelettrico e causò il dramma. LASER ripropone il documentario realizzato in occasione del cinquantesimo anniversario. Una storia che riguarda anche la Svizzera e il Ticino (numerosi familiari delle vittime erano emigrati nella Confederazione o si trasferirono qui in cerca di lavoro) e con la quale l’Italia non ha mai fatto i conti. Tra le testimonianze anche quella di Alessandro Canestrini, avvocato che difese i sopravvissuti della tragedia e che ricorda come – per quel disastro - non fu mai fatta davvero giustizia.
10/8/202326 minutes, 37 seconds
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Italo Calvino a Parigi

Si autodefiniva “un eremita a Parigi”, per ricordare soprattutto la propria timidezza ed una certa ritrosia ad apparire in pubblico. Ma Italo Calvino non era barricato in casa, impegnato solo a scrivere o a immaginare romanzi e racconti. Lo scrittore italiano conduceva una vita molto intensa, frequentava altri scrittori e intellettuali della città con i quali scambiava impressioni e idee ed era un assiduo frequentatore della biblioteca nazionale. “Non era un personaggio facile, poteva essere molto allegro in certi ambienti ma non amava la frequentazione degli ambienti letterari parigini”, afferma di lui lo scrittore e giornalista Bernardo Valli, che lo ha conosciuto nella capitale francese quando entrambi erano firme di prestigio del Corriere della Sera. Unica eccezione, la lunga amicizia con gli scrittori dell’Oulipo, sigla di Opificio di letteratura potenziale, che ha portato avanti anche dopo il rientro in Italia. L’esperienza parigina, durata dal 1967 al 1980, contribuirà rendere Italo Calvino uno scrittore di fama internazionale, ancora oggi studiato e amato da intere generazioni di lettori anche oltre i confini italiani.Con le testimonianze di Bernardo Valli, scrittore e giornalista, Fabio Gambaro, scrittore ed ex direttore dell’istituto di cultura italiano a Parigi, Michele Carini, docente universitario all’Università di Lilla e Marcel Bénabou, storico e segretario dell’Oulipo.
10/5/202327 minutes, 34 seconds
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Calvino prima di Calvino

10/4/20230
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La donna è un’isola

10/2/20230
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La strada per Casablanca

Il Marocco sta diventando una tappa di medio-lungo termine delle rotte migratorie intra-africane. E’ difficile fare stime ma tra regolari e irregolari, il Regno maghrebino ospiterebbe oltre 70.000 cittadini provenienti dall’Africa sub-sahariana. La diaspora senegalese è tra le più numerose e ben inserite. Attraverso le testimonianze di alcuni residenti senegalesi in Marocco, questo episodio di Laser racconta la vita delle comunità sub sahariane nel Paese, che nel 2018 è stato nominato “Champion of Migration” dall’Unione africana, un riconoscimento che sembra posizionarlo come modello virtuoso di integrazione dei migranti, in netto contrasto con quanto accade in altri stati del Nord Africa.Un modello certamente ambizioso, ma ancora ambiguo. Da un lato, un Marocco che si vuole affermare come paese di accoglienza, offrendo ai migranti opportunità di impiego e accesso ai servizi pubblici essenziali. Dall’altro, il “gendarme” che blocca le frontiere europee e che fatica a regolarizzare i migranti. Un modello che porta benefici geopolitici, alimentando il soft power di Rabat, ma anche economici sotto forma di fondi dall’Unione europea e di manodopera a basso costo per settori chiave come l’agricoltura.Questo progetto è stato supportato dal Pulitzer Center
9/29/202325 minutes, 51 seconds
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Israele al bivio

Nei suoi 75 anni di storia lo Stato di Israele non aveva mai vissuto una crisi politica come questa. Le manifestazioni di protesta si sono susseguite ogni sabato, dal gennaio scorso, nel tentativo di bloccare la riforma della giustizia voluta dal governo di Benjamin Netanyahu che intende delegittimare la Corte Suprema e consegnare, di fatto, il sistema giudiziario nelle mani dell’esecutivo. Una misura che molti israeliani considerano profondamente antidemocratica. Alla fine di luglio la Knesset, il parlamento di Israele, ha approvato la prima parte della riforma senza curarsi delle imponenti proteste di piazza che hanno bloccato Tel Aviv, Gerusalemme e il resto del Paese, coinvolgendo centinaia di migliaia di persone di ogni età, estrazione sociale e provenienza politica.Cosa accadrà d’ora in avanti, considerando che la protesta è destinata a proseguire? E quali cambiamenti sono all’orizzonte per lo Stato di Israele? A Tel Aviv ne abbiamo parlato con lo storico israeliano Danny Orbach, con il rabbino Roberto Arbib e con i giornalisti Meron Rapoport e Paola Caridi.
9/28/202324 minutes, 24 seconds
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La Francia e l’Africa

In una recentissima intervista televisiva, il presidente Francese Emmanuel Macron è ritornato sull’impegno francese in Africa e sui recenti colpi di stato in numerose ex colonie francesi.Macron ha parlato del concetto di “françafrique”, un legame che chi non vive nelle realtà interessate fatica addirittura a definire, ma che ha segnato la vita politica, diplomatica, economica e perfino culturale delle nazioni coinvolte. Parigi ha sempre avuto un canale privilegiato nei confronti delle ex colonie della regione del Sahel, provando anche a garantire una stabilità economica con una moneta sostenuta dalla Francia, ma continuando ad utilizzare risorse economiche e materie prime dei paesi “amici”. Ma dalla prospettiva africana, spesso questo legame si è trasformato in un cappio, che ha bloccato sviluppo e democrazia e il tentativo di altre nazioni (Stati Uniti, Russia e Cina soprattutto) di interferire nella vita politica delle realtà africane ha solo portato ad un aggravamento delle relazioni con Parigi. L’antropologo Jean Loup Amselle, direttore emerito della Scuola di alti studi in scienze sociali di Parigi, profondo conoscitore della realtà del Sahel e della storia della presenza francese in Africa, ha appena pubblicato in italiano “L’invenzione del Sahel” (Meltemi).
9/27/202324 minutes, 54 seconds
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Alla ricerca del cobalto sulle Alpi

®È un elemento importante per la realizzazione delle batterie delle auto elettriche. Il cobalto viene estratto però soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo, una realtà travolta dalla corruzione e instabile dal punto di vista militare e politico. Per “aggirare” la possibile penuria della fornitura di un componente essenziale dello sviluppo di una economia realizzata con fonti rinnovabili, le nazioni post-industriali e industrializzate cercano il Cobalto altrove, in territori guidati da governi più stabili e dove è più solida la certezza del diritto.Vecchie miniere di cobalto dismesse perché poco remunerative tornano improvvisamente interessanti. Una di queste è situata tra Torino e il confine con la Francia, ancora in territorio piemontese.Tra la necessità di tutelare l’ambiente e l’opportunità economica offerta, istituzioni e popolazione si interrogano sul presente e il futuro del territorio interessato dal possibile nuovo sviluppo minerario.Prima emissione: 9 maggio 2023
9/25/202326 minutes, 32 seconds
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Le donne di Tehran

9/22/20230
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Le donne di Tehran

9/22/20230
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Nome di copertura: Cariberto (2./2)

9/21/20230
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Nome di copertura: Cariberto (1./2)

9/21/20230
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Nome di copertura: Cariberto (2./2)

9/21/20230
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Una vita di passioni. Incontro con Gianni Vattimo

9/20/20230
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Vivere in paradiso

®Musiche originali di Andrea Manzoni."Akunnaaq" significa cielo, ma anche Paradiso. Siamo attorno al 68esimo parallelo Nord. Tolomeo scrisse che non poteva esserci vita sopra il 66esimo parallelo. Ma da queste parti non dovevano averlo letto quando hanno fondato il minuscolo e sperduto villaggio dell’isola groenlandese. Una cinquantina di piccole case colorate e con i tipici tetti spioventi artici aggrappato su di un promontorio roccioso separato dal mondo da quaranta chilometri di mare. In questi mesi di banchisa. Akunnaaq è un porto ghiacciato e neve tutt’attorno. La popolazione ammontava a 115 abitanti nel 2013, 70 nel 2018 ed è diventata di 66 nel 2020. 51 nel 2023. Resisterà questo villaggio? E come si vive in paradiso ai tempi della crisi climatica?Prima emissione: 24 marzo 2023
9/18/202327 minutes, 54 seconds
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La nostra memoria, le nostre storie

9/15/20230
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L'oceano borderline (2./2)

I ricercatori del World Economic Forum hanno calcolato che nel 2010 il disagio psichico è costato all'economia mondiale circa 2,5 trilioni di dollari e prevedono che questa cifra salirà a ben 6 trilioni entro il 2030: 6.000 mila miliardi di dollari! Ovviamente si tratta di numeri che non hanno impatto nella sola economia ma che descrivono con forza l'ampia portata di un fenomeno che, pur in modalità differenti, può coinvolgere ogni giorno le vite di molte persone. È infatti facile intuire che laddove soffre il singolo individuo, soffre chi vi sta in relazione, soffre la società… e viceversa. Secondo lo psichiatra e psicoterapeuta Luigi Cancrini, un grosso spazio dell'insieme che compone tale articolato fenomeno è occupato da ciò che egli stesso ha definito come un vero e proprio oceano: l'oceano borderline, uno spazio ben più ampio dei continenti dalle nevrosi e dalle psicosi, che proprio da quell'oceano sono separati. In queste due puntate di "Laser" sarà lo stesso Professor Cancrini a guidarci in questo viaggio sulla linea di confine che si staglia tra salute e malattia psichica.I. Confini, superfici del disagio psichico e funzionamento borderlineII. La terapia come luogo di cura e prevenzione, verso un necessario cambio di paradigma "L'oceano borderline"  Luigi Cancrini (Roma, 1938) è psichiatra e psicoterapeuta di formazione psicoanalitica e sistemica. Ha fondato negli anni Settanta il Centro Studi di Terapia Familiare e Relazionale, una delle più importanti scuole di Psicoterapia in Italia, di cui è tuttora Presidente. Dal 1995 fino al Dicembre 2014 è stato direttore scientifico delle Comunità Terapeutiche di Saman, dal 1998 al 2018 è stato Direttore scientifico del Centro di Aiuto al Bambino Maltrattato e alla Famiglia del Comune di Roma e dal 2009 è Direttore Scientifico delle Comunità per Minori Domus de Luna in Sardegna. Dal 2006 al 2008 è stato deputato del Parlamento Italiano per il Partito Comunista Italiano e Vicepresidente della Commissione Infanzia. È direttore responsabile della collana Alpes (Bi)sogno di Psicoterapia.BIBLIOGRAFIA:L'oceano borderline. Racconti di viaggio di Luigi Cancrini (Raffaello Cortina Editore, 2006)Ascoltare i bambini. Psicoterapia delle infanzie negate di Luigi Cancrini (Raffaello Cortina Editore, 2017)La terapia focalizzata sul transfert per il disturbo borderline di personalità di Frank E. Yeomans, John F. Clarkin, Otto F. Kernberg (Giovanni Fioriti Editore, 2017)Corpi borderline. Regolazione affettiva e clinica dei disturbi di personalità di Clara Mucci (Raffaello Cortina Editore, 2020)La personalità borderline. Una guida clinica di John G. Gunderson (Raffaello Cortina Editore, 2010)Una vita degna di essere vissuta di Marsha Linehan (Raffaello Cortina Editore, 2021)Trattamento cognitivo-comportamentale del disturbo borderline. Il modello DBT di Marsha Linehan (Raffaello Cortina Editore, 2021)
9/14/202330 minutes, 10 seconds
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L'oceano borderline (2./2)

9/14/20230
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L'oceano borderline (1./2)

I ricercatori del World Economic Forum hanno calcolato che nel 2010 il disagio psichico è costato all'economia mondiale circa 2,5 trilioni di dollari e prevedono che questa cifra salirà a ben 6 trilioni entro il 2030: 6.000 mila miliardi di dollari! Ovviamente si tratta di numeri che non hanno impatto nella sola economia ma che descrivono con forza l'ampia portata di un fenomeno che, pur in modalità differenti, può coinvolgere ogni giorno le vite di molte persone. È infatti facile intuire che laddove soffre il singolo individuo, soffre chi vi sta in relazione, soffre la società… e viceversa. Secondo lo psichiatra e psicoterapeuta Luigi Cancrini, un grosso spazio dell'insieme che compone tale articolato fenomeno è occupato da ciò che egli stesso ha definito come un vero e proprio oceano: l'oceano borderline, uno spazio ben più ampio dei continenti dalle nevrosi e dalle psicosi, che proprio da quell'oceano sono separati. In queste due puntate di Laser sarà lo stesso Professor Cancrini a guidarci in questo viaggio sulla linea di confine che si staglia tra salute e malattia psichica.I. Confini, superfici del disagio psichico e funzionamento borderlineII. La terapia come luogo di cura e prevenzione, verso un necessario cambio di paradigmaLuigi Cancrini (Roma, 1938) è psichiatra e psicoterapeuta di formazione psicoanalitica e sistemica. Ha fondato negli anni Settanta il Centro Studi di Terapia Familiare e Relazionale, una delle più importanti scuole di Psicoterapia in Italia, di cui è tuttora Presidente. Dal 1995 fino al Dicembre 2014 è stato direttore scientifico delle Comunità Terapeutiche di Saman, dal 1998 al 2018 è stato Direttore scientifico del Centro di Aiuto al Bambino Maltrattato e alla Famiglia del Comune di Roma e dal 2009 è Direttore Scientifico delle Comunità per Minori Domus de Luna in Sardegna. Dal 2006 al 2008 è stato deputato del Parlamento Italiano per il Partito Comunista Italiano e Vicepresidente della Commissione Infanzia. È direttore responsabile della collana Alpes (Bi)sogno di Psicoterapia. BIBLIOGRAFIA:L'oceano borderline. Racconti di viaggio di Luigi Cancrini (Raffaello Cortina Editore, 2006)Ascoltare i bambini. Psicoterapia delle infanzie negate di Luigi Cancrini (Raffaello Cortina Editore, 2017)La terapia focalizzata sul transfert per il disturbo borderline di personalità di Frank E. Yeomans, John F. Clarkin, Otto F. Kernberg (Giovanni Fioriti Editore, 2017)Corpi borderline. Regolazione affettiva e clinica dei disturbi di personalità di Clara Mucci (Raffaello Cortina Editore, 2020)La personalità borderline. Una guida clinica di John G. Gunderson (Raffaello Cortina Editore, 2010)Una vita degna di essere vissuta di Marsha Linehan (Raffaello Cortina Editore, 2021)Trattamento cognitivo-comportamentale del disturbo borderline. Il modello DBT di Marsha Linehan (Raffaello Cortina Editore, 2021)
9/13/202327 minutes, 15 seconds
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L'oceano borderline (1./2)

9/13/20230
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Ucraina-Europa, il lungo viaggio

9/12/20230
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IL MONDO NUOVO – Storie e uomini del 1973

9/11/202328 minutes, 36 seconds
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Il Mondo nuovo – Storie e uomini del 1973

9/11/20230
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Gisella e la Repubblica partigiana dell'Ossola

9/8/202326 minutes, 4 seconds
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Gisella e la Repubblica partigiana dell'Ossola

9/8/20230
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E i musei d'arte?

9/7/20230
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Adriano Olivetti, il visionario

9/6/202324 minutes, 14 seconds
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Adriano Olivetti, il visionario

9/6/20230
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La difficile arte del negoziato

9/5/202325 minutes, 20 seconds
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La difficile arte del negoziato

9/5/20230
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La Russia non esiste

9/4/202326 minutes, 32 seconds
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La Russia non esiste

9/4/20230
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147 - La giovane generazione in crisi

9/1/202326 minutes, 8 seconds
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147 - La giovane generazione in crisi

9/1/20230
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Dall’Austria con… Partecipazione

8/31/202325 minutes, 13 seconds
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Dall’Austria con… Partecipazione

8/31/20230
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L'asteroide questa volta siamo noi

8/30/202325 minutes, 19 seconds
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L'asteroide questa volta siamo noi

8/30/20230
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L’olivo sospeso di Seggiano

8/29/20230
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Identità ebraica

8/28/202328 minutes, 10 seconds
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Identità ebraica

8/28/20230
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Libano: rotaie arruginite

8/25/202328 minutes, 11 seconds
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Libano: rotaie arruginite

8/25/20230
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La guerra e la bomba ecologica

8/24/20230
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Carlo Petrini, dal cappone di Morozzo all’ecologia integrale

8/23/202322 minutes, 22 seconds
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Carlo Petrini, dal cappone di Morozzo all’ecologia integrale

8/23/20230
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Picasso lo straniero

8/22/202327 minutes, 51 seconds
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Picasso lo straniero

8/22/20230
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Il primo Museo multimediale della lingua italiana

8/21/202325 minutes, 10 seconds
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Il primo Museo multimediale della lingua italiana

8/21/20230
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Tunisia: tutta l'acqua in un bicchiere

8/18/20230
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Revolusi, la conquista delle libertà

8/17/202325 minutes, 23 seconds
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Revolusi, la conquista delle libertà

8/17/20230
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Lettera da Kabul

8/16/202326 minutes, 33 seconds
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Lettera da Kabul

8/16/20230
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Guidebook

8/14/20230
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La guerra e la bomba ecologica

8/11/202323 minutes, 48 seconds
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Come la moda è diventata intrattenimento

8/10/202324 minutes, 10 seconds
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Come la moda è diventata intrattenimento

8/10/20230
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Le cattedrali della modernità

8/9/20230
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William Friedkin

8/8/202317 minutes, 16 seconds
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William Friedkin

8/8/20230
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Il lago sconosciuto

8/7/202325 minutes, 9 seconds
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Il lago sconosciuto

8/7/20230
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L’olivo sospeso di Seggiano

8/4/202324 minutes, 34 seconds
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Il ritorno dell'Isotta

8/3/202322 minutes, 24 seconds
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Il ritorno dell'Isotta

8/3/20230
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Una corona e un mantello per essere Re: da Napoleone a Carlo III

8/2/20230
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Africa "ne(g)ra"

7/31/20230
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Donne in campo

7/28/202328 minutes, 22 seconds
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Donne in campo

7/28/20230
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La Guerra al confine

7/27/20230
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Incontro con Laurie Anderson

7/26/20230
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Il viaggio, la memoria, la scrittura

I due incontri con Marc Augé mirano a evidenziare la multiforme ricerca dell’etnologo francese, diventato figura di riferimento per un’antropologia della tarda modernità. Basti ricordarne alcune opere: “Un etnologo nel metrò” e quello che l’ha reso celebre nel mondo, “Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità”; poi “Il senso degli altri. Attualità dell’antropologia”, “Il mestiere dell’antropologo”, fino all’ultimo, “Futuro” (2012). Ma in questi due incontri, curati da Antonio Ria, si intende soprattutto evidenziare le tematiche di due sue recenti opere: “Straniero a me stesso. Tutte le mie vite di etnologo”, edito da Bollati Boringhieri, e “Diario di un senza fissa dimora. Etnofiction”, pubblicato da Raffaello Cortina, che ha segnato un nuovo genere letterario. Si tratta dunque di un’antropologia che non riguarda tanto popoli e paesi lontani, ma l’attuale società occidentale. Augé ha sempre dato anche molta importanza alla scrittura, alla forma letteraria dei suoi libri, che sono diventati un capitolo importante del rapporto fra antropologia e letteratura. Un altro tema “forte” è la “relativa” estraneità dell’etnologo: l’essere “straniero a se stesso”, ponendosi quasi a metà strada tra sé e gli altri. E, di conseguenza, il tema del viaggio, col non essere mai al proprio posto: quindi un’idea di luogo che si identifica quasi con lo sradicamento, con l’itineranza. Ma i “luoghi” non sono solo spazi fisici, terreno di studio e di ricerca. “Luoghi” significa anche “relazioni sociali, forme simboliche”: che possono diventare anche “gli spazi collettivi a bassa intensità”, quindi i suoi famosi “nonluoghi”. Una vita e una ricerca dunque, che diventano necessariamente “territorio della memoria”: in esso viaggio, scrittura e memoria sono “indissociabili”.
7/25/202325 minutes, 54 seconds
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Il viaggio, la memoria, la scrittura

7/25/20230
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Cambogia: il patrimonio forestale in bilico

7/21/202321 minutes, 56 seconds
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Il calcio femminile, tra passione e difficoltà

7/20/202325 minutes, 44 seconds
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Il calcio femminile, tra passione e difficoltà

I mondiali di calcio femminile si disputano quest'anno a luglio in Australia e Nuova Zelanda, ma che sfide deve ancora affrontare questo sport? La storia del calcio femminile inizia alla fine dell'Ottocento, ma è da subito la storia di una passione negata: è uno sport considerato “non adatto alle signorine”. In Svizzera nel 1964 Madeleine Boll fu la prima calciatrice ad essere ufficialmente tesserata, ma solo per un errore burocratico della federazione. In Italia la prima squadra femminile nasce nel 1933, ma qui le ragazze devono affrontare anche le resistenze del fascismo, come racconta la giornalista Federica Seneghini, autrice del libro "Giovinette. Le calciatrici che sfidarono il duce". Se il calcio femminile vuole crescere, c'è bisogno di dare alla bimbe la possibilità di giocare fin da piccole, come spiega Joanna Borella, alias Mister Jo, che allena le ragazze di un quartiere multietnico di Milano. Infine la testimonianza di un giovane calciatrice del Lugano, Eleonora Castellani, divisa tra studio e pallone.
7/20/202325 minutes, 44 seconds
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Prima la musica. Prima le parole (2./2)

Prima la musica o prima le parole? Chi ama l’opera forse non si pone questa domanda, le due cose sono strettamente legate e sembrano nate insieme, senza sforzo. In realtà il lavoro del librettista è spesso un ingrato gioco d’equilibrio e in più  gli tocca quasi sempre uno scomodo, ignorato secondo piano,  mentre la fama si rivolge al musicista, perché in fondo è per merito della musica se ci ricordiamo così bene le parole. O è il contrario? Un piccolo percorso dedicato alle fatiche di questo connubio tra grandi musicisti e bravi, e meno bravi, librettisti, ricostruito attraverso le lettere, le memorie di alcuni dei protagonisti di questa lunga storia, cominciata nel ‘700, e non è ancora finita!
7/19/202327 minutes, 58 seconds
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Prima la musica. Prima le parole (2./2)

Prima la musica o prima le parole? Chi ama l’opera forse non si pone questa domanda, le due cose sono strettamente legate e sembrano nate insieme, senza sforzo. In realtà il lavoro del librettista è spesso un ingrato gioco d’equilibrio e in più gli tocca quasi sempre uno scomodo, ignorato secondo piano, mentre la fama si rivolge al musicista, perché in fondo è per merito della musica se ci ricordiamo così bene le parole. O è il contrario? Un piccolo percorso dedicato alle fatiche di questo connubio tra grandi musicisti e bravi, e meno bravi, librettisti, ricostruito attraverso le lettere, le memorie di alcuni dei protagonisti di questa lunga storia, cominciata nel ‘700, e non è ancora finita!
7/19/202327 minutes, 47 seconds
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Prima la musica. Prima le parole (1./2)

Prima la musica o prima le parole? Chi ama l’opera forse non si pone questa domanda, le due cose sono strettamente legate e sembrano nate insieme, senza sforzo. In realtà il lavoro del librettista è spesso un ingrato gioco d’equilibrio e in più  gli tocca quasi sempre uno scomodo, ignorato secondo piano,  mentre la fama si rivolge al musicista, perché in fondo è per merito della musica se ci ricordiamo così bene le parole. O è il contrario? Un piccolo percorso dedicato alle fatiche di questo connubio tra grandi musicisti e bravi, e meno bravi, librettisti, ricostruito attraverso le lettere, le memorie di alcuni dei protagonisti di questa lunga storia, cominciata nel ‘700, e non è ancora finita!
7/18/202325 minutes, 38 seconds
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Prima la musica. Prima le parole

Da martedì 18 a mercoledì 19 luglio 2023Prima la musica o prima le parole? Chi ama l’opera forse non si pone questa domanda, le due cose sono strettamente legate e sembrano nate insieme, senza sforzo. In realtà il lavoro del librettista è spesso un ingrato gioco d’equilibrio e in più gli tocca quasi sempre uno scomodo, ignorato secondo piano, mentre la fama si rivolge al musicista, perché in fondo è per merito della musica se ci ricordiamo così bene le parole. O è il contrario? Un piccolo percorso dedicato alle fatiche di questo connubio tra grandi musicisti e bravi, e meno bravi, librettisti, ricostruito attraverso le lettere, le memorie di alcuni dei protagonisti di questa lunga storia, cominciata nel ‘700, e non è ancora finita!undefined
7/18/202325 minutes, 28 seconds
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Le ragioni del viaggio

7/17/202327 minutes, 38 seconds
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Gerlinde Kaltenbrunner. La "regina degli Ottomila"

7/14/202327 minutes, 46 seconds
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Il museo aperto a tutti (2./2)

Belga di Bruges, 48 anni, è la prima donna a dirigere il Kunsthaus di Zurigo, il più grande museo della Svizzera. Una carriera di giornalista e critica d’arte, poi di conservatrice e direttrice di musei in Olanda, professore di arte e cultura all’Università Radboud di Nijmegen (Nimega), Ann Demeester è entrata in carica nell’ottobre del 2022, nel bel mezzo della tempesta innescata dalle polemiche sulla collezione Bührle. Una crisi che la nuova direttrice intende affrontare con uno sguardo diverso rispetto al suo predecessore. Perché per Ann Demeester il museo non è una fortezza, ma un luogo aperto a tutti. Incontro.
7/13/202326 minutes, 21 seconds
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Il museo aperto a tutti (2./2)

Belga di Bruges, 48 anni, è la prima donna a dirigere il Kunsthaus di Zurigo, il più grande museo della Svizzera. Una carriera di giornalista e critica d’arte, poi di conservatrice e direttrice di musei in Olanda, professore di arte e cultura all’Università Radboud di Nijmegen (Nimega), Ann Demeester è entrata in carica nell’ottobre del 2022, nel bel mezzo della tempesta innescata dalle polemiche sulla collezione Bührle. Una crisi che la nuova direttrice intende affrontare con uno sguardo diverso rispetto al suo predecessore. Perché per Ann Demeester il museo non è una fortezza, ma un luogo aperto a tutti. Incontro.
7/13/202326 minutes, 11 seconds
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Il museo aperto a tutti (1./2)

Belga di Bruges, 48 anni, è la prima donna a dirigere il Kunsthaus di Zurigo, il più grande museo della Svizzera. Una carriera di giornalista e critica d’arte, poi di conservatrice e direttrice di musei in Olanda, professore di arte e cultura all’Università Radboud di Nijmegen (Nimega), Ann Demeester è entrata in carica nell’ottobre del 2022, nel bel mezzo della tempesta innescata dalle polemiche sulla collezione Bührle. Una crisi che la nuova direttrice intende affrontare con uno sguardo diverso rispetto al suo predecessore. Perché per Ann Demeester il museo non è una fortezza, ma un luogo aperto a tutti. Incontro.
7/12/202326 minutes, 19 seconds
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Il museo aperto a tutti (1./2)

Belga di Bruges, 48 anni, è la prima donna a dirigere il Kunsthaus di Zurigo, il più grande museo della Svizzera. Una carriera di giornalista e critica d’arte, poi di conservatrice e direttrice di musei in Olanda, professore di arte e cultura all’Università Radboud di Nijmegen (Nimega), Ann Demeester è entrata in carica nell’ottobre del 2022, nel bel mezzo della tempesta innescata dalle polemiche sulla collezione Bührle. Una crisi che la nuova direttrice intende affrontare con uno sguardo diverso rispetto al suo predecessore. Perché per Ann Demeester il museo non è una fortezza, ma un luogo aperto a tutti. Incontro.
7/12/202326 minutes, 9 seconds
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Donna, vita, libertà, Shirin Ebadi

7/11/202322 minutes, 39 seconds
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Ucraina-Europa, il lungo viaggio

7/10/202326 minutes
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Le cattedrali della modernità

7/7/202326 minutes, 24 seconds
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Serio… ma sexy!

7/6/202327 minutes, 43 seconds
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Serio… ma sexy!

7/6/202327 minutes, 43 seconds
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Pensare la guerra pensare la poesia

7/5/202327 minutes, 25 seconds
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Pensare la guerra pensare la poesia

7/5/202327 minutes, 25 seconds
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Guidebook

7/4/202324 minutes, 38 seconds
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Quando in Svizzera piove

7/3/202328 minutes, 22 seconds
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Le stanze dell'arte

6/30/202327 minutes, 7 seconds
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Le stanze dell'arte

6/30/202327 minutes, 7 seconds
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Quando la giustizia è sovranazionale

6/28/202328 minutes, 7 seconds
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Gino e Michele, la scrittura della comicità

6/27/202328 minutes, 10 seconds
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Gino e Michele, la scrittura della comicità

6/27/202328 minutes, 10 seconds
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Andrei Kurkov: diario della guerra in Ucraina

6/23/202324 minutes, 34 seconds
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Andrei Kurkov: diario della guerra in Ucraina

6/23/202324 minutes, 34 seconds
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Le ragioni del viaggio

6/22/202327 minutes, 38 seconds
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L'Africa e il grano che non c'è

6/21/202325 minutes, 44 seconds
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Rose e gigli. Padre Giovanni Pozzi, filologo e letterato

6/20/202330 minutes, 45 seconds
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Rose e gigli. Padre Giovanni Pozzi, filologo e letterato

In occasione del centesimo anniversario della nascita ricordiamo il celebre italianista Padre Giovanni Pozzi, tra i più autorevoli specialisti della letteratura barocca. Nato a Locarno il 20 agosto 1923, dopo gli studi all’Università di Friburgo con Gianfranco Contini e Giuseppe Billanovich, occupò per un trentennio la cattedra di letteratura italiana nello stesso ateneo. Il suo magistero è poi proseguito in forme diverse a Lugano, fra il convento e la Biblioteca Salita dei Frati. La ricerca scientifica di Padre Pozzi ha privilegiato alcuni settori della critica letteraria: la letteratura umanistica, il barocco, la “topologia” (lo studio dei cosiddetti luoghi comuni), la linguistica, lo strutturalismo, la semiologia, i rapporti tra testo e immagine, la letteratura mistica e la didattica dell’italiano. Ha curato la monumentale edizione dell’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna. Tra le sue pubblicazioni, fondamentali le edizioni critiche e commentate delle "Dicerie sacre e della Strage degli Innocenti" di Giovan Battista Marino, pubblicate presso Einaudi e dell'"Adone", edito per i Classici Mondadori. Ha inoltre dato alle stampe molteplici saggi per Adelphi: "La parola dipinta; Sull'orlo del visibile parlare"; "Alternatim"; "Tacet". Negli ultimi anni si è dedicato allo studio della scrittura di alcune mistiche italiane nell’antologia "Scrittrici mistiche italiane", curata con Claudio Leonardi e nei volumi "Le parole dell’estasi", il "Libro dell’esperienza" della beata Angela da Foligno (entrambi da Adelphi), oltre a "Grammatica e retorica dei santi", presso le edizioni Vita e pensiero. Ne abbiamo parlato con alcuni studiosi intervenuti al convegno internazionale di studi "La costanza del risultato, l’ardimento dell’interpretazione" che si è svolto recentemente all’Università della Svizzera italiana e alla Biblioteca Salita dei Frati.
6/20/202330 minutes, 45 seconds
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Il viaggio di Mariam

6/19/202325 minutes, 48 seconds
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Val Poschiavo, inizio Novecento: un intreccio di storie

6/16/202328 minutes, 10 seconds
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Incontro con Anja Kampmann

6/15/202321 minutes, 40 seconds
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Aire de epoca – sguardi sulla scena argentina contemporanea

6/14/202328 minutes, 10 seconds
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Aire de epoca – sguardi sulla scena argentina contemporanea

6/14/202328 minutes, 10 seconds
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Milena Vukotic: al servizio dei personaggi

6/13/202320 minutes, 41 seconds
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Milena Vukotic: al servizio dei personaggi

6/13/202320 minutes, 41 seconds
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Alain Touraine e la società post-industriale

6/12/202327 minutes, 54 seconds
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Alain Touraine e la società post-industriale

6/12/202327 minutes, 54 seconds
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Quando in Svizzera piove

6/9/202328 minutes, 22 seconds
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Cambogia: la lenta morte del Grande Fiume

6/8/202323 minutes, 23 seconds
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Tunisia: tutta l'acqua in un bicchiere

6/7/202323 minutes, 34 seconds
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Tunisia: tutta l'acqua in un bicchiere

6/7/202324 minutes, 51 seconds
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Quando arriva il caldo sul ghiacciaio Perito Moreno

6/6/202323 minutes, 34 seconds
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Quando arriva il caldo sul ghiacciaio Perito Moreno

6/6/202323 minutes, 34 seconds
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L'asteroide questa volta siamo noi

6/5/202325 minutes, 19 seconds
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Quando la giustizia è sovranazionale

6/2/202328 minutes, 7 seconds
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Napoli senza identità

6/1/202327 minutes, 30 seconds
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Paolo Portoghesi, l'architettura e la storia

5/31/202323 minutes, 54 seconds
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La nostra memoria, le nostre storie

5/30/202326 minutes, 32 seconds
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Sandro Bianconi, novant'anni

5/26/202327 minutes, 36 seconds
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Don Milani, tra lavagna e scuole

5/25/202327 minutes, 28 seconds
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Il Premio Nobel e la strada per giustizia e pace

5/24/202324 minutes, 47 seconds
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Strage di Capaci: i “semi di legalità” contro le parole vuote

5/23/202325 minutes, 5 seconds
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Quel ramo ad alta voce

5/22/202323 minutes, 46 seconds
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Donna, vita, libertà, Shirin Ebadi

5/15/202322 minutes, 48 seconds
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Cambogia: la lenta morte del Grande Fiume

5/12/202323 minutes, 23 seconds
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Incontro con Anja Kampmann

5/11/202321 minutes, 40 seconds
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Alla ricerca del cobalto sulle Alpi

5/9/202326 minutes, 32 seconds
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Eurosong: San Marino, porta musicale d'europa

5/8/202325 minutes, 1 second
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Questo era il nostro Sandro

5/5/202323 minutes, 5 seconds
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Una corona e un mantello per essere Re: da Napoleone a Carlo III

5/4/202325 minutes, 14 seconds
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E i musei d'arte?

5/2/202327 minutes, 25 seconds
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Stagionali: una mostra per guardare nel passato, nel presente e nel futuro

5/1/202327 minutes, 48 seconds
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Val Poschiavo, inizio Novecento: un intreccio di storie

4/28/202328 minutes, 10 seconds
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Quando l'inflazione fa paura

4/27/202326 minutes, 38 seconds
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La rivolta contro l'establishment (2./2)

Cosa sta succedendo nel mondo? La presidenza di Trump negli Stati Uniti, la Brexit, Orban in Ungheria, lo spostamento in senso conservatore dei governi in Svezia e in Israele, il successo in Italia prima della Lega, poi dei Cinque Stelle, infine il recente governo delle destre sono avvenimenti diversi, che parlano però di un comune disagio. Il rapporto tra la gente e le élite è in crisi. Anche nel cuore dell’Europa, culla storica della democrazia, gli elettori stanno manifestando una sfiducia crescente verso le tradizionali forme di rappresentanza delle democrazie occidentali. In questa serie di due Laser Franco Brevini illustra dapprima il rapporto tra masse e classi dirigenti dall’Antichità a oggi, poi, sempre avvalendosi di documenti storici e di citazioni si autori, riflette sulle cause di un divorzio che sta mettendo a dura prova la tenuta delle società avanzate.
4/26/202328 minutes, 4 seconds
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La rivolta contro l'establishment (1./2)

Cosa sta succedendo nel mondo? La presidenza di Trump negli Stati Uniti, la Brexit, Orban in Ungheria, lo spostamento in senso conservatore dei governi in Svezia e in Israele, il successo in Italia prima della Lega, poi dei Cinque Stelle, infine il recente governo delle destre sono avvenimenti diversi, che parlano però di un comune disagio. Il rapporto tra la gente e le élite è in crisi. Anche nel cuore dell’Europa, culla storica della democrazia, gli elettori stanno manifestando una sfiducia crescente verso le tradizionali forme di rappresentanza delle democrazie occidentali. In questa serie di due Laser Franco Brevini illustra dapprima il rapporto tra masse e classi dirigenti dall’Antichità a oggi, poi, sempre avvalendosi di documenti storici e di citazioni si autori, riflette sulle cause di un divorzio che sta mettendo a dura prova la tenuta delle società avanzate.
4/25/202327 minutes, 12 seconds
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Donne e dissidenti in Russia: "Per la vostra libertà e la nostra"

4/24/202322 minutes, 37 seconds
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Svizzeri sì svizzeri no

4/23/202326 minutes, 36 seconds
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Il meraviglioso mondo delle balene

4/22/202327 minutes, 50 seconds
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Un giorno alla radio

4/21/202328 minutes, 2 seconds
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Gli svizzeri a Sant’Angelo dei Lombardi

4/20/202328 minutes, 5 seconds
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La Galleria del San Gottardo. La tecnica del 70 e l'uomo di sempre

4/19/202327 minutes, 49 seconds
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K2, la conquista della vetta con Ardito Desio

4/18/202326 minutes, 46 seconds
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Nelson Mandela e la forza della voce

4/17/202327 minutes, 4 seconds
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Notre-Dame, dov'era, com'era

4/14/202327 minutes, 24 seconds
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Un candido manto di Chiese

4/13/202324 minutes, 49 seconds
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Africa "ne(g)ra"

4/7/202328 minutes
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Gerlinde Kaltenbrunner. La "regina degli Ottomila"

4/6/202327 minutes, 46 seconds
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V13: cronaca del processo con la penna di Carrère

4/5/202323 minutes, 55 seconds
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Ucraina sostantivo femminile

4/4/202324 minutes, 19 seconds
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Vietnam 50. La Guerra mai finita

4/3/202324 minutes, 44 seconds
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L’architettura come forma etica

4/1/202325 minutes, 41 seconds
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Il teatro immersivo di Punchdrunk

3/31/202328 minutes, 10 seconds
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Seminterra: agricoltura solidale, sociale e sostenibile

3/30/202326 minutes, 28 seconds
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La (prima) signora dei Musei Vaticani

3/29/202321 minutes, 12 seconds
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La letteratura dialettale milanese

3/28/202328 minutes, 7 seconds
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Il primo "Cunto" in italiano

3/27/202326 minutes, 9 seconds
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Vivere in paradiso

3/24/202328 minutes, 5 seconds
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Arthur Schnitzler: uno sguardo diagnostico sul mondo

3/23/202327 minutes, 14 seconds
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Viaggio nella Repubblica Democratica del Congo

3/22/202324 minutes, 43 seconds
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Cambogia: il patrimonio forestale in bilico

3/17/202321 minutes, 56 seconds
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Il viaggio di Mariam

3/16/202325 minutes, 59 seconds
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L'Africa e il grano che non c'è

3/15/202325 minutes, 54 seconds
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Incontro con Laurie Anderson

3/14/202327 minutes, 5 seconds
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Francesco dalla fine del mondo

3/13/202324 minutes, 21 seconds
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La medicina è razzista? (3./3)

Con Lorenzo Agbomemewa, Laura Bertini-Soldà, Rachel M’Bon e Patrick Bodenmann, di Barbara Camplani
3/10/202328 minutes, 10 seconds
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Il sesso… conta! (2./3)

Con Marek Glezerman, Silvia De Francia, Antonella Santuccione Chada e Maria Teresa Ferretti, di Barbara Camplani
3/9/202327 minutes, 46 seconds
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Donne, voi non state bene! (1./3)

Con Susanna Grego, Claudio Benvenuti, Giuseppe Foderaro, Mireille Paroni e la piccola Mia, di Barbara Camplani
3/8/202328 minutes, 9 seconds
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Il culto dei decollati

3/7/202327 minutes, 31 seconds
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La mafia attacca (anche) l'arte

3/6/202323 minutes, 50 seconds
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Biciclette senza catene

3/3/202328 minutes, 11 seconds
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Papa, non più Papa

3/2/202325 minutes, 18 seconds
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La Svizzera all’epoca dei totalitarismi

3/1/202327 minutes, 45 seconds
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Etiopia, quando la guerra è culturale

2/28/202321 minutes, 30 seconds
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La moda si mostra

2/27/202326 minutes, 50 seconds
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La Guerra al confine

2/23/202325 minutes, 59 seconds
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Incontro con il dissidente Šiškin

2/22/202326 minutes, 11 seconds
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Odessa, la capitale culturale dell’Ucraina. Anche in tempo di guerra

2/20/202326 minutes, 56 seconds
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Fra Arte e Antropologia

2/16/202328 minutes, 8 seconds
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Chi fa un maestro. Mario Lodi e la scuola

2/15/202324 minutes, 29 seconds
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I due Papi

2/14/202325 minutes, 18 seconds
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Istanbul Hub

2/13/202323 minutes, 9 seconds
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Per chi suonan le Launeddas

2/10/202325 minutes, 46 seconds
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Kenya e deforestazione

11/23/20220
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L’intramontabile mito della vespa

8/20/20210
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Game Over: fuga nel mondo dei videogiochi

8/19/20210
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Libano, traffico di organi

8/17/20210
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Il Piccolo Teatro di Milano

8/16/20210
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Strehler, i primi 100 anni

8/13/20210
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Ciao sindaco!

8/12/20210
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Gli stilisti afro-italiani che stanno rivoluzionando la moda italiana

8/9/20210
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Storie notturne (2./2)

8/6/20210
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Storie notturne (1./2)

8/5/20210
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Viaggio nelle lingue italiane

7/30/20210
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Viaggio nelle lingue italiane

7/28/20210
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Viaggio nelle lingue italiane

7/27/20210
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Viaggio nelle lingue italiane

7/26/202125 minutes, 50 seconds
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Universo AOI

7/23/202122 minutes, 10 seconds
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Jost Reinhold: testimone della duplice tragedia tedesca

7/21/202126 minutes, 19 seconds
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Loro di Genova

7/19/202125 minutes
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Tutto per l’Argentina di ieri e di oggi

7/16/202127 minutes, 3 seconds
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Itaca

7/13/202126 minutes, 41 seconds
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Milano città d’acqua

7/12/202126 minutes, 14 seconds
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Incontro con Edgar Morin (2./2)

Mercoledì 7 e giovedì 8 luglio 2021®Edgar Morin, uno dei maggiori pensatori della nostra epoca, compie 100 anni. La sua vita è contrassegnata dalla ricerca incessante delle relazioni che intercorrono, nascoste, tra le diverse discipline. Il filosofo e sociologo francese, quasi volesse sfidare inconsciamente il peso degli anni, non ha mai rallentato il suo lavoro, intenso e continuo, per snidare i rapporti che intercorrono tra storia, biologia, neuroscienze, antropologia, economia, politica. Solo uno sforzo transdisciplinare è a suo giudizio in grado di farci uscire da una settorializzazione accecante: il pensiero complesso è quello in grado di orientare la mente verso una conoscenza che ci consenta di percepire, per lo meno in parte, i contorni del mondo nel quale viviamo e che è viepiù percorso da minacce e paure. La complessità è anche un’etica della mente: solo uscendo dagli schemi binari - il sì e il no, il bene e il male - si potranno liberare quelle idee e forze creative per far fronte alla tormenta ecologica, economica, sociale che si abbatte sulle nostre società e che compromette il futuro del pianeta. Edgar Morin, nome adottato durante la resistenza dall’ebreo di Salonicco Edgar Nahoun, non è solo uno dei grandi intellettuali della nostra epoca. La sua figura è quella di un pensatore veramente libero, capace di andare contro corrente, di sfidare le mode e le scuole di pensiero. Capace di indicarci, in un’epoca di smarrimenti, un metodo per pensare e pensarci diversamente. Roberto Antonini lo aveva incontrato 10 anni fa, in occasione del suo novantesimo compleanno.
7/8/202127 minutes, 4 seconds
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Le bambine senza stella arrivano lontano (2./2)

Fine studiosa della psiche, Silvia Vegetti Finzi da anni dedica la sua ricerca al mondo interiore, in particolare a quello della maternità, dell’infanzia, dell’adolescenza, e ama definirsi una “bambinologa”. Ha insegnato Psicologia Dinamica all’Università di Pavia, ha esplorato l'universo familiare, le dinamiche della coppia, i rapporti genitori-figli. È un’attenta studiosa del femminile e ha fatto parte del Movimento femminista italiano impegnandosi nel lavoro intellettuale presso l’Università delle donne Virginia Woolf di Roma e con il Centro Documentazione Donne di Firenze.Tra i suoi numerosi incarichi è pubblicista del Corriere della Sera, vicepresidente della "Casa della Cultura di Milano", membro del comitato scientifico del Vidas, dell’Associazione delle giornaliste Giulia, della Casa delle donne di Milano.Insignita del premio nazionale "Cesare Musatti" per le sue opere sulla psicoanalisi, ricordiamo, tra le numerose pubblicazioni: "Storia della Psicoanalisi"; "Il romanzo della famiglia"; "Il bambino della notte"; "Volere un figlio"; "Psicoanalisi al femminile"; "Storia delle passioni". Le sue ultime pubblicazioni sono: "Una bambina senza stella" e "L’ospite più atteso". Collabora con le Associazioni ticinesi "Ava Eva e Nascere bene". Da anni cura per "Azione" la rubrica di posta "La stanza del dialogo".Incontriamo Silvia Vegetti Finzi per ripercorrere alcuni momenti significativi della sua vita.
7/6/202122 minutes, 16 seconds
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Le bambine senza stella arrivano lontano (1./2)

Fine studiosa della psiche, Silvia Vegetti Finzi da anni dedica la sua ricerca al mondo interiore, in particolare a quello della maternità, dell’infanzia, dell’adolescenza, e ama definirsi una “bambinologa”. Ha insegnato Psicologia Dinamica all’Università di Pavia, ha esplorato l'universo familiare, le dinamiche della coppia, i rapporti genitori-figli. È un’attenta studiosa del femminile e ha fatto parte del Movimento femminista italiano impegnandosi nel lavoro intellettuale presso l’Università delle donne Virginia Woolf di Roma e con il Centro Documentazione Donne di Firenze.Tra i suoi numerosi incarichi è pubblicista del Corriere della Sera, vicepresidente della Casa della Cultura di Milano, membro del comitato scientifico del Vidas, dell’Associazione delle giornaliste Giulia, della Casa delle donne di Milano.Insignita del premio nazionale Cesare Musatti per le sue opere sulla psicoanalisi, ricordiamo, tra le numerose pubblicazioni: Storia della Psicoanalisi; Il romanzo della famiglia; Il bambino della notte; Volere un figlio; Psicoanalisi al femminile; Storia delle passioni. Le sue ultime pubblicazioni sono: Una bambina senza stella e L’ospite più atteso. Collabora con le Associazioni ticinesi Ava Eva e Nascere bene. Da anni cura per Azione la rubrica di posta La stanza del dialogo.Incontriamo Silvia Vegetti Finzi per ripercorrere alcuni momenti significativi della sua vita.
7/5/202127 minutes, 26 seconds
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Afghanistan

7/2/202125 minutes, 14 seconds
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Ocean Space

7/1/202125 minutes, 32 seconds
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Sulle orme di Lutero

6/22/202125 minutes, 26 seconds
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In ricordo di Kenneth Kaunda

6/21/202124 minutes, 5 seconds
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Il San Gottardo degli scrittori

6/18/202124 minutes, 16 seconds
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Ho un messaggio per te

6/17/202126 minutes, 11 seconds
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Tra la Limmat e il Naviglio

6/15/202122 minutes, 7 seconds
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Matrimoni precoci

6/14/202126 minutes, 43 seconds
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Castel Romano

Uno sgombero in atto, da parte del comune di Roma, mette fine a un campo storico della comunità rom in provincia di Roma, quello di Castel Romano. Una soddisfazione per molti degli abitanti che vivono in zona, una incognita e una tragedia per quelli che nel campo, ci vivono e che non sanno bene dove andare. In tutto questo, gli abitanti del campo hanno sofferto più di un anno di isolamento forzato, dovuto alla pandemia di coronavirus. Tra bambini impossibilitati a fare la didattica a distanza, donne in carcere, volontari, percorsi di riabilitazione, ci sono i tentativi di riscatto di Douman, venduto dalla Bosnia, con una vita passata tra tende, roulotte e baracche, e che spera in un futuro diverso e migliore per i suoi figli.
6/11/202126 minutes, 1 second
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Bangui. Repubblica centrafricana

Nel cuore dell'Africa, il paese che "non esisteva" come alcuni lo descrivono, non trova pace e stabilità, in balia di milizie e interessi stranieri. Negli ultimi anni, la Repubblica centrafricana, uno dei paesi più poveri al mondo, sembrava finalmente ricominciare a vivere, quando nel dicembre del 2020, dopo le ultime elezioni presidenziali, è scoppiata una nuova ribellione composta da vari gruppi di ribelli che hanno assediato Bangui, mettendo in difficoltà il governo. Per alcuni è una guerra di potenze, tra la Francia e la Russia, che si contendono una zona strategica del continente. Per altri invece è una caccia alle ingenti risorse naturale che dispone il sottosuolo. Che che ne sia, chi soffre è sempre la popolazione civile, accusata di essere complice dei ribelli o massacrata da questi ultimi. Le esazioni, atroci, si moltiplicano, una delle peggiori crisi alimentari del momento è in aumento. E non si vede la luce alla fine del tunnel.
6/10/202129 minutes, 36 seconds
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Sci Club Melezza (1967-2020)

Per definizione lo “sci club” è un’istituzione retta da due pilastri: la neve e l’associazionismo. Se viene a mancare uno dei due, si claudica. Se vengono a mancare entrambi non è più possibile stare in piedi. È successo nelle Centovalli, a sud delle alpi elvetiche, dove dopo 53 anni lo Sci Club Melezza si è sciolto. Come è potuto accadere?Ripercorriamo le stagioni invernali di questo club attraverso le voci di alcuni dei suoi protagonisti: Paolo Madonna, Andrea Fenaroli, Gabriella Angeloni-Cossi, Giovanni Comizzoli, Milton Generelli, Pierangelo Maggetti, Ennio Maggetti.Informazioni e souvenir fotografici: www.scmelezza.ch
6/7/202127 minutes, 9 seconds
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Gli anni ’20: una pausa di “ricreazione” (5./5)

Sono stati chiamati “Anni ruggenti“ e, in effetti, gli anni Venti del Novecento hanno rappresentato un decennio talmente “dirompente” dal punto di vista sociale, culturale e politicoda meritarsi quell’appellativo.Quel giovedì primo gennaio che inaugurò il decennio, nelle speranze di tutti, fu infatti considerato il momento di svolta rispetto agli anni che si chiudevano, anni che avevano visto realizzarsi la carneficina della Prima Guerra mondiale. Tali speranze, unite al desiderio di lasciarsi alle spalle i tempi bui appena trascorsi, fecero sì che soprattutto nei paesi occidentali (ma non solo), si affermasse la voglia di cambiamenti radicali in ogni ambito della vita.Non si può però ricordare quel decennio solo come “l’età del jazz” e della spensieratezza, perché non fu così. Le contraddizioni insite in ogni periodo storico, e quindi anche in quel decennio, rendevano impossibile qualsiasi illusione sull’inizio di quell’era di pace che molti auspicavano. Non ci si può dimenticare, ad esempio, che in quegli stessi anni si affermò il fascismo in Italia e che la crisi conseguente al crollo della Borsa di Wall Street nel 1929, nel decennio successivo avrebbe gettato nel caos le economie di mezzo mondo rendendo facile l’avvento del nazismo in Germania e poi la Seconda Guerra mondiale. Ecco perché in molti hanno parlato degli anni Venti come di un decennio di ricreazione: un inconsapevole momento di “respiro” tra la fine della prima guerra mondiale e le crisi degli anni Trenta.Di questi anni Romano Giuffrida ne ha parlato con Bruno Cartosio, americanista; Gianpiero Piretto, storico della cultura sovietica; Gaia Perini, docente di storia e cultura della civiltà cinese; Massimo Storchi, storico; Gino Ruozzi, docente di letteratura italiana; Elisabetta Trincherini, storica dell’arte; Mauro Casadei Turoni Monti, storico della musica; Massimo Bacigalupo, storico della letteratura inglese e americana; Maurizio Franco, musicologo; Enrica Morini, docente di moda contemporanea; Lorenzo Gandini, docente di estetica del cinema.
6/4/202126 minutes, 10 seconds
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Gli anni ’20: una pausa di “ricreazione” (4./5)

Sono stati chiamati “Anni ruggenti“ e, in effetti, gli anni Venti del Novecento hanno rappresentato un decennio talmente “dirompente” dal punto di vista sociale, culturale e politicoda meritarsi quell’appellativo.Quel giovedì primo gennaio che inaugurò il decennio, nelle speranze di tutti, fu infatti considerato il momento di svolta rispetto agli anni che si chiudevano, anni che avevano visto realizzarsi la carneficina della Prima Guerra mondiale. Tali speranze, unite al desiderio di lasciarsi alle spalle i tempi bui appena trascorsi, fecero sì che soprattutto nei paesi occidentali (ma non solo), si affermasse la voglia di cambiamenti radicali in ogni ambito della vita.Non si può però ricordare quel decennio solo come “l’età del jazz” e della spensieratezza, perché non fu così. Le contraddizioni insite in ogni periodo storico, e quindi anche in quel decennio, rendevano impossibile qualsiasi illusione sull’inizio di quell’era di pace che molti auspicavano. Non ci si può dimenticare, ad esempio, che in quegli stessi anni si affermò il fascismo in Italia e che la crisi conseguente al crollo della Borsa di Wall Street nel 1929, nel decennio successivo avrebbe gettato nel caos le economie di mezzo mondo rendendo facile l’avvento del nazismo in Germania e poi la Seconda Guerra mondiale. Ecco perché in molti hanno parlato degli anni Venti come di un decennio di ricreazione: un inconsapevole momento di “respiro” tra la fine della prima guerra mondiale e le crisi degli anni Trenta.Di questi anni Romano Giuffrida ne ha parlato con Bruno Cartosio, americanista; Gianpiero Piretto, storico della cultura sovietica; Gaia Perini, docente di storia e cultura della civiltà cinese; Massimo Storchi, storico; Gino Ruozzi, docente di letteratura italiana; Elisabetta Trincherini, storica dell’arte; Mauro Casadei Turoni Monti, storico della musica; Massimo Bacigalupo, storico della letteratura inglese e americana; Maurizio Franco, musicologo; Enrica Morini, docente di moda contemporanea; Lorenzo Gandini, docente di estetica del cinema.
6/3/202125 minutes, 39 seconds
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Gli anni ’20: una pausa di “ricreazione” (3./5)

Sono stati chiamati “Anni ruggenti“ e, in effetti, gli anni Venti del Novecento hanno rappresentato un decennio talmente “dirompente” dal punto di vista sociale, culturale e politicoda meritarsi quell’appellativo.Quel giovedì primo gennaio che inaugurò il decennio, nelle speranze di tutti, fu infatti considerato il momento di svolta rispetto agli anni che si chiudevano, anni che avevano visto realizzarsi la carneficina della Prima Guerra mondiale. Tali speranze, unite al desiderio di lasciarsi alle spalle i tempi bui appena trascorsi, fecero sì che soprattutto nei paesi occidentali (ma non solo), si affermasse la voglia di cambiamenti radicali in ogni ambito della vita.Non si può però ricordare quel decennio solo come “l’età del jazz” e della spensieratezza, perché non fu così. Le contraddizioni insite in ogni periodo storico, e quindi anche in quel decennio, rendevano impossibile qualsiasi illusione sull’inizio di quell’era di pace che molti auspicavano. Non ci si può dimenticare, ad esempio, che in quegli stessi anni si affermò il fascismo in Italia e che la crisi conseguente al crollo della Borsa di Wall Street nel 1929, nel decennio successivo avrebbe gettato nel caos le economie di mezzo mondo rendendo facile l’avvento del nazismo in Germania e poi la Seconda Guerra mondiale. Ecco perché in molti hanno parlato degli anni Venti come di un decennio di ricreazione: un inconsapevole momento di “respiro” tra la fine della prima guerra mondiale e le crisi degli anni Trenta.Di questi anni Romano Giuffrida ne ha parlato con Bruno Cartosio, americanista; Gianpiero Piretto, storico della cultura sovietica; Gaia Perini, docente di storia e cultura della civiltà cinese; Massimo Storchi, storico; Gino Ruozzi, docente di letteratura italiana; Elisabetta Trincherini, storica dell’arte; Mauro Casadei Turoni Monti, storico della musica; Massimo Bacigalupo, storico della letteratura inglese e americana; Maurizio Franco, musicologo; Enrica Morini, docente di moda contemporanea; Lorenzo Gandini, docente di estetica del cinema.
6/2/202125 minutes, 47 seconds
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Gli anni ’20: una pausa di “ricreazione” (2./5)

Sono stati chiamati “Anni ruggenti“ e, in effetti, gli anni Venti del Novecento hanno rappresentato un decennio talmente “dirompente” dal punto di vista sociale, culturale e politicoda meritarsi quell’appellativo.Quel giovedì primo gennaio che inaugurò il decennio, nelle speranze di tutti, fu infatti considerato il momento di svolta rispetto agli anni che si chiudevano, anni che avevano visto realizzarsi la carneficina della Prima Guerra mondiale. Tali speranze, unite al desiderio di lasciarsi alle spalle i tempi bui appena trascorsi, fecero sì che soprattutto nei paesi occidentali (ma non solo), si affermasse la voglia di cambiamenti radicali in ogni ambito della vita.Non si può però ricordare quel decennio solo come “l’età del jazz” e della spensieratezza, perché non fu così. Le contraddizioni insite in ogni periodo storico, e quindi anche in quel decennio, rendevano impossibile qualsiasi illusione sull’inizio di quell’era di pace che molti auspicavano. Non ci si può dimenticare, ad esempio, che in quegli stessi anni si affermò il fascismo in Italia e che la crisi conseguente al crollo della Borsa di Wall Street nel 1929, nel decennio successivo avrebbe gettato nel caos le economie di mezzo mondo rendendo facile l’avvento del nazismo in Germania e poi la Seconda Guerra mondiale. Ecco perché in molti hanno parlato degli anni Venti come di un decennio di ricreazione: un inconsapevole momento di “respiro” tra la fine della prima guerra mondiale e le crisi degli anni Trenta.Di questi anni Romano Giuffrida ne ha parlato con Bruno Cartosio, americanista; Gianpiero Piretto, storico della cultura sovietica; Gaia Perini, docente di storia e cultura della civiltà cinese; Massimo Storchi, storico; Gino Ruozzi, docente di letteratura italiana; Elisabetta Trincherini, storica dell’arte; Mauro Casadei Turoni Monti, storico della musica; Massimo Bacigalupo, storico della letteratura inglese e americana; Maurizio Franco, musicologo; Enrica Morini, docente di moda contemporanea; Lorenzo Gandini, docente di estetica del cinema.
6/1/202125 minutes, 52 seconds